Una terra senza più “Eroi”
Una terra senza più “Eroi”
Crolla anche Pino Maniaci, giornalista di Telejato che da sempre viene considerato come un eroe della legalità. Tutto ciò viene fuori dalle intercettazioni dei carabinieri della Compagnia di Partinico. Il giornalista è indagato per estorsione nei confronti dei sindaci dei paesi di Partinico e Borgetto. Il proprietario di Telejato avrebbe chiesto dei soldi e favori personali alle massime autorità dei due comuni, concedendo in cambio trattamenti privilegiati nei suoi servizi televisivi. Proprio stamane gli è stato notificato un provvedimento di divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani.
Dunque sembrerebbe che un altro falso “eroe” sta per essere smascherato, deludendo tutti coloro i quali fino adesso hanno visto in lui un simbolo della legalità e della lotta alla Mafia. Purtroppo le intercettazioni non lasciano spazio ad altre possibili interpretazioni. Nelle immagini Maniaci riceve chiaramente dei soldi in cambio di dover occultare determinate dinamiche comunali. Inoltre emerge anche il tentativo squallido di dover necessariamente far leva sul suo nome, per trovare un posto di lavoro all’amante presso una famosissima struttura sanitaria palermitana.
Siamo costantemente alla ricerca di “nuovi” eroi, dove per eroe intendiamo oggi quell’uomo immune al compromesso, che non scende a patti macchiando la sua integrità morale, quella persona fedele ai propri ideali e dotato di estremo senso civico. In una società contemporanea dilaniata da una quantità indefinita di problemi, spesso e volentieri tendiamo ad affidarci alla contemplazione di questi eroi. Noi Siciliani abbiamo sempre sentito il bisogno, oserei dire fisiologico, di “credere” in queste figure carismatiche, per cercare di sconfiggere il tabù della Mafia. Forse perché le istituzioni non sembrano soddisfare le nostre aspettative nella lotta alle organizzazioni criminali. O forse perché siamo la Terra di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tantissimi altri “Eroi” come loro, che rappresentano veri e propri totem della lotta alla Mafia. Oggi riceviamo l’ennesima batosta riguardante la nostra Terra, così tanto amata e così ugualmente martoriata da noi siciliani stessi. L’atteggiamento mafioso è radicato sul concetto di dover far prevalere la propria parola rispetto a quella diversa dalla nostra. La mafia è strutturata nel tentativo di eludere la legge a qualsiasi costo, pur di ricavarne giovamento e interessi personali. È mafioso tentare di corrompere un concorso; è mafioso chiedere voti e ripagare in posti di lavoro; è mafiosa la mancanza di trasparenza delle autorità e delle istituzioni. Forse noi giovani restiamo più delusi quando a deluderci sono proprio queste figure. Ci stiamo quasi abituando a vedere crollare icone e simboli della lotta alla Mafia. Tutto ciò invece deve continuare a destare scandalo, se non vogliamo ritrovarci in una società sempre più priva di pilastri morali ed etici. La commemorazione è uno strumento importantissimo ad esempio, attraverso il quale possiamo aiutare a mantenere vivo il ricordo dell’operato dei siciliani che hanno davvero lottato contro il sistema e contro tutto ciò che c’è di marcio in questo territorio. Sta per avvicinarsi il 23 maggio, data in cui è morì il magistrato Giovanni Falcone, insieme alla moglie e a diversi membri della loro scorta. Ricordiamo questi eroi concedendo loro e soprattutto a noi stessi, un attimo nell’arco dell’intera giornata per far rivivere e riemergere quanto di buono è stato fatto per questa dannata terra. Contribuiamo nel quotidiano a non far spegnere la fiamma che arde nei cuori di chi vuole estirpare questa massa tumorale dalla nostra amata Trinacria. Combattiamo il compromesso morale attraverso le armi dell’onestà e dell’integrità morale. Ribadiamo al mondo intero che noi siciliani al “pizzo” preferiamo il baffo!
Andrea Trapani