Tumore al polmone, scoperta la correlazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo della malattia nei non fumatori
La Global Lung Cancer Coalition (GLCC, Coalizione Globale del Cancro al Polmone), istituita nel 2001 e considerata la “voce” dei pazienti affetti da carcinoma polmonare nel mondo, ha stabilito che Novembre è il mese internazionale dedicato alla sensibilizzazione del tumore al polmone, che resta la neoplasia con il più alto tasso di mortalità a livello mondiale.
La GLCC, oggi, conta 42 organizzazioni di pazienti, provenienti da 30 diverse nazioni, tra cui Italia, Spagna, Regno Unito, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Australia, Argentina, Giappone, ecc.
La prevenzione
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di risvegliare le coscienze, attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su questa malattia e, in particolare, sensibilizzare la popolazione su quanto il fumo di sigaretta sia la principale causa d’insorgenza di questa patologia e come la prevenzione possa rappresentare la miglior “terapia” in assoluto.
Pertanto, questa idea nasce per promuovere l’informazione ed il confronto, ma, soprattutto, per incrementare la consapevolezza sulle problematiche individuali e sociali associati alla patologia (cause, sintomi, percorsi diagnostici e terapeutici), nonché per supportare i pazienti e le loro famiglie in questa strenua lotta contro la malattia.
In Italia, campagne nazionali di prevenzione primaria e di sensibilizzazione sui danni arrecati dal fumo, rivolte prevalentemente alla popolazione femminile, sono realizzate dall’associazione WALCE Onlus (Women Against Lung Cancer in Europe – Donne contro il tumore al polmone in Europa), impegnata, sin dal 2006, nella lotta contro le neoplasie toraciche.
Illumina Novembre
Nel corso di questo mese, molte città italiane, tra cui il Comune di Isola delle Femmine, hanno aderito alla campagna “Illumina Novembre”, lanciata dall’associazione ALCASE, illuminando di bianco i loro principali monumenti, al fine di accendere una candida luce sull’argomento, in contrapposizione al colore nero che caratterizza i polmoni dei fumatori.
Il tumore al polmone rappresenta la principale causa di morte per cancro sia negli uomini che nelle donne, con tassi di sopravvivenza relativamente bassi, quando viene diagnosticato in stadi avanzati, in cui non è più possibile intervenire chirurgicamente.
Infatti, la malattia rimane difficile da diagnosticare precocemente e molti individui non manifestano alcun sintomo fino a quando il tumore non ha raggiunto uno stadio avanzato. A questo punto, è chiaro quanto una diagnosi precoce possa essere determinante nelle possibilità di cura e nel definire il decorso clinico.
Numerose evidenze hanno dimostrato che lo screening, mediante TAC a basso dosaggio, è un approccio efficace per incrementare il numero di diagnosi precoce (quando sono ancora disponibili diverse opzioni terapeutiche) e, di conseguenza, poter ottenere risposte cliniche ottimali.
Le migliori strategie di prevenzione primaria consistono nell’adottare corretti stili di vita, smettendo, in primo luogo, di fumare, praticando un esercizio fisico regolare e seguendo un’alimentazione ricca di frutta e verdura. In caso di esposizione professionale, è opportuno utilizzare sempre le misure di protezione previste, per ridurre al minimo i rischi.
Il tasso di sopravvivenza a 5 anni varia in funzione dello stadio della malattia alla diagnosi e del tipo di tumore (istologia). E’ stato osservato che la maggior parte dei casi e dei decessi si verifica in Asia, seguita dall’Europa.
I sintomi associati al tumore ai polmoni
Tra i principali sintomi del cancro ai polmoni, che vengono spesso associati anche ad altre malattie respiratorie, troviamo: tosse persistente, dolore al petto, raucedine, respiro corto, infezioni respiratorie, bronchiti o polmoniti frequenti, senso di debolezza, perdita di peso e di appetito.
Oggi, nuovi trattamenti personalizzati, che includono le terapie a bersaglio molecolare (terapie biologiche) e l’immunoterapia (farmaci che stimolano il sistema immunitario contro le cellule tumorali), consentono ai pazienti di convivere, anche per anni, con un tumore reso molto meno aggressivo.
Negli ultimi anni, grazie alla rivoluzione introdotta dall’immunoterapia, si sono aperti nuovi e promettenti scenari di cura e stabilizzazione della malattia, che hanno significativamente migliorato i tassi di sopravvivenza di pazienti affetti da tumori in fase avanzata.
I dati di AIOM
Secondo i dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ogni giorno, in Italia, vengono diagnosticati più di 112 casi di tumore del polmone, per un totale di oltre 40 mila nuove diagnosi ogni anno, da imputare per il 75-80% al fumo di sigaretta.
Tuttavia, anche in pazienti non fumatori, il cancro ai polmoni può insorgere ugualmente, a causa di altri fattori di rischio, come il fumo passivo, l’inquinamento atmosferico, dovuto in parte alle attività industriali ed ai motori a scoppio delle auto, e l’esposizione a cancerogeni chimici e/o professionali (fumi di saldatura, amianto, gas radon, metalli pesanti, ecc.).
In Italia, ogni anno, sono oltre 6.000 le diagnosi di tumore del polmone in soggetti non fumatori.
Durante l’ultimo congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), tenutosi a Parigi lo scorso settembre, i ricercatori del Francis Crick Institute e dell’University College London hanno presentato dei dati che dimostrano come l’inquinamento faccia ammalare di tumore al polmone soprattutto chi non ha mai fumato.
Le correlazioni con le Polveri Sottili PM2.5 e PM10
Secondo gli scienziati, l’esposizione al PM2.5 (il particolato atmosferico fine o sottile, capace di arrivare nelle porzioni più profonde dell’albero respiratorio) è in grado di innescare un processo di trasformazione neoplastica in cellule di polmone sane, che presentano particolari mutazioni nei geni EGFR e KRAS.
Queste mutazioni, solitamente presenti nelle cellule tumorali, possono anche essere presenti, secondo lo studio, nelle cellule sane, ma, di per sé, non sono in grado di causare lo sviluppo del tumore.
Solo in presenza di particolato atmosferico, queste mutazioni diventano fattori predisponenti per lo sviluppo della neoplasia.
Le mutazioni dei geni EGFR e KRAS
Infatti, l’esposizione al PM2.5 attiva particolari cellule del sistema immunitario, chiamate macrofagi, le quali producono l’interleuchina-1-beta, una molecola capace di stimolare selettivamente la crescita delle cellule polmonari sane portatrici di mutazioni nel gene EGFR e KRAS.
A causa di questo meccanismo molecolare, anche i soggetti non fumatori possono sviluppare, nello specifico, un carcinoma del polmone definito “non a piccole cellule”.
Tuttavia, occorre sottolineare che il rischio di tumore ai polmoni dovuto all’inquinamento atmosferico è inferiore rispetto a quello causato dal fumo, sebbene sia difficile monitorare con assoluta precisione tutto ciò che ognuno di noi respira.
D’altronde, le polveri sottili (o particolato), presenti nel pulviscolo atmosferico da noi respirato, possono avere una composizione variabile, a seconda della fonte, di origine naturale o antropica, che le ha generate. Esse possono contenere metalli pesanti, nitrati, solfati, ammonio, idrocarburi aromatici policiclici, diossine, furani, ecc.
Accumuli eccessivi di polveri sottili, a livello del suolo, si possono formare, soprattutto, in inverno, a basse temperature ed in assenza di precipitazioni.
A seconda delle dimensioni medie delle particelle, il particolato atmosferico può essere suddiviso in: grossolano o PM10 (costituito da particelle, polveri, spore e pollini di diametro superiore a 10 micron), fine o sottile (detto PM2.5, costituito da polveri di diametro intorno ai 2.5 micron) ed ultrafine (costituito da polveri di diametro compreso tra 0.1 e 1 micron).
Insomma, smettere di fumare è fondamentale, ma è anche importante che le istituzioni preposte compiano gli sforzi necessari e adottino le giuste misure di sorveglianza per monitorare attentamente l’aria che tutti noi respiriamo, a tutela della nostra salute e di quella dei nostri cari.
Daniele Fanale