E’ morto Totò Schillaci, da giorni era ricoverato in gravi condizioni per le complicazioni di un tumore al colon
Palermo, 18 settembre 2024
Si è spento questa mattina nel reparto di pneumologia dell’ Ospedale Civico di Palermo dove era stato ricoverato lo scorso 7 settembre per l’aggravarsi delle condizioni di salute, già compromesse da un tumore al colon, Salvatore Schillaci,per tutti Totò, indimenticabile bomber della Nazionale azzurra di calcio ai Mondiali del 1990 e fuoriclasse dentro e fuori i campi di calcio.
Schillaci lottava già da due anni contro una neoplasia al colon che lo aveva visto subire due interventi ma che non ne aveva compromesso la grinta e la voglia di stare tra la sua gente così come dimostra la sua ultima apparizione in pubblico, avvenuta lo scorso 8 agosto a Campobello di Licata in occasione della Festa dello Sport.
Poi l’aggravarsi delle condizioni di salute e il ricovero all’ Ospedale Civico di Palermo, il 7 settembre, con i bollettini medici che facevano ben sperare in una lenta ripresa del campione palermitano che alla fine si è dovuto arrendere al male che lo aveva colpito, perdendo la sua partita più importate.
La vita e la carriera sportiva
Nato l’ 1 dicembre del 1964 a Palermo, nel popolare quartiere del CEP, Totò Schillaci inizia a lavorare come gommista, garzone e ambulante prima di approdare nella squadra giovanile di calcio dell’ AMAT Palermo. Nel 1982 arriva l’ingaggio in C2 col Messina di Franco Scoglio, squadra dove Schillaci gioca come attaccante fino al 1988 segnando 77 reti tra Campionato e Coppa Italia e consentendo al Messina di conquistare una meritata promozione in serie B.
Nel 1989 arriva l’occasione della vita: la Juventus lo acquista dal Messina per giocare in serie A per la cifra stratosferica di sei miliardi di lire: con i bianconeri Totò Schillaci vince una Coppa Italia e una Coppia Uefa guadagnando anche la convocazione in Nazionale ai Mondiali di Italia 90 dove al debutto contro l’Austria segna il suo primo goal che consente agli azzurri di sbloccare il risultato e potere andare avanti così nel girone.
L’Italia intera, da Nord a Sud, impazzisce per quel siciliano basso di statura ed apparentemente innocuo ma dagli occhi accesi come il fuoco e dal guizzo veloce al punto da farlo svettare in aria contro giocatori più alti di lui.
Le “notti magiche”
Perfino Bruno Pizzul lo invoca durante la telecronaca nei sofferti minuti di gioco che mancano alla fine della partita per poi esultare, al fischio finale dell’arbitro assieme ai milioni di italiani incollati davanti ai televisori in quella diventa la prima delle tante “Notti magiche” di un’intera nazione.
“Totò“, come adesso tutti chiamano Schillaci, diventa così l’idolo del Mondiale e forse anche di più: per i siciliani quel palermitano venuto dal CEP, rappresenta una testimonianza di riscatto e di orgoglio di cui andare fieri e Schillaci non delude nessuno.
Segnerà reti contro la Cecoslovacchia, l’Uruguay, l’Irlanda e infine contro l’Argentina di un altro campione, il fuoriclasse Diego Armando Maradona, squadra contro la quale gli azzurri dovranno arrendersi in semifinale giungendo così terzi nel posto nel Mondiale, che vedrà Totò conquistare il titolo di capocannoniere con 6 reti complessive e quello di miglior giocatore della competizione.
La fine della carriera
Dopo una seconda stagione alla Juventus e un’esperienza non esaltante all’Inter, Schillaci chiuderà la sua carriera agonistica in Giappone, nello Jubilo Iwata. Nel mezzo, tante apparizioni in programmi televisivi e in reality show e anche la pubblicazione di un libro, “Il gol è tutto”.
Sposatosi due volte, la prima nel 1987 con Rita Bonaccorso e la seconda nel 2012 con l’ex modella Barbara Lombardo, Totò Schillaci ha avuto tre figli: Mattia, Jessica e Nicole.
La camera ardente al “Renzo Barbera”
La camera ardente, allestita presso lo Stadio Comunale “Renzo Barbera” di Palermo, ha già accolto la salma di Totò Schillaci e sarà aperta al pubblico dalle 16 alle 22 oggi, e dalle 7 alle 22 di domani, 19 settembre.
Michelangelo Marino