Incendio Pan.Ge.A.: nuova ordinanza “anomala” del Sindaco Monteleone

L’incendio all’azienda di rifiuti speciali Pan.Ge.A., avvenuto nella notte tra i giovedì 22 e venerdì 23 maggio scorsi, continua a produrre i suoi effetti “burocratici” sui cittadini carinesi. Per quelli legati alla salute non lo sapremo mai, visto che il genere di inquinante che potenzialmente poteva generarsi ha effetti su tempi lunghi se non lunghissimi.

L’ordinanza “tardiva”

Dopo l’ordinanza “tardiva” emanata venerdì in tarda mattinata, dopo che vento e pioggia mattutina avevano riversato al suolo quanto durante la notte era andato il fumo, e tutte le scuole del comprensorio avevano svolto regolarmente le loro attività quasi tutte all’aperto per ricordare la Strage di Capaci; una nuova ordinanza è stata emanata nel pomeriggio di sabato 24 maggio e se sembra mettere una “toppa” alla precedente, non fa altro che peggiorarla.

Nell’imminenza dell’incendio, con il tentativo di spegnimento ancora in corso e relativa colonna nuvolosa di fumo nero ben evidente, non si era ritenuto necessario in via cautelativa di chiudere le scuole e nemmeno le aziende in prossimità dello stabilimento incendiatosi.

La pezza è peggio del buco

Dopo il nostro articolo, l’unico che ha posto il problema degli istituti scolastici presenti nell’area di pericolo delimitata dall’Ordinanza Sindacale n. 14, ovvero un area con raggio di 2 km dal punto dell’incendio, è stata emanata l’Ordinanza Sindacale n. 15, che ordina la chiusura di 3 scuole: “Bambinopoli” e plessi scolastici “Bivio Foresta” ed “Euroform“.

Sinceramente, non abbiamo compreso quanto scritto nell’ordinanza “cautelare” emanata dal Sindaco, in attesa di avere il riscontri delle analisi effettute e ancora in corso dall’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente).

Perché chiudere SOLO 3 scuole nell’area delimitata dalla precedente Ordinanza 14 (area con raggio di 2 km dal punto dell’incendio) e non tutte?

Il Sindaco non conosce gli istituti scolastici del suo territorio? Gli uffici che lo coadiuvano non hanno un righello? Sanno che cosa è il raggio di un cerchio?

Le distanze

L’istituto Bambinopoli dista 1.650 metri dall’incendio (vedi grafica).

Il plesso “Bivio Foresta” dista 1.200 dall’incendio (vedi grafica).

L’istituto Euroform, indefinito quale dei 2 plessi si intendeva identificare ma si presume quello della S.S. 113, dista 1.185 metri dall’incendio (vedi grafica).

E tutte le altre scuole? Alunni, docenti e personale di servizio non hanno diritto ad essere cautelativamente tutelati? Sono più resistenti?

Il dato reale che viene fuori, ancora una volta, da questi provvedimenti ammistrativi è la scarsa conoscenza del proprio territorio e delle sue esigenze.

L’I.C. “Laura Lanza” a soli 1.180 metri di distanza

L’istituto comprensivo “Laura Lanza” è la scuola carinese con il maggior numero di alunni e di conseguenza docenti e personale di servizio. Per sua sfortuna è pure l’istituto più vicino in linea d’aria ad luogo dell’incendio: solo 1.180 metri. Nessuna cautela.

Come per l’altro plesso di Euroform sulla via Provinciale che dalla Stazione di Carini arriva al Bivio Foresta, distante 1.185 metri dal luogo dell’incendio (vedi grafica).

Sul Corso Italia l’istituto “Blaise Pascal” a 1.300 metri.

Oppure il plesso distaccato della “Laura Lanza” sulla via Prano a soli 1.440 metri o la vicina scuola dell’infanzia “Ninni Cassarà” a poco più di 1.500 metri (vedi grafica).

Se poi vogliamo rimanere entro i 2 km dell’ordinanza, ci rientrano pure l’istuto Calderone e il Plesso Agliastrelli della Falcone, ambedue a circa 1.900 metri.

Per loro, nulla.

Come nulla, dal punto di vista cautelare, è stato fatto per le migliaia di lavoratori delle aziende della Zona Industriale che si trovano in prossimità della Pan.Ge.A.

Eppure la notte tra il 23 ed il 24 spirava un leggero vento che nel variare delle ore era dominante in direzione Sud, Sud-Ovest proprio in direzione di tutti questi istituti scolastici che sono i più numerosi dal punto di vista degli utenti.

Chiediamo allora al Sindaco Monteleone di attivarsi presso l’ARPA per chiedere non solo l’eventuale presenza di Diossine nell’aria, ma di conoscere pubblicamente i dati relativi alla tipizzazzione dei rifiuti che sono bruciati, visto che si trattava di “rifiuti speciali”.

Ed in cosa si sono trasformati con il rogo, visto che gli effetti non sono stati solo aerei, con in denso fumo nero liberato in aria, ma anche liquidi, grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco con acqua e schiume estinguenti, in parte assorbiti dal terreno, e quindi dalle falde acquifere sottostanti, ma in buona parte finiti nella rete fognaria e quindi al depuratore di Ciachea, che non è idoneo allo smaltimento di questo tipo di inquinanti.

By Ambrogio Conigliaro

Giornalista pubblicista, guida AIGAE ed esperto di educazione ambientale, nel 2005 fondo Il Vespro dopo aver collaborato per anni con Carini Oggi. Lavoro per Legambiente nella Riserva Naturale Grotta di Carburangeli.

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