L’eterna sfida dell’uomo alla Natura: a Segesta va di scena Moby Dick

Oggi, 21 luglio, alle 19,15, al teatro greco di Segesta va in scena “Moby Dick, la bestia dentro”, dal monumentale romanzo di Herman Melville.  Un Moby Dick come non si è mai visto grazie all’adattamento e regia Davide Sacco; con Stefano Sabelli e Gianmarco Saurino. Musiche eseguite dal vivo da Giuseppe Spedino Moffa. Costumi Martina Eschini, disegno e luci Daniele Passeri, Produzione e aiuto regia Eva Sabelli. Biglietti su Vivaticket.it: Intero € 24,50, Ridotto € 20,50.

mobylocandina“Chiamatemi Achab. Chiamatemi Ismaele. Chiamatemi Nessuno! Si apre e si chiude navigando i mari dell’anima e dell’inconscio questa riscrittura dell’opera di Melville di Davide Sacco. Come pure i grandi monologhi di Shakespeare, di Moliere, i saggi di Artaud ripercorsi da Achab, che ne compongono le onde. In un mare che si fa oceano infinito, Achab si trasforma nei protagonisti della storia del Teatro e della Letteratura, solcando i flutti della conoscenza, sfidando tutto e tutti per sete di sapere ed esperienza. Figlio naturale della cultura occidentale, Achab, nella balena bianca, vede i limiti dell’uomo e si getta in un iperbolico inseguimento, con l’unica fiocina per lui possibile: “l’ostinazione” alla Ragione, al Sapere, all’Arte. “L’uomo non è mai padrone del suo destino se non insegue un sogno e se non ha l’ostinazione per realizzarlo, quel sogno!”. Ad accompagnarlo per questi mari, Ismaele, giovane, forte, bello, ancora inesperto forse, ma non ingenuo e piuttosto, in tutto, simile ad Achab – Re del dolore – nella tenacia e nella sfrontatezza di sfidare Natura, Fato, Divino, grazie alla capacità di saper improvvisare, di star sempre sull’onda nel momento di maggior necessità! Così simili da essere, forse, padre e figlio… Oppure, forse, anche diversi ma uniti dalla forza di sfidare ognuno il proprio mostro… dentro il mare del Sé. Moby Dick, la Bestia dentro, dopo un’anteprima a metà dicembre nella X Stagione di prosa del Teatro del Loto, a Ferrazzano, debutta in prima nazionale ad Asti Teatro 40. La scenografia di Stefano Sabelli evoca la tolda di una nave e tutto il pubblico predisposto intorno ad essa, molto a ridosso degli attori, è di fatto inglobato nell’azione scenica, come mare fluttuante, quando non è invece chiamato ad essere lo stesso equipaggio della baleniera Pequod”.

Antonio Catalfio