22 Ottobre 2024
CariniCronacaPrimo piano

A Carini il mare si riprende la spiaggia ed anche le case…

Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che a Carini una mareggiata aveva danneggiato una costruzione nel lungomare ed erano dovuti intervenire i Vigili del Fuoco per mettere in sicurezza l’edificio.

Data così l’informazione dà l’impressione che a causa di una forte e straordinaria mareggiata una normale abitazione avesse subito danni mettendo in pericolo chi vi abita. In realtà la vicenda è abbastanza diversa…

Casa lungomare CariniLa casa si trova nel lungomare di Carini, più a mare che sulla terraferma, più una palafitta che una casa… Buona parte delle fondamenta, se così possiamo chiamarle, poggiano sulla sabbia, quella stessa sabbia fina che sino agli anni ’60 si costituiva in dune e canneti, dove fioriva il pancrazio (meglio conosciuto come “giglio marino”).

Nel 1961, esattamente con ordinanza della Prefettura di Palermo n° 102926 del 4/09/1961, si disponeva la delimitazione della nuova autostrada che doveva collegare la città di Palermo con il nuovissimo aeroporto di Punta Raisi. A quella data si deve fare riferimento per l’imposizione del vincolo di inedificabilità assoluta per una distanza di 25 metri a valle ed a monte del tracciato autostradale non suscettibili a concessione edilizia (nel senso che non è possibile richiedere un eventuale nullaosta). Distanza che si dilata a 60 metri a valle e monte a partire dal D.M. 1404 del 1/04/1968.

In pratica, a far data dal settembre 1961 non era più possibile costruire alcunché ad una distanza inferiore ai 25 metri dall’autostrada, mentre dall’aprile 1968 ad una distanza minima di 60 metri. Quasi tutto ciò che è stato costruito nel lungomare di Carini è successivo al 1961 ed al 1968 ed è inferiore alle distanze previste. Teoricamente il lungomare dovrebbe essere tutto libero e spiaggia. Ma negli anni si è preferito il cemento ad un qualunque sviluppo turistico-ambientale possibile.

Nel 1976 interviene la Regione Siciliana con una apposita legge, la 78/1976, che istituisce una fascia di inedificabilità Casa pericolante 2assoluta entro i 150 metri dalla battigia, primo esempio in Italia di una norma di salvaguardia delle coste.

Ovviamente di tutte queste norme a Carini non si è tenuto conto… ci si è limitati
a segnalare gli abusi e le violazioni. Punto. Solo dalla metà degli anni ’90 si è cominciato a far rispettare la legge e sono partite le demolizioni di centinaia di costruzioni, molte delle quali precarie. Ad oggi sono oltre 200 le strutture demolite, che hanno trasformato parte della costa carinese in una piccola Beirut post guerra, con tratti di costa liberati, altri con caseggiati abbandonati al loro destino (molti dei quali occupati da altri), altri ancora divenuti nel tempo discariche.
Molte delle case ancora in piedi, di cui la maggior parte deve essere ancora demolita, sono in balia della natura, che pian piano si riprende ciò che era suo, agevolata anche dall’impossibilità di poter fare manutenzione a costruzioni nate alla rinfusa, che si poggiavano una sull’altra, e che oggi pagano lo scotto della loro precaria edificazione.

Per quanto accaduto lasciamo parlare le immagini, penso non siano necessari commenti. La follia è che la casa in questione è abitata, come se nulla fosse. Per questo motivo il Sindaco ha emesso un’apposita ordinanza di parziale demolizione e messa in sicurezza dell’immobile (clicca qui).

In attesa che la natura faccia il suo corso…

 

Casa pericolante 4

Casa pericolante 1

 

Ambrogio Conigliaro

Giornalista pubblicista, guida AIGAE ed esperto di educazione ambientale, nel 2005 fondo Il Vespro dopo aver collaborato per anni con Carini Oggi. Lavoro per Legambiente nella Riserva Naturale Grotta di Carburangeli.

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