Ri.MED-ISMETT-UPMC: un partenariato pubblico-privato per la salute e lo sviluppo economico.
Si è svolto il nuovo Simposio scientifico della Fondazione Ri.MED a Palermo: ecco le nuove frontiere della ricerca traslazionale ed ecco come influiranno sullo sviluppo di innovative cure personalizzate e sulla crescita del Sud Italia.
Il titolo “Bridging health and economic development through public-private partnerships” è un richiamo al modello gestionale che Ri.MED ha messo a punto con ISMETT e UPMC per ottenere i migliori risultati, sia per la salute pubblica che per lo sviluppo economico del Sud Italia.
La Fondazione non profit voluta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – e nata dalla partnership con CNR, Regione Sicilia, Università di Pittsburgh e UPMC – ha presentato le ultime novità scientifiche, fiore all’occhiello della strategia di portfolio nel settore biomedicale.
Lo scorso 12 ottobre la Commissione Regionale dei Lavori Pubblici ha approvato il progetto esecutivo per la realizzazione in Sicilia del Centro Ri.MED: nel 2017 partiranno quindi i lavori di costruzione di un centro che creerà occupazione (circa 600 risorse qualificate) e indotto. Nel frattempo la Fondazione ha selezionato e formato ottimi ricercatori e manager di settore, sviluppato prodotti cellulari e terapie avanzate, pubblicato oltre 160 articoli su peer-review journals con rilevante impact factor e, soprattutto, generato proprietà intellettuale, che si traduce in brevetti e in vere e proprie rivoluzioni scientifiche, ovvero nuove soluzioni per i pazienti e la capacità di attrarre finanziamenti.
Per fare alcuni esempi: Antonio D’Amore, ricercatore palermitano in Ri.MED dal 2011, ha sviluppato 7 brevetti in collaborazione con l’Università di Pittsburgh, ha ottenuto finanziamenti da imprese del calibro di Livanova e Carnegie Mellon University, e sta avviando una propria start-up con l’Innovation Institute di Pittsburgh e UPMC. Riccardo Gottardi ha vinto il bando indetto da CASIS – ente spin-off della NASA – grazie al bioreattore per la generazione di cartilagine e osso ingegnerizzati da lui ideato; dopo la presentazione alla Casa Bianca, il suo modello in vitro sarà utilizzato nelle prossime ricerche scientifiche a bordo della International Space Station. O ancora Maria Giovanna Francipane, palermitana, il cui progetto di ricerca volto a ricostruire la funzionalità del rene in bambini affetti da insufficienza renale cronica è stato scelto per essere finanziato dalla statunitense McCune Foundation.
Sono solo alcune delle brillanti menti su cui punta Ri.MED, impegnate in ambiti che vanno dall’ingegneria dei tessuti all’immuno-oncologia, dalle neuroscienze alla medicina rigenerativa, dallo sviluppo di vaccini alla cura del diabete. “Gli investimenti che stiamo facendo per formare capitale umano con altissimo profilo, unitamente al nostro modello incentrato sulla ricerca traslazionale” spiega Alessandro Padova, direttore Generale della Fondazione “fanno di Ri.MED un motore in grado di generare innovazione e trasferimento tecnologico nei settori di maggior sviluppo – bioingegneria e medicina rigenerativa in primis – e di conseguenza attrarre investimenti, creare piccole e medie imprese, e contribuire a rendere la Sicilia competitiva a livello mondiale nel settore delle biotecnologie”.
“La nostra ricerca” aggiunge il dr. Padova “è fortemente orientata all’applicazione clinica e al concetto di medicina personalizzata, per essere sempre più vicina al paziente”. Per questa ragione gli argomenti scientifici della presente edizione sono stati sviluppati unendo il punto di vista della ricerca di base e preclinica – a cura dei ricercatori Ri.MED e di altri scienziati delle Università di Pittsburgh, Miami e Cambridge – con il punto di vista clinico dei medici ISMETT, che lavorano a diretto contatto con i pazienti.
Il Simposio ha mostrato esempi concreti di programmi di collaborazione internazionale basati su contributi sinergici che integrano le diverse fasi, come ad esempio il talk degli ing.ri Pasta e D’Amore di Ri.MED, che insieme al Dr. Bellavia di ISMETT hanno presentato approcci assolutamente innovativi per la cura delle patologie cardiache: D’Amore sta sviluppando protesi valvolari basate su nuovi polimeri, per ottenere valvole cardiache che non richiedano anticoagulanti e che non calcifichino (e che eviterebbero ai pazienti pediatrici con patologie cardiache di sostenere impianti multipli per adeguare la protesi alla crescita). Pasta invece ha sviluppato un modello computazionale basato sulla medicina predittiva, attualmente adottato per i pazienti con aneurisma aortico seguiti dal partner ospedaliero IRCCS ISMETT.
Nel pomeriggio il talk dei dr.ri Cifelli e Di Maio sui nuovi target terapeutici per le patologie neurodegenerative. Cifelli ha presentato in anteprima i risultati della somministrazione controllata di cannabis per uso terapeutico nella epilessie farmaco-resistenti e l’individuazione del possibile meccanismo d’azione di una molecola con attività antiepilettica, la “cannabidivarina”. Di Maio invece uno studio, che per la prima volta caratterizza il meccanismo patogenico dell’α-Sinucleina, indentificandone le specie tossiche e rivelando potenziali nuove strategie strategie per correggere il meccanismo alla base del danno mitocondriale e impedire così il processo neurodegenerativo del Parkinson.