Vince il Centro Studi Filologici escluso dai finanziamenti: mazzata del Tar alla Regione
Il centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani vince al Tar contro l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, che l’aveva escluso nel 2015 dai finanziamenti per la “valorizzazione del patrimonio pubblico e privato”. Esclusione per un cavillo burocratico che lo stesso Centro Studi aveva contestato in una memoria di riammissione in autotutela, producendo la documentazione già esistente. L’esclusione aveva suscitato l’indignazione del mondo accademico e culturale di tutto il mondo con un appello firmato allora anche da Tullio De Mauro, recentemente scomparso. A guidare il ricorso Giovanni Ruffino, Presidente del Centro e insigne linguista, già

Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. La Regione rimase sorda al tentativo di riammissione bonaria e il Centro Studi, rappresentato dall’avv. Massimo Petrucci, presentò un ricorso al Tar, che si è pronunciato il 19 settembre scorso ma la sentenza è stata pubblicata in questi giorni. Uno schiaffo all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali che è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali a favore del Centro Studi. Il Tribunale Amministrativo Regionale, presieduto dal Presidente Caterina Criscenti, dal Consigliere Nicola Maisano e dal Consigliere – Estensore Maria Cappellano, “Definitivamente pronunciando sul ricorso, lo accoglie e per l’effetto, annulla gli atti impugnati nei sensi e nei limiti indicati in motivazione e condanna l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana al pagamento delle spese in giudizio in favore del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani Onlus che liquida in 1.500 euro oltre oneri accessori per legge”. “Come molti ricorderanno, – dice il Presidente Giovanni Ruffino – dopo l’esclusione del Centro dal finanziamento regionale per l’anno 2014, decidemmo di presentare un ricorso al TAR. La mancata inclusione del Centro tra le istituzioni meritevoli di sostegno da parte della Regione Siciliana, aveva determinato la ferma protesta della comunità scientifica internazionale. Ora, a distanza di quasi tre anni durante i quali il Consiglio direttivo è stato impegnato in non poche complesse vicende (pronunciamenti provvisori del TAR, coinvolgimento del Consiglio di Giustizia Amministrativa), la definitiva sentenza di alcuni giorni fa, rimette le cose a posto, prima di tutto sul piano morale. Vedremo poi se e quando potremo avere un qualche pur minimo risarcimento finanziario.

Devo aggiungere che l’Amministrazione regionale esce malissimo da questa vicenda, poiché il TAR ritiene fondate le censure riferite a «eccesso di potere per violazione ed erronea applicazione della lex specialis, per violazione dell’istituto del soccorso istruttorio, violazione del principio di proporzionalità; travisamento dei fatti; difetto di istruttoria, irragionevolezza, manifesta sproporzione, illogicità manifesta». Non è poco. Devo infine ringraziare tutti, anche a nome del Consiglio direttivo, per la costante, convinta partecipazione all’attività istituzionale del nostro Centro, e per il sostegno in questa difficile circostanza”.
Antonio Catalfio