Covid-19: come è cambiata la nostra vita

Covid-19 è la malattia conseguente ad un virus  SARS CoV 2 che ha colpito tutto il mondo e che continua a diffondersi tutt’oggi.

Il virus è stato individuato per la prima volta nel continente asiatico negli ultimi mesi del 2019 e successivamente si è diffuso in tutto il resto del mondo, tra cui anche in Europa, nel 2020. La diffusione del virus è diventata, a causa dei numerosi casi di contagi, una pandemia da contenere tramite misure restrittive esposte durante le conferenze stampa dal Presidente di Consiglio e scritte nei DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri).

Le nuove regole hanno condizionato la nostra quotidianità in tutti i suoi aspetti.

Inizialmente, quando il coronavirus non era ancora stato oggetto di studio e non si avevano soluzioni per la gestione della sua diffusione, le libertà sono state minime e il contatto con gli altri era stato ridotto all’essenziale. Queste misure così limitative hanno causato un generale panico, infatti sono stati registrati diversi eventi che lo confermano, tra i quali le “guerre” nei supermercati.

La generale paura è stata ridimensionata con la diminuzione dei contagi, lo studio del covid-19 e la scoperta dei vaccini che ha causato numerosi dibattiti per la percentuale di morti contratti.

Il covid-19 ha causato numerose morti e contagiati, tanto che è diventato la seconda causa di morte, dopo i tumori, come è stato riportato dall’Istat (istituto nazionale di statistica) in delle sue ricerche. Se pensassimo alle cause dirette del covid-19, molti risponderebbero i morti e i contagiati.

Ma cosa ha condizionato e condiziona tutt’oggi il Coronavirus?

Tutti gli ambiti della nostra vita sono stati influenzati dalla pandemia. La libertà è stata limitata per precauzione della diffusione del virus e per non aumentare il numero dei contagiati. Tutti i negozi, le scuole e i locali sono stati chiusi definendo anche uno stato di angoscia personale e sociale.

La libertà è forse uno degli ambiti più colpiti.

Inizialmente si poteva uscire da casa solo per motivi di vera necessità che dovevano essere dichiarati in caso di controlli. Nessuno ha potuto più frequentare ristoranti, locali, la scuola ed altri luoghi che eravamo abituati a frequentare senza obblighi di mascherina e di distanziamento sociale.

Abbiamo attribuito e compreso il valore della libertà, prima ritenuta scontata, ma dopo il periodo di lockdown ha riacquistato l’importanza che dovrebbe avere. Oltre ai luoghi abbiamo dovuto limitare anche i nostri comportamenti, mantenendo la distanza di un metro dagli altri ed evitando il contatto fisico.

Dopo il lockdown, abbiamo avuto un altro tipo di quotidianità basata sulle regole imposte per la prevenzione della diffusione del Covid.

Le regole a cui siamo sottoposti sono state applicate anche alla sfera lavorativa.

Tutti i lavoratori definiti non necessari sono stati costretti a rimanere a casa durante il periodo di lockdown e di zone rosse, non svolgendo il proprio ruolo nella società, causando un deficit economico al livello personale e nazionale, oltre a sfociare in dei problemi psicologici.

Solo ultimamente le attività hanno potuto riaprire seguendo le nuove regole pubblicate sul sito del governo.

Con la pandemia è aumentato il debito pubblico e la disoccupazione, quest’ultima registrata soprattutto a danno delle donne, nonostante varie misure da parte del governo per evitare i licenziamenti. Molte attività, dopo non aver ricevuto aiuti da parte dello stato, sono state costrette a chiudere, licenziando i dipendenti, così aumentando il numero dei disoccupati.

Le attività che sono fallite a causa del coronavirus sono sia negozi e aziende nazionali  sia catene internazionali. Tra i settori colpiti vi è anche il turismo.

La libertà di viaggiare è stata limitata, ed ora anche questo ambito è stato sottoposto a delle regole a causa del covid che ha influenzato le mete scelte dai viaggiatori ma non le modalità di spostamento e soggiorno.

Un altro degli ambiti fondamentali che è stato colpito dal covid-19 è la scuola. Costretti a svolgere le lezioni in modalità telematica, siamo riusciti ad individuare caratteristiche positive e negative della didattica a distanza.

Tra i fattori positivi abbiamo l’uso dei nostri dispositivi e di strumenti che ci permettono di scrivere velocemente, creare progetti ed accedere ad un numero superiore di informazioni, potendo anche approfondire l’argomento oltre ai dati forniti dai testi scolastici.

Tra i fattori negativi abbiamo la perdita del contatto sociale, la poca concentrazione degli studenti causata anche dalla difficoltà a seguire per problemi di connessione o di dispositivo. La Dad, nonostante dei problemi riscontrati, ci ha permesso di continuare il nostro percorso formativo usufruendo di nuovi mezzi e di nuovi metodi.

Il covid ha influenzato anche la decrescita demografica come si evince da alcune ricerche dell’Istat ed ha contribuito alla crescita dei disturbi psichici e delle dipendenze. Molte persone non sono riuscite a gestire lo stress ed emozioni, sfociando spesso in depressione, stati di ansia e di paura.

Negli studenti l’aumento di problemi psicologici è aumentato del 24%, oltre anche ad accrescere il numero di studenti dipendenti dal telefono e dai dispositivi elettronici. Gli effetti della diffusione del coronavirus a livello psicologico  sono stati studiati sia dall’università di San Raffaele a Milano, che ha individuato un aumento sostanziale dell’ansia, dell’insonnia e del disturbo post-traumatico da stress, sia dall’Università di Oxford che ha analizzato le ripercussioni psicologiche di chi ha contratto il covid. In maniera meno grave, si è imbattuta sulla popolazione quella che è definita la “nebbia cognitiva post-covid”, ovvero uno stato di confusione, stress e stanchezza nel terminare i nostri compiti quotidiani.

Nonostante le moltissime conseguenze del covid-19, abbiamo rivalutato i valori veri della vita, tra i quali la salute, i rapporti personali e interpersonali e tutta la nostra quotidianità.

Abbiamo attribuito più valore ai singoli gesti, anche ad un abbraccio che se prima lo consideravamo scontato, oggi è una conquista contro il covid-19. Abbiamo sperato in giorni migliori ed adesso che stiamo riuscendo a convivere e sconfiggere il virus, dobbiamo riuscire a ritrovare la nostra quotidianità ricordando gli insegnamenti che abbiamo compreso in questo periodo difficile costituito da limitazioni e poche relazioni sociali.

Il ritorno a scuola, l’apertura di attività e l’inizio della campagna vaccinale ha permesso di riconquistare le nostre libertà, anche se non siamo tornati e forse non torneremo mai alla vita di prima.

Durante il lockdown e tutt’oggi rispettiamo le regole per onorare un bene che non è solo nostro, ma è il bene collettivo. Nonostante la possibilità di scelta, abbiamo sempre imboccato la strada giusta, non solo per noi, ma per tutti.

Comprendere il bene collettivo e ogni piccolo elemento che compone la nostra quotidianità è stata ed è la vittoria che, nonostante la pandemia, ci permette di sperare e vivere al meglio.