Il bacio della morte
Chi di noi in questi anni di lotta contro il nemico invisibile Coronavirus non è stato baciato dalla morte?
Abbiamo assistito, impotenti, alla morte di familiari e amici temendo anche per la nostra stessa vita.
Abbiamo vissuto e purtroppo ancora oggi viviamo una situazione surreale che ha cambiato nel profondo le nostre abitudini e il nostro sguardo sulla vita.
L’inizio di tutto
Tutto è iniziato quando si apprese la notizia che un virus mortale stava circolando per Wuhan, in breve tempo la situazione peggiorò e le autorità cinesi identificarono il virus, quando si era già propagato fuori dall’epicentro.
Si espanse sempre di più, finché in Italia arrivarono i primi casi e si dichiarò l’emergenza sanitaria nazionale e ben presto mondiale.
Nel giro di pochi giorni vennero registrate migliaia di positività, le prime vittime, le prime zone rosse.
Alcuni, nonostante tutto quello che stava accadendo, pensavano fosse una bufala, sottovalutando tutte le conseguenze che questo coronavirus portava con sé.
Il virus stava avanzando, la situazione andò sempre più degenerando, gli ospedali erano stracolmi, il personale sanitario sfinito non aveva modo di aiutare tutti i positivi, a causa della mancanza di mezzi e strutture ospedaliere adeguate.
Il virus in Italia
Nel frattempo a Bergamo mezzi militari trasportavano decine di bare di vittime del covid, uomini e donne, talvolta anche giovani, i cui corpi non furono restituiti ai propri familiari neppure per l’estremo saluto.
Durante il periodo di lockdown siamo rimasti in solitudine con le nostre paure e insicurezze. Se da un lato la solitudine può essere un momento per riscoprire se stessi, dall’altro ci sono condizioni di fragilità che ne risentono pesantemente.
Il lato più oscuro della pandemia è la morte in solitudine, per chi ci lascia è terribile perché privo del calore dei propri cari, e altrettanto terribile per chi non può accudire e dare un ultimo saluto alle persone amate.
Molte volte ci sarà capitato di pensare a quelle persone contagiate, che si sono ritrovate con il respiro sempre più corto, con maschere in faccia, con i fili attaccati alle braccia. Che lentamente, dopo una lunga lotta per la sopravvivenza, si abbandonano alla vista della morte che si fa sempre più vicina. In questi casi per alcuni essa è come un sollievo, un abbandono di quel corpo stremato e segnato dal dolore.
Questa pandemia purtroppo ci ha dato un’altra visione del mondo, nel quale non siamo mai totalmente al sicuro, nemmeno nel proprio ambiente familiare, siamo costretti a mantenere le distanze con le persone più care; ormai il sorriso si può intravedere solo con gli occhi, da cui molte volte traspare un po’ di malinconia di ciò che avevamo e che eravamo.

Il bacio della morte
Il mondo non è più come prima e cambierà sempre, siamo noi a decidere se voler sopravvivere evolvendoci insieme ad esso oppure morire. Anche la morte ha assunto un nuovo significato, è sempre più vicina a noi, ormai è come un’amica indesiderata, come nel “bacio della morte”, scultura in marmo che si trova nel cimitero di Poblenou a Barcellona, opera di uno scultore anonimo, che ha voluto rappresentare la morte sotto forma di uno scheletro alato che bacia la sua giovane vittima.
In essa ciò che ci colpisce è quel bacio sulla fronte in cui c’è tenerezza verso ciò che ha passato la vittima; il corpo è completamente abbandonato alle braccia della morte che lo sostiene, qui si nota l’accoglienza della morte che diventa una socia e non una nemica da evitare, essa è al tempo stesso romantica e terribile.
Da quel bacio si intravede un ghigno dello scheletro che è riuscito a piegare il suo amante mortale, qui si vede il trionfo della morte sulla vita. Una statua suggestiva, e ancor più significativa, in un tempo come il nostro in cui l’inquietudine e la precarietà dell’esistenza sembrano avere la meglio.