22 Ottobre 2024
CariniCronaca

Carini, Centro Storico in mano ai vandali. Arciprete rimuove il Presepe.

Un atto di protesta forte quello dell’Arciprete di Carini, don Giacomo Sgroi, che con la rimozione del Presepe intende dare un segnale alla cittadinanza.

Le arance amare raccolte e lanciate su ogni cosa

Ormai da un paio di anni il Centro Storico di Carini, in particolare Piazza Duomo e le vie limitrofe, sono diventati luogo di incontro e di raduno di bande di giovani vandali, che dal tramonto in poi diventano i padroni assoluti di quello che un tempo era il salotto della Città, l’anima del commercio ma anche il cuore pulsante dell’economia di un piccolo paese agricolo, dove la mattina all’alba si andava alla ricerca del lavoro di giornata.

Una vera e propria “agorà” dove tutto prendeva vita.

C’era una volta Carini…

La trasformazione subita da Carini negli ultimi 25 anni, a causa di sciagurate scelte urbanistiche e di politica commerciale, ha portato al progressivo abbandono del Centro Storico, con la conseguente chiusura di decine di attività commerciali: negli ultimi 1o anni oltre il 60% dei negozi di vicinato ha abbassato per sempre la saracinesca; lasciando il posto all’occupazione di immobili ed all’arrivo di molti nuovi residenti che hanno cancellato il sistema di vita tipico dei paesi, dove nelle strade ci si conosceva tutti da generazioni e si viveva tranquillamente.

In questi giorni Piazza Duomo sembra una piazza di Kabul, “burqa” compreso. Ma non perché sono arrivati gli studenti coranici, i cosiddetti “talebani”, ma perché la sera è facile imbattersi in ragazzini incappucciati o con il volto coperto, che si divertono a distruggere qualsiasi cosa capiti loro a tiro. Oltre a lanciare bombe carta, mica petardi…, sotto le macchine o a far esplodere le cassette della posta, che infatti sono sparite.

I vandali in azione

Le scenografie del Presepe Vivente distrutte

Dagli imbrattamenti dei pregevoli monumenti architettonici presenti, come accaduto nei mesi scorsi, la posta si è alzata sempre più, raggiungendo il culmine ieri sera, 30 dicembre, con auto danneggiate, vere bombe (non saprei come definire un ordigno con 240 grammi di polvere pirica) fatte esplodere davanti al Duomo, con tanto di diretta Instagram; tentativi di incenerire il Presepe realizzato nel “tocco” (porticato) della Chiesa Madre e la devastazione delle scenografie del Presepe vivente realizzato dai bambini del catechismo nel Chiostro del Rosario.

La protesta dell’Arciprete

Questa mattina ho dato disposizione di disfare il Presepe della Piazza Duomo, il primo segno cristiano che è stato collocato nella nostra piazza in questo tempo di Natale e di mettere in sicurezza i personaggi. È un gesto provocatorio che vuole attirare ancora l’attenzione dei cittadini e delle Istituzioni alle quali chiediamo ancora una volta di garantire la sicurezza dei cittadini e del nostro centro storico e dalle quali ci aspettiamo un concreto e drastico intervento risolutivo“. Queste le tristi conclusioni di don Giacomo Sgroi su suo profilo facebook, in un comunicato nel quale spiega perché è stato costretto a togliere il Presepe.

Il video nelle “storie di Instagram”

Per tutta la mattinata è girato sui social il video dell’ultima impresa notturna della baby-gang: l’esplosione di una bomba carta proprio davanti l’ingresso della Chiesa Madre di Carini.

 

Ovviamente in tarda mattinata il video è scomparso dai social, ma intanto i Carabinieri avevano già identificato alcuni degli autori dello spettacolo, trovandogli pure in casa il resto dei petardi: i “pitbull”, giochi pirotecnici da 60 grammi utilizzabili solo da personale maggiorenne, esperto e munito di idoneo patentino.

Nel caso specifico dei giovani dinamitardi carinesi, il soggetto in questione è un undicenne, si avete letto bene 11 anni, ed aveva reperito 2 bombe carta realizzate unendo tra loro 4 “pitbull” per ciascuna, come fa vedere nel video “didattico”: una bella bomba carta da 240 grammi in grado di fare danni importanti.

Una di queste è quella che si vede esplodere nel video.

Carini, che fare?

Sono anni che i cittadini lamentano il degrado del Centro Storico di Carini, ma bisogna sempre aspettare il danno grave per cercare di porvi rimedio?

Poco o quasi nulla possono le forze dell’ordine, visto che le norme che regolano il settore sembrano favorire più chi commette questi reati odiosi piuttosto che i cittadini rispettosi delle regole. A questo aggiungiamo la scarsa presenza di presìdi di legalità sul territorio e la frittata è completa.

La Compagnia Carabinieri Carini, della città ha ormai solo il nome, visto che per la locale atavica mancanza di locali si sono spostati a Terrasini. La Stazione Carabinieri di Carini è ancora ospitata in un appartamento di servizio nell’agglomerato industriale, praticamente a Capaci, ed oltre ad essere in sottorganico sta anche facendo i conti con il Covid19.

Più o meno nella stessa condizione la Polizia Municipale, ridotta al lumicino come unità di personale. Ed in tutto questo la solita canzoncina dal titolo “picciuli un cci nne” impedisce straordinari e specifiche iniziative di controllo del territorio.

 

Certo da da pensare che per il Natale, in piena emergenza Covid, sono stati “trovati” circa 40.000 euro da destinare per le varie manifestazioni.

Magari potevano essere utilizzati meglio, per la prevenzione ed il recupero del disagio sociale, in progetti inclusivi.

Ambrogio Conigliaro

Giornalista pubblicista, guida AIGAE ed esperto di educazione ambientale, nel 2005 fondo Il Vespro dopo aver collaborato per anni con Carini Oggi. Lavoro per Legambiente nella Riserva Naturale Grotta di Carburangeli.

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