Isola delle Femmine, al via i lavori per la rimozione di “Café del Mar”

Finalmente, dopo anni di incuria, un’area litoranea molto importante potrà presto essere bonificata e tornare ad essere valorizzata come un tempo.

La Giunta Nevoloso e l’Ass. Reg. Totò Cordaro

Il sindaco Nevoloso, durante il Consiglio Comunale del 31.3.2022, aveva già comunicato con grande entusiasmo che l’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana con Decreto n.1843 del 17.12.2021 aveva destinato al Comune di Isola delle Femmine una somma pari a 32.940,00 € per lo smontaggio della struttura denominata “Café del Mar”, sita di fronte Viale Italia, in stato di abbandono da parecchi anni.

Conclusasi favorevolmente – secondo quanto riportato durante la seduta consiliare – l’annosa vicenda giudiziaria inerente a questa piattaforma, il problema principale rimaneva quello di reperire i fondi necessari alla sua rimozione, soprattutto in virtù dell’attuale disastrosa situazione economica e finanziaria in cui versa il nostro Comune.

Impresa riuscita con successo, grazie al contributo richiesto dall’Amministrazione Nevoloso alla Regione Siciliana. Adesso, non resta che attendere la conclusione dei lavori appena iniziati che porteranno alla definitiva rimozione di quell’obbrobrio, che da anni deturpa un tratto di scogliera prospiciente un’area del litorale molto frequentata dai bagnanti, impattando negativamente sull’ambiente.

Ma c’è di più.

La cancellazione dal P.U.D.M.

P.U.D.M.

La Giunta guidata dal sindaco Nevoloso ha ottenuto un altro importante risultato: la cancellazione di questa zona dal Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (P.U.D.M) come area demaniale concedibile (Delibera n.44 del 17.05.2021). Pertanto, in quello stesso spazio dove attualmente sorge Café del Mar non potrà essere più installata nessun’altra piattaforma.

Anche stavolta si sono rivelate errate le previsioni del consigliere Bologna, che durante la seduta consiliare aveva mostrato parecchio scetticismo sulle tempistiche dell’iter burocratico, ma soprattutto sulle capacità dell’attuale Amministrazione di portare a compimento l’intervento.

Invece di gioire per l’imminente bonifica di quel tratto di scogliera e complimentarsi (sia mai!) con il sindaco Nevoloso per il reperimento dei finanziamenti necessari per la rimozione della fatiscente piattaforma “Café del Mar”, cosa fa il buon consigliere Bologna durante la seduta consiliare? Ciò che gli viene meglio: perde immotivatamente le staffe ed attacca.

Si preoccupa di fare polemiche sterili, inutili, ripetitive, fastidiose e monotone. Pensa sempre e solo a puntare il dito contro gli avversari politici, a cercare pretesti per fare una critica distruttiva più che costruttiva, nella speranza, da un lato, di sminuire l’operato del sindaco Nevoloso, dall’altro, di raccogliere le briciole del suo passato, con l’intento di prendersi meriti che non ha, all’insegna del motto baudiano “Questo, l’ho inventato io!”.

Ahimè, è sempre la stessa storia ad ogni Consiglio Comunale. Sembra la puntina incantata di un giradischi rotto.

L’Ordinanza Bologna

Il “tarantolato” Bologna parla di mancanza di coraggio da parte del sindaco Nevoloso nell’emettere un’ordinanza di demolizione, quando lui stesso ammette di averne fatta una in precedenza (ordinanza sindacale n.47 del 05.08.2020), all’epoca in cui era Sindaco, senza poi nemmeno averla applicata. In poche parole, pretende che gli altri facciano ciò che lui non ha saputo o voluto fare.

Ma c’è di più.

Il Cafè del Mar

Quella stessa ordinanza di demolizione che il consigliere Bologna sfoggia in Consiglio comunale come borioso vessillo del suo impavido coraggio viene ritenuta il vero anello debole di tutta la complicata vicenda, così come evidenziato dall’Ufficio Legislativo e Legale (ULL) della Presidenza della Regione Siciliana (Relazione Prot. n. 24716213.20.8 del 02.11.2021).

Oltre il danno, la beffa. Infatti, si legge nella relazione dell’ULL che la ditta titolare della concessione «non è stata invitata a presenziare al sopralluogo, come invece prescritto dal (richiamato) art.192, comma 3, D.lgs. n.152/2006, in materia di rimozione di rifiuti e ripristino dello stato dei luoghi». Per di più, viene rilevato che dalla ordinanza «non risultano effettuati specifici accertamenti istruttori da parte di organi/uffici specializzati, inerenti alla affermata “emergenza sanitaria o di igiene pubblica”».

L’atteggiamento del consigliere Bologna in Consiglio comunale sembra la perfetta sintesi della frase pronunciata dal politico e diplomatico francese del Settecento, Charles Maurice de Tayllerand: “Il potere logora chi non ce l’ha”. L’ennesima dimostrazione di una piena crisi di astinenza da fascia tricolore.

E’ possibile notare, dal suo continuo rimarcare i quasi 20 anni di politica da lui condotti, un Bologna ancorato al suo passato da Sindaco, vittima del suo egocentrismo, della sua smania di potere e del suo narcisismo impenitente, ma poco interessato ad affrontare con serietà e compostezza un costruttivo e pacato dibattito politico.

In tutti i suoi interventi in Consiglio comunale, si mostra sempre autoreferenziale, facendo riferimento esclusivamente a se stesso e, al contempo, trascurando o perdendo di vista la complessità delle problematiche che, di volta in volta, si presentano.

a.B. e d.B.

In pratica, senza voler essere blasfemi, è come se lui, reputandosi al pari di nostro Signore, ritenesse che il tempo, ad Isola delle Femmine, debba essere suddiviso, mediante un suo personalissimo sistema di datazione temporale, in a.B. (avanti Bologna) e d.B. (dopo Bologna).

Tutto ciò che viene prima e dopo di lui è il nulla, mentre tutto ciò che ricade nell’arco temporale delle sue legislature è la perfezione più assoluta. Prova ne sono le continue insolenze nei confronti del Consigliere Pagano e del sindaco Nevoloso.

L’Ovetto Kinder

Non ultima, l’affermazione, più volte ripetuta, con toni denigratori, che, mentre Pagano e Nevoloso erano intenti a trascorrere piacevolmente la loro felice infanzia «giocando con l’ovetto Kinder», invece Lui, il Supereroe Bologna, l’Incredibile Hulk de’ noantri, il Super Mario Bros isolano, usava i suoi superpoteri per cambiare il mondo, sconfiggere il male e salvare l’umanità.

Dal momento che, a detta del narcisista Bologna, tutto ciò che va al di là del suo proverbiale ed altisonante percorso politico è da attribuirsi a qualcosa di puerile e ludico, a questo punto, riprendendo il famoso paradosso scientifico dell’uovo e della gallina, la domanda retorica che molti si pongono è: “E’ nato prima l’ovetto Kinder o Stefano Bologna?”.

Forse, riflettendoci, la riposta è proprio “Stefano Bologna”, che, a quanto pare, già da piccolo si divertiva ad indossare la fascia tricolore piuttosto che giocare con l’ovetto Kinder. Ah, ecco, adesso si spiegano tante cose.

Ma stranisce ancora di più il fatto che nessuno dei consiglieri del suo gruppo, seduto a pochi centimetri da lui, sia in grado di placare quest’ “ira funesta” che tutte le volte esplode ad ogni seduta consiliare. In particolare, durante il Consiglio comunale in questione, Bologna era circondato da ben 3 consigliere: Rosella Puccio, Giovanna Billeci ed Antonella Uva.

E’ mai possibile che 3 donne tollerino così passivamente i toni aggressivi ed il modo eccentrico del loro capogruppo, senza proferir parola? E’ mai possibile che 3 donne assistano, tutte le volte, in dimesso silenzio, a questi deliri di onnipotenza? Suvvia, un po’ di carattere e di buon senso. In giro, qualcuno, però, comincia a chiedersi se la componente rosa del gruppo capeggiato da Bologna abbia la reale possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero.

Ah no, dimenticavo: anche il diritto di parola in Consiglio comunale l’ha inventato lui!

Daniele Fanale