1 Dicembre 2023
Cronaca

Politica Isolana, Dionisi non cede al “canto della Sirena”.

Era ora! Sono passati 16 anni da quel lontano agosto 2007 e finalmente si torna a parlare di pianificazione del territorio in Consiglio comunale.

Infatti, durante la seduta dell’8 settembre scorso, il Consiglio comunale è stato chiamato a votare la presa d’atto per l’avvio della formazione del Piano Urbanistico Generale (P.U.G.) del Comune di Isola delle Femmine e la contestuale revoca degli atti avviati in precedenza.

Graduatoria finale contributi PUG

Un atto formale, richiesto dalla Giunta Nevoloso, propedeutico all’ottenimento di un contributo regionale di 37.500 € da parte dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente, utile per la creazione del più importante strumento di pianificazione territoriale ed urbanistica.

In pratica, la Giunta comunale aveva già avviato l’iter, approvando le direttive necessarie per l’elaborazione del P.U.G., ma, senza l’approvazione della presa d’atto da parte del Consiglio comunale, il Comune di Isola delle Femmine non avrebbe potuto essere ammesso al finanziamento.

La fine del tortuoso iter del PRG

Come evidenziato dal sindaco Nevoloso, nel corso del suo intervento introduttivo, tale azione serviva a sancire «la fine del tortuoso ed articolato iter del P.R.G.» (Piano Regolatore Generale), ai sensi della Legge Regionale 71/78, permettendo l’adeguamento al più moderno contesto normativo tracciato dalla Legge Regionale 19/2020, che, ad oggi, prevede l’adozione di un nuovo strumento di pianificazione territoriale chiamato P.U.G.

«La concessione di questo finanziamento favorirebbe e velocizzerebbe enormemente l’iter di adozione del P.U.G., non attingendo a risorse di bilancio», ha affermato il Sindaco, esortando tutti i consiglieri a non lasciarsi sfuggire questa «ghiotta occasione».

Infatti, nelle condizioni di dissesto finanziario in cui versa il Comune, usufruire di questo contributo, preservando le risorse proprie dell’Ente, sarebbe stata una vera e propria manna dal cielo.

L’architetto Valguarnera, chiamato a relazionare dal punto di vista tecnico, ha ribadito che, non essendoci, di fatto, atti di pianificazione successivi al 2007, la revoca richiesta dall’Assessorato Territorio e Ambiente è semplicemente una formalità.

L’ex sindaco Bologna, ovviamente contrario

Contrario, sin da subito, alla presa d’atto il consigliere Bologna che, non solo reputa errato l’iter procedurale, sostenendo che debba essere il Consiglio Comunale a fare un atto di indirizzo alla Giunta per l’elaborazione del P.U.G., ma teme anche le ricadute negative prodotte dagli eventuali atti non revocati, dimenticandosi completamente che, solo pochi minuti prima, l’Arch. Valguarnera aveva asserito che non ci fossero atti da revocare.

Semplice smemoratezza senile o mancanza di fiducia verso il responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale?

Ma le cantonate di Bologna non finiscono qua. Immediatamente dopo, a supporto del suo dissenso alla presa d’atto, critica la mancata revoca degli incarichi preesistenti, assegnati all’architetto Gangemi, relativi al P.R.G. e alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica).

Ma come si possono revocare degli incarichi ad una persona ormai deceduta? Forse l’unica alternativa, come suggerito dal Sindaco, era quella di trasformare la seduta consiliare in una seduta spiritica. Non ci vogliono particolari competenze o lauree per capire che va da sé che gli incarichi decadano automaticamente, una volta venuto a mancare l’assegnatario. Qualcuno lo spieghi al consigliere Bologna, please.

Dulcis in fundo, il consigliere Bologna invita l’Amministrazione ad informarsi se ci siano collaboratori o tecnici dello «Studio Gangemi» che vogliano rivalersi sugli incarichi assegnati e sulle somme pattuite, dimenticandosi, proprio lui, che era Sindaco all’epoca del conferimento della mansione, che il mandato era stato affidato alla persona e non ad uno Studio.

Alla ricerca dell’atto perduto…

Il consigliere Giuseppe Rubino, nel corso del suo intervento, dichiara di aver fatto delle ricerche approfondite e di essersi rivolto all’Arch. Valguarnera, il quale gli ha confermato l’assenza di atti da revocare. Pertanto, espone le sue perplessità sul fatto di andare a revocare atti inesistenti.

Inoltre, sottolinea che, nonostante all’Arch. Gangemi sia stata data una somma in acconto per l’incarico, non sia stato, però, prodotto nessun atto. Infine, teme l’eventualità che, a seguito di una revoca degli atti prodotti, si possa incorrere nel pagamento di alcune penali. In pratica, la risposta ai suoi dubbi è già lì, nelle sue considerazioni, ma non se ne accorge.

Il sindaco Nevoloso replica alle critiche di Bologna, precisando che la revoca serve a sanare una mancanza imputabile proprio all’ex sindaco Bologna, che l’iter adottato è quello stabilito dalla nuova normativa e che l’Arch. Gangemi non ha prodotto nulla, perché non è stato messo nelle condizioni di poter lavorare, non avendo mai ricevuto le giuste cartografie.

Istantanea dalla seduta del Consiglio Comunale

Con tanto di documentazione alla mano, il Sindaco supporta le sue dichiarazioni, leggendo la nota (protocollo n.16033 del 23/11/2016), arrivata da parte del Dipartimento Regionale Urbanistica, con la quale, nel 2016, veniva restituito il P.R.G. per una nuova adozione.

A quel punto, l’allora sindaco avrebbe dovuto far convocare il Consiglio comunale, di cui aveva la piena maggioranza, per una presa d’atto, che sarebbe servita per dare mandato ad un nuovo tecnico per la rielaborazione del P.R.G.

All’epoca, Bologna decise di non coinvolgere il Consiglio comunale, ma di fare solo una delibera di Giunta. Ma non era lui che, ad inizio seduta, aveva criticato l’inversione dell’iter attuato dalla Giunta Nevoloso? Nel 2016, a quanto pare, l’iter tanto “sponsorizzato” non esisteva proprio, perché nasceva e moriva nella Giunta Bologna.

«L’ultimo P.R.G. risale al 1978 – ha affermato il Sindaco – Con la discesa in campo di Bologna, il primo a morire sotto gli effetti della sua politica è stato il P.R.G., allo stesso modo di quando arriva una specie aliena in un sistema biologico, facendone scomparire un’altra. Fino a quando Stefano Bologna non faceva politica, ad Isola c’era un P.R.G.».

Il “killer” del PRG

«Carissimo consigliere “killer del P.R.G.” – ha voluto precisare Orazio Nevoloso, rivolgendosi a Bologna l’iter del P.U.G. va avanti, a prescindere dal finanziamento, perché nel nostro programma elettorale lo abbiamo previsto».

Il consigliere Bologna, a sua volta, replica, sostenendo che, nel 2016, non doveva essere fatta alcuna presa d’atto e revoca degli atti da parte del Consiglio comunale, ma che il P.R.G. restituito doveva essere solamente aggiornato e revisionato.

Inoltre, visibilmente irritato, a causa dell’appellativo (“Il killer del P.R.G.”) con cui lo ha definito Nevoloso, Bologna si inalbera e ne fa una questione morale sull’uso improprio del termine (vedi qui), quando era evidente a tutti che si trattava di una ironica metafora politica.

Proprio lui che, in questi anni, non ha mai avuto remore ad elargire le peggiori offese personali all’interno del Consiglio comunale.

Lui che non ha mai saputo dove stia di casa il politically correct.

Proprio lui che, per un attimo, travestendosi da finto puritano, sale in cattedra, lanciandosi in una boriosa paternale contro il Sindaco, per poi, qualche minuto dopo, tornare ad offendere, per l’ennesima volta, il pubblico presente in aula, donne comprese.

Sì, perché sembra proprio che Bologna spesso usi il potere conferitogli dal suo ruolo istituzionale, per attaccare, offendere e provocare il pubblico, pur essendo consapevole che gli astanti non sono autorizzati né ad intervenire né a replicare. Poi, magari, al di fuori del contesto consiliare, privato di quella “protezione” che la sua carica gli conferisce, non avrebbe mai il coraggio di affrontare, a viso aperto, i destinatari delle sue offese.

Cuor di leone in aula, pecorella impaurita fuori, nel prato della vita.

“I MIEI Consiglieri”

«Lei si deve vergognare! I miei consiglieri non li deve neanche nominare!!!», inveisce Bologna, rivolgendosi al Sindaco che, poco prima, si era rivolto ai consiglieri di “Un’altra Isola…Sì”, per spronarli a riflettere sulla possibilità del finanziamento.

Ma di cosa ha paura? Che si possano risvegliare dal lungo letargo in cui sono caduti e ravvedersi improvvisamente? Improbabile. Sembrano più che altro spettatori passivi di uno spettacolo, in cui recitano la parte dei figuranti a pagamento. Probabilmente, il loro obiettivo è quello di confondersi con il pubblico.

Il Consigliere Puccio “impegnato” al cellulare

Poi, però, c’è pure chi, mostrando apertamente il suo disinteresse, sta lì a sonnecchiare, messaggiare o giocare col cellulare. Per maggiori delucidazioni chiedere al consigliere Maurilio Puccio.

«Siccome i suoi consiglieri vengono imboccati da lei e non leggono neanche le carte, lei può dire quello che vuole», dirà successivamente Orazio Nevoloso a Bologna. Ma, anche di fronte ad un’accusa del genere, i consiglieri di “Un’altra Isola…Sì” mostrano tutta la loro ignavia, restando in silenzio.

D’altronde, “chi tace acconsente”. Tuttavia, anche se avessero affermato il contrario, le loro facce in Consiglio comunale avrebbero parlato per loro, rivelandoci la verità dei fatti.

Facce spaesate e sguardi persi nel vuoto, come quelle di alunni impreparati che, non avendo fatto i compiti a casa, cercano di nascondere la testa sotto il banco, sperando che qualcuno si offra volontario.

Eppure, parliamo di gente che, lauree a parte, nella società civile, cerca di darsi un tono da maestrina o da professorino. Candidati che, alle scorse elezioni, per accaparrare voti, millantavano capacità e competenze fuori dal comune.

Perché, si sa, fuori dal Comune, siamo tutti bravi ad elargir consigli e trovare soluzioni qualunquistiche ai mali che affliggono il nostro paese. Poi, però, arrivano in Consiglio comunale, ricevono una bella bicicletta nuova, fiammante, con tutte le marce, e loro nemmeno ci provano a salire e pedalare. Tanto c’è chi conduce e pedala per loro.

E non importa se la direzione sia giusta o sbagliata, se l’obiettivo sia il bene della collettività. L’importante è essere barattoli di latta attaccati all’auto degli sposi. Loro stanno lì, privi di una benché minima personalità ed autonomia di pensiero, a fungere da consiglieri da rimorchio, trainati solamente da invisibili fili, mossi da abilissime mani da Mangiafuoco.

Tutto sta nel modo in cui un aspirante politico si propone al popolo. Se ti proponi come sapientone titolato o come Signorina Rottermeier, poi, le aspettative sono alte, altissime. E, se, una volta ottenuto lo scranno, ti ci adagi passivamente sopra e non ti impegni adeguatamente, dimostrando con i fatti, ciò che vuoi far credere di essere, il fallimento è assicurato.

Se ti proponi, invece, come altri, in ruoli più umili e più congeniali alle tue reali capacità, ritagliandoti degli spazi tuoi all’interno del contesto politico di cui fai parte, allora sei più credibile.

… la tua voce come il coro delle sirene di Ulisse m’incatena…

Il consigliere Dionisi, rispetto al Consiglio comunale precedente, in cui aveva scambiato la seduta consiliare per una riunione di condominio tra allegre comari, all’insegna del pettegolezzo, finalmente dimostra di interessarsi seriamente alla problematica, mettendo in luce le sue competenze tecniche e la sua padronanza della materia trattata.

Sebbene il suo lungo intervento appaia, a volte, un po’ troppo farraginoso e noioso nell’esposizione, tuttavia risulta frutto di una lunga esperienza sul campo. Infatti, nel fare la cronistoria del P.R.G., Dionisi parla di aree a parcheggio diventate magicamente edificabili e di una lottizzazione, approvata nella precedente legislatura targata Bologna, che ha interessato le cosiddette zone bianche, in cui avrebbero dovuto, invece, sorgere parcheggi e aree destinate a servizi.

In questo caso, però, sarebbe stato opportuno che il consigliere Dionisi approfondisse meglio l’argomento, dando maggiori spiegazioni ai cittadini e facendo nomi e cognomi dei responsabili. Ecco, questo sì che avrebbe dato seguito e valore alle sue parole del precedente Consiglio comunale, in cui ci ha tenuto a precisare di non essersi mai nascosto e di aver fatto sempre tutto alla luce del sole.

Inoltre, Dionisi afferma di essersi recato personalmente, insieme al consigliere Rubino, presso l’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente, per chiedere quali fossero gli atti da revocare direttamente all’Architetto Beringheli, Dirigente Generale del Dipartimento dell’Urbanistica, firmatario della nota (prot. n. 11709 del 27/07/2023), arrivata al Comune di Isola delle Femmine, relativa alla concessione del contributo.

Secondo quanto riportato da Dionisi, l’Arch. Beringheli, dopo un’iniziale titubanza dovuta alla mancata conoscenza della vicenda specifica, leggendo la nota (protocollo n.16033 del 23/11/2016), con la quale, nel 2016, l’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente aveva restituito al Comune di Isola delle Femmine il P.R.G. adottato nel 2007, aveva affermato: «Se è in riferimento a questi atti, non dovete revocare nulla, perché quell’atto noi vi abbiamo detto che è morto, quindi questa dicitura di revocare atti non c’è bisogno di andarla a fare».

Dionisi riferisce che la richiesta di revoca degli atti è stata disposta direttamente da Beringheli, in via cautelativa, a causa di un precedente contenzioso con un progettista di un Comune delle Madonie, che è poi sfociato in un procedimento a suo carico da parte della Corte dei Conti.

A quel punto, «per mettersi il ferro dietro la porta», il Dirigente avrebbe deciso di chiedere questo adempimento a tutti i Comuni che stanno avviando l’iter del P.U.G. Dionisi riferisce, inoltre, che, a detta di Beringheli, questa revoca degli atti non è «neanche prevista dalla legge» (vedi qui la dichiarazione).

La ricerca infinita

Infine, il consigliere racconta anche di avere approfondito l’argomento, il giorno dopo, con l’Arch. Valguarnera, facendo un’attenta ricerca dei documenti, senza trovare nessun atto prodotto dall’Arch. Gangemi.

Se qualcuno, però, pensava che, a questo punto, la partita fosse definitivamente chiusa, si sbagliava di grosso.

Sì, perché Dionisi non smette mai di stupirci.

Nonostante l’Arch. Beringheli (secondo quanto riferito), l’Arch. Valguarnera, il Sindaco, il Presidente Rappa e anche lo stesso Dionisi abbiano confermato che non ci fossero atti precedenti da revocare, l’alter ego di Dionisi ha l’ardire di affermare: «Oggi, è una forzatura andare a votare una delibera, dove si chiede di revocare atti, SENZA SAPERE QUALI SONO».

Ma come?! Se facciamo un rewind e riascoltiamo/rileggiamo quello che lui stesso ha riportato durante il suo intervento, sbaglio o aveva detto che non c’erano atti da revocare?

Come fatto in precedenza dal consigliere Rubino, suo capogruppo, Dionisi non si accorge nemmeno che la risposta ai suoi dubbi è già contenuta nei suoi racconti. O, forse, il suo “stato confusionale” era dettato più che altro dagli sguardi ammonitori che il consigliere Bologna gli lanciava candidamente ed apertamente dal fronte opposto?

Sì, perché tutti abbiamo notato Bologna e Dionisi “amoreggiare”, durante tutta la seduta consiliare, scambiandosi languidi sguardi di intesa, che sicuramente denotano un feeling politico che va al di là dell’aula consiliare.

Visti i timori e le perplessità mostrati dai due consiglieri di Fratelli d’Italia nonché la ferma opposizione da parte di Bologna, il sindaco Nevoloso, per superare l’impasse, suggerisce: «Se il Consiglio comunale ha rilevato che non c’è nessun atto da revocare, si può emendare la proposta e dare atto che, allo stato dei fatti, non c’è nessun documento da revocare».

Proposta avallata, poco dopo, dal consigliere Pagano: «Se adottassimo una differente formulazione o andassimo a specificare che nella sostanza non ci sono atti precedenti da parte del Consiglio da revocare, la proposta sarebbe condivisibile da parte del gruppo Fratelli d’Italia?».

Il consigliere Giuseppe Rubino immediatamente condivide l’idea con convinzione ed entusiasmo, come se non aspettasse altro.

Dionisi, invece, rimane perplesso ad osservare Bologna, che, nel frattempo, vistosamente, gli faceva segno di “no” con la testa, cercando di indurlo a rifiutare la proposta. Probabilmente, l’ipotesi di approvare la presa d’atto non era stata nemmeno contemplata dalla premiata ditta Bologna-Dionisi.

Ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo…

Le proposte del Sindaco e di Pagano hanno sicuramente fatto saltare i piani iniziali, creando smarrimento in Dionisi, che, tuttavia, dopo un’iniziale perplessità, è indotto ad opporre resistenza e non farsi ammaliare dal seducente e melodioso “canto” della “Sirena” Bologna.

In questo caso, però, chi lo “inchioda al palo”, fornendogli la corda con la quale “legarsi” e resistere al richiamo ammaliante della “Sirena”, è il suo compagno di partito Giuseppe Rubino, sempre più a suo agio nei panni del capogruppo. Dionisi inizia così una lunga e tormentata lotta contro il suo istinto ed il suo orgoglio, che lo spingerebbero a liberarsi ed a cedere alle dolci lusinghe ed ai fervidi ammonimenti della “Sirena”, ma Giuseppe Rubino, saldo nella sua decisione, lo conduce per mano fino alla scelta finale.

In seguito alla presentazione di due emendamenti, che hanno consentito di riformulare la proposta di delibera, specificando l’assenza di atti da revocare, la presa d’atto viene approvata con 6 voti favorevoli (CambiAmo Isola, Fratelli d’Italia e Rappa) e 5 contrari (Bologna e i suoi consiglieri).

Con D.D.G. n.191 del 13/09/2023, è stata pubblicata, da parte del Dipartimento Regionale Urbanistica, la graduatoria dei Comuni aventi diritto al finanziamento per la creazione del P.U.G. Grazie all’approvazione della presa d’atto, Isola delle Femmine è risultata vincitrice di un contributo di 37.500 €.

E, mentre il nostro Comune può usufruire di questo ulteriore finanziamento, utile alla pianificazione del territorio, nel frattempo, Dionisi pare abbia ripreso, almeno temporaneamente, il suo viaggio verso la sua patria “Itaca”, sospinto da un forte vento propizio soffiato dal compagno Giuseppe Rubino.

Di contro, il “Sirenetto” Bologna ed il suo gruppo sono ancora alla ricerca del loro iter più corretto, ossia il percorso più congeniale per continuare a fare ostruzionismo sterile al bene della collettività.

Daniele Fanale

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