10 Settembre 2024
CariniCronacaPrimo piano

Indagine NEMESI: arrestato l’imprenditore Giovanni Palazzolo. Secondo la DIA è organico alla mafia

A distanza di poco più di 2 mesi la Procura di Palermo assesta un altro colpo alla mafia ad Occidente di Palermo. Arrestato l’imprenditore carinese Giovanni Palazzolo ed indagato un Luogotenente della Guardia di Finanza residente a Carini ma originario della Campania ed in servizio a Palermo.

Nella tarda mattinata di mercoledì 10 aprile gli uomini della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) su richiesta dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) e dopo una indagine durata 2 anni, all’insolito orario della tarda mattinata, hanno notificato all’imprenditore la richiesta di custodia cautelare mentre al Luogotenente, al quale viene contestata la violazione del segreto d’ufficio, è rimasto in libertà ma sospeso dal servizio.

I motivi dell’ordinanza di custodia cautelare

Giovanni Palazzolo

Scrive la DDA nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Palazzolo: “… per avere, unitamente ad altri associati, molti dei quali definitivamente condannati in altri procedimenti… omissis… fatto parte dell’associazione mafiosa Cosa Nostra e, dunque, avvalendosi, insieme, della forza di intimidazione del vincolo associativo e della considizione di  assoggettamento ed omertà che ne deriva, per commettere delitti, per acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sè e per altri e per impedire e ostacolare il libero esercizio del voto, nonchè di procurare voti per sè e ad altri in occasione di consultazioni elettorali“.

Delle accuse mosse dalla DDA, quelle che hanno destato più clamore mediatico, nelle immediatezza della notizia, sono state quelle relative al coinvolgimento dell’amministrazione comunale di Carini, riportate dai giornali in maniera molto generica, anche se in qualche testata online sono stati riportati ampi stralci dell’Ordinanza.

…continui e costanti contatti occulti con l’Amministrazione Comunale e gli uffici municipali

La DDA contesta a Palazzolo, tra le altre cose,”avere garantito alla famiglia mafiosa di Carini continui e costanti contatti occulti con l’Amministrazione Comunale e gli uffici municipali del Comune di Carini, così consentendo alla medesima cosca mafiosa di vedere rappresentati i propri interessi illeciti nei confronti di detto Ente Locale. … omissis … In Carini ed altre località, almeno dal 2000 sino alla data odierna.

Le indagini su Palazzolo prendono spunto dalle dichiarazioni del pentito carinese Gaspare Pulizzi, arrestato nel novembre del 2007 insieme ai boss palermitani Salvatore e Sandro Lo Piccolo a Terrasini, e pentitosi nel gennaio del 2008.

Le dichiarazioni di Pulizzi saranno poi confermate, con l’aggiunta di particolari, dall’altro pentito carinese Antonino Pipitone, arrestato anche lui nel 2007 ma in gennaio in occasione di “Operazione Occidente“, e pentitosi nel settembre 2016.

Le indagini iniziano 13 anni dopo le prime dichiarazioni dei pentiti. Molti i reati già prescritti.

La parte operativa delle indagini, con la collocazione di microspie ed intercettazioni ambientali, prende corpo solo nel 2021, 13 anni dopo le dichiarazioni di Pulizzi e 5 anni dopo quelle di Pipitone, quando la maggior parte dei potenziali reati commessi raccontati dai 2 pentiti erano già andati in prescrizione (quantomeno per i pubblici dipendenti ed amministratori comunali chiamati in causa).

Accertata l’attendibilità delle dichiarazioni di Pulizzi e Pipitone, che hanno portato a decine di sentenze passate in giudicato per vari reati tra i quali omicidi di cui si sono pure auto accusati, è forse giunta l’ora di occuparsi dei reati commessi dai cosidetti “colletti bianchi”, ovvero da coloro che non sono organici alla mafia ma dai propri rapporti con i suoi rappresentanti ne traggono i massimi benefici, non sporcandosi direttamente le mani ma limitandosi a “raccogliere la marmellata dal barattolo“.

La longa manus dentro il Comune. Il racconto del pentito Gaspare Pulizzi nel 2008.

Racconta Pulizzi nel 2008: “Lui è sempre stato… Giovanni da un po’ di anni con la politica, al Comune… diciamo che ha avuto… diciamo una longa manus dentro il Comune“.

Alle richiesta da parte degli inquirenti di specificare cosa volesse dire, Pulizzi racconta dei rapporti privilegiati con il sindaco dell’epoca dei fatti raccontati, Tanino La Fata,  che ha già dichiarato in questi giorni di stare procedendo a querelare chi lo ha tirato in ballo nella vicenda, dichiarandosi estraneo ad ogni fatto narrato.

Viene chiesto allora a Pulizzi se i rapporti si limitassero soltanto al Sindaco oppure anche a qualche assessore e la risposta apre a nuovi scenari: “Ma poi… poi sono tutti… quasi tutti paesani… quindi...”. Qui l’Ordinanza presenta degli “omissis” in riferimento ai nomi dei potenziali assessori coinvolti ed in rapporti confidenziali con il Palazzolo. E sempre che i nomi si limitino solo ad assessori e non anche ad altri politici con altri ruoli.

Il mecenate dello Sport carinese: prima il calcio e poi il volley.

Sono gli stessi anni in cui Palazzolo si dedica anche allo sport, investendo centinaia di migliaia di euro prima nel “Carini Calcio“, sfiorando la promozione al campionato Interregionale, e successivamente nella Pallavolo con la “Team Volley Carini” arrivando a centrare la promozione in Serie B1. Palazzolo subentra nella gestione del Carini Calcio a Salvatore (Totò) Cataldo. Curiosi alcuni dei nomi dei componenti del direttivo della società a quel tempo: Giovanni Palazzolo presidente, Consiglieri: Salvatore Cataldo, Gaspare Pulizzi, Buzzetta Giuseppe.

Pulizzi viene pure sentito nel 2018 dalla Procura della Repubblica di Bologna, sempre su Giovanni Palazzolo e sui capitali a sua disposizione. Pulizzi racconta delle ingenti disponibilità di somme di denaro provenienti non solo dai fratelli Pipitone ma anche da qualcun altro, risorse che evidentemente non venivano investite soltanto nell’edilizia locale, viste le molteplici attività produttive legate a Palazzolo.

Le dichiarazioni del pentito Antonino Pipitone nel 2016

Per approfondire e riscontrare le informazioni su Palazzolo raccontate da Gaspare Pulizzi nel 2008, i Pubblici Ministeri nel 2016 raccolgono le informazioni del nuovo pentito di mafia Antonino Pipitone, che non solo conferma quanto raccontato da Pulizzi, ma aggiunge dettagli e particolari visti e vissuti in prima persona.

Pipitone inizia a raccontare quanto di sua conoscenza iniziando dalla variante urbanistica della vasta area di Contrada Ciachea, al confine tra Carini e Capaci, un tempo di proprietà del Barone Calefati di Canalotti.

Anche in questo caso ampi stralci dell’ordinanza sono stati pubblicati dalle varie testate, in riferimento alla costruzione del centro commerciale Poseidon. Ma ad una attenta lettura ci sono altri particolari da attenzionare nelle dichiarazioni di Pipitone, che racconta: “C’è stata la trattativa con il Barone Canalotti, suo figlio Guido, quando era ancora vivo il Barone, questa me la ricordo, prima del capa… del Poseidon ci fu la lottizzazione, che hanno sempre creato in Viale Ciachea, sempre dal Barone… omissis“.

Prima del Poseidon ci fu la lottizzazione

Pipitone accenna velocemente ad un’altra grande speculazione edilizia sull’area, quella relativa alla lottizzazione su un’area di circa 140.000 mq, antecedente la variante per il Poseidon. Sarebbe interessante capire cosa volesse dire con: “… prima del Poseidon ci fu la lottizzazione…“.

Nel prosieguo delle dichiarazioni di Pipitone altri particolari interessanti: “… però mi ricordo che c’erano delle trattative, che il terreno era verde agricolo, si trasformare in edificabile come zona commerciale, e già dipendeva dal Comune di Carini, messi tutti d’accordo tutta la corrente politica di quel periodo che doveva fare la trasformazione sul piano regolatore… omissis… Tutti i miei zii erano intervenuti… Prima hanno fatto l’accordo con il Barone Canalotti, dopo c’è stato… che era morto il Barone Canalotti era subentrato Guido, che era a conoscenza a prescindere di tutto perché Guido era sempre negli appuntamenti. E si era stabilito, che io mi ricordi, un prezzo da destinare per Carini, che subentrava anche il Comune di Carini per una certa… una certa quota.”

Trattavano sempre mio zio Vincenzo e Di Maggio Antonino, perché dopo Giovanni Battista era in galera, trattavano questa vendita con il Comune di Carini, con l’architetto di Carini, il Sindaco, la Corrente… omissis… La Fata come Sindaco, però dopo tutti gli altri nomi non me li ricordo Dottore, comunque tutta la corrente… tutta… tutta partecipa a questa cosa“.

Il P.M. Tartaglia a questo punto chiede: ” Ma quando lei dice “i miei zii trattavano con il Comune di Carini”, al di là di quello che ci possiamo immaginare, che significa materialmente, che facevano?“.

500 milioni di lire “se li divideva il Comune”…

E Pipitone risponde: “In base alla quota che si era stabilita con Canalotti, che la quota che si doveva uscire del Poseidon era 1 miliardo di lire, con la vecchia lira, perché c’é… ai tempi c’era la Lira quando si parlava del Poseidon. Allora la quota era… per esempio cinquecento milioni si prendeva la famiglia mafiosa di Carini e cinquecento milioni, che mi sembrano eccessivi, comunque molto di meno, se li divideva il Comune che doveva fare il cambio di destinazione d’uso“.

Il P.M.: “Quindi dava soldi a funzionari comunali o…

Pipitone: “Si“.

Quindi, secondo le dichiarazioni del pentito Antonino Pipitone, per la variante urbanistica per consentire la costruzione del Poseidon fu pagata una tangente da mezzo miliardo di lire, ma a chi?

Continua Pipitone: “Si, si, si, era a conoscenza, erano d’accordo, tutti messi d’accordo. Non so quantificare i soldi che si prendeva il Comune, ma erano tutti d’accordo“.

Segue tutta la descrizione minuziosa sui presunti incontri a casa del Sindaco La Fata, oggetto di minacce di querele e comunicati stampa. Continua con la mediazione operata sempre da Palazzolo in altre occasioni di cambi di destinazione d’uso o certificati comunali per lottizzazioni. Nello specifico racconta di ulteriori dazioni in denaro da parte di un costruttore verso funzionari comunali per una lottizzazione limitrofa a Serra Cardillo.

Continua…

 

Ambrogio Conigliaro

Giornalista pubblicista, guida AIGAE ed esperto di educazione ambientale, nel 2005 fondo Il Vespro dopo aver collaborato per anni con Carini Oggi. Lavoro per Legambiente nella Riserva Naturale Grotta di Carburangeli.

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