“Sciroppo di sarde”: ad Isola, il consigliere Rubino lancia il suo nuovo brand sul Mercato…del pesce
Durante la seduta consiliare del 18 aprile scorso, il Consiglio comunale è stato chiamato ad esprimersi in merito all’approvazione del Regolamento del Mercato del pesce, punto all’ordine del giorno già introdotto durante la seduta del 18 dicembre 2023 e rinviato per dare la possibilità ai gruppi consiliari di presentare eventuali emendamenti.
La proposta, in questi mesi, è già stata oggetto di esame da parte della Commissione comunale consultiva “Pesca ed Area Marina Protetta”, in riunioni alle quali hanno presenziato i consiglieri Benedetto Nevoloso, Scarpa, Rossella Puccio e Bologna. Sono passati esattamente 4 mesi, ma nulla di fatto. Tutto sembra rimasto al punto di partenza, come se da parte di qualcuno non ci fosse proprio la volontà di regolamentare la gestione del Mercato.
Sin dalle prime battute, il consigliere Bologna mostra la sua ritrosia ad avallare l’approvazione di tale regolamento, ritenendolo non necessario ed inopportuno, perché tardivo e, a suo dire, non in grado di apportare alcun beneficio né ai pescatori né al concessionario del Mercato.
I “quesiti” di Bologna
Inoltre, ha dichiarato di avere posto all’Amministrazione tre quesiti, ai quali non sono state fornite risposte da lui ritenute tecnicamente valide, salvo, pochi minuti dopo, essere smentito dal sindaco Nevoloso, che ha replicato, punto per punto, alle critiche, suffragando le sue argomentazioni con carte alla mano.
Nello specifico, le questioni, di carattere meramente tecnico e burocratico, riguardavano:
1) la trasmissione all’Assessorato regionale della Pesca del bando e del contratto di concessione, approvati 2 anni prima;
2) l’invio del Regolamento a vari enti, quali Assessorato Territorio e Ambiente, Dipartimento regionale della Pesca, Demanio Marittimo e Capitaneria di Porto, al fine di verificare il rispetto delle linee guida della Regione;
3) la motivazione per cui la proposta è stata affidata al 6° Settore (“Entrate tributarie e Attività produttive”) piuttosto che al 5° settore (“Lavori pubblici e Manutenzione”), che, nel 2022, aveva curato l’appalto e la concessione del Mercato del pesce.
La risposta del Sindaco
Il Sindaco ha ribattuto, precisando che:
1) il bando ed il contratto erano già stati trasmessi e successivamente anche re-inoltrati (per evitare fraintendimenti) all’Assessorato regionale della Pesca;
2) si è ritenuto di evitare inutili perdite di tempo, dal momento che era risaputo che nessuno degli enti indicati da Bologna aveva competenze in merito alla regolamentazione della vendita del pescato (anche il Dipartimento regionale della Pesca, a seguito di istanza ufficiale, aveva confermato che la materia non era di sua pertinenza);
3) trattandosi di un regolamento relativo alla gestione di un mercato, la competenza spetta al 6° Settore (Attività produttive), in quanto «non è l’ubicazione, ma la funzione che determina il settore responsabile».
«Grazie a questo regolamento – ha sottolineato il Sindaco – qualunque sia il concessionario che, negli anni a venire, si occuperà della gestione deve sapere che quel Mercato nasce per valorizzare la Marineria isolana e il prodotto ittico locale».
Nevoloso ha, inoltre, precisato che, nei banchetti all’aperto, si venderà solo il prodotto ittico locale, ovvero il pesce pescato ad Isola delle Femmine, mentre nella pescheria (locale al coperto) il prodotto ittico regionale siciliano. In virtù del successo dei precedenti eventi culturali e gastronomici organizzati in quel sito, l’Amministrazione, tramite questo regolamento, ha ritenuto opportuno dare la possibilità di adoperare quegli spazi, nelle ore in cui l’area non funge da Mercato, per creare attività volte alla valorizzazione ed alla promozione del prodotto ittico locale.
In un successivo intervento, il consigliere Bologna, criticando la proposta redatta, suggerisce al Sindaco di documentarsi su internet e studiare il Regolamento relativo al Mercato ittico del Comune di Marina di Camerota (in provincia di Salerno).
Chissà perché, in trent’anni di politica, quando la carica rivestita gli conferiva il potere di incidere sul territorio, non ha mai avuto lui stesso quella curiosità e quella voglia di mettersi al PC, per fare tali scrupolose ricerche, che, adesso, dall’alto della sua spocchia, consiglia ad altri.
Ancora una volta, il consigliere Bologna parla come se fosse un verginello alla sua prima esperienza politica, dimenticandosi forse di essere stato un usurato Sindaco per tantissimo (forse troppo) tempo. Certo, ci vuole coraggio a criticare ciò che gli altri fanno e che tu non sei stato in grado di fare, pur avendone l’opportunità. Di certo, è la persona meno indicata e meno credibile per fare lezioni politiche su come redigere un regolamento sul Mercato del pesce.
Bologna il giustiziere
E, come se non bastasse, in seguito ad una battuta del Sindaco nei confronti del consigliere Giuseppe Rubino, Bologna ci viene a fare pure la morale, pontificando su come ci si dovrebbe comportare in Consiglio comunale. “Da che pulpito viene la predica”!! Proprio lui che, in questi anni, non ha lesinato le peggiori offese gratuite (altro che battute!) sia al pubblico presente in aula che al Sindaco e ad alcuni consiglieri.
Anche stavolta sembra che l’avanzare dell’età o forse le sue preoccupazioni giudiziarie stiano lentamente fiaccando la sua labile memoria. Occorre, a questo punto, aiutarlo a recuperarla. Ma sbaglio o era proprio il consigliere Bologna che, il 13 aprile 2022, in Consiglio comunale (dal minuto 2:26 a 3:05), minacciava di scagliare il suo telefonino contro il consigliere Pagano, definendolo, successivamente, ad un anno di distanza, il 5 aprile 2023 (dal minuto 35:45 a 36:08 e dal minuto 50:50 a 51:05), «deficiente» e «squilibrato»?
Per non parlare, poi, di tutte le volte in cui Bologna ha appellato Pagano come «bipolare» e «malato di mente». Ma stiamo parlando sempre di quello stesso Bologna che, nella precedente legislatura, era solito definire alcuni cittadini presenti in aula «Bestie di Satana» e «odiatori seriali»?
Che anche lui sia stato folgorato sulla via di Damasco?
No, questa sua recente svolta ascetica in Consiglio comunale, caratterizzata da un’artefatta aura di santità, non ci convince per niente. Così come non ci convince nemmeno l’accorata difesa nei confronti del suo precedente “nemico” (?) Giuseppe Rubino, che è apparsa come pura piaggeria politica, finalizzata più che altro a compiacerlo, col suo canto ammaliatore di Sirena, per attirarlo sempre più tra le sue braccia. Per carità, nonostante tutto, lo preferiamo meglio in questa nuova ed ingannevole veste di santone illuminato piuttosto che in quella di scimmia urlatrice.
Le osservazioni illuminate di Giuseppe Rubino
Ma, quando tutto sembrava irrisolto e stantio, ecco arrivare, sul finale, l’intervento del consigliere Giuseppe Rubino, sempre pronto ad illuminarci le menti e ad indicarci, nella valle oscura, il giusto cammino, con la sua “luce” di verità.
Sì, perché, quando la nave ha perso la rotta, non può che essere lui, Capitan Rubino, a portarla nella giusta direzione, con le sue argutissime osservazioni.
Infatti, pur ammettendo la necessità di regolamentare il mercato ittico, tuttavia, il consigliere non vede attinenza nella dicitura generica «somministrazione di cibo e bevande», perché sostiene che, nel regolamento di un’attività commerciale, dedita per natura e per contratto alla vendita del pesce, debba essere specificato il tipo di cibo da somministrare, ma soprattutto il tipo di bevanda.
Ed è a questo punto che il consigliere Rubino tira fuori il coniglio dal suo cilindro. L’alternativa sulla bevanda c’è e ce la fornisce lui, che ha sempre la soluzione in tasca per tutti i problemi.
Lo “sciroppo di Sarde”
Se le casse comunali sono in affanno e gli Isolani, come si suol dire, sono troppo stanchi di “leccarsi la sarda”, a causa dei disastri economici e finanziari derivanti dalla precedente Amministrazione Bologna, niente paura! Ecco arrivare una brillante e geniale soluzione, ideata e proposta direttamente dal consigliere GR di Fratelli d’Italia: “Sciroppo di sarde” artigianale per tutti!
Ebbene sì, il consigliere Rubino lancia sul mercato il suo nuovo brand: “Sciroppo di sarde” made in Isola delle Femmine. Una specialità di produzione propria, volta alla valorizzazione del prodotto ittico locale, partorita da una mente esimia. Altro che olio di fegato di merluzzo!
Cittadini e turisti potranno sorseggiare questa energetica, gustosa e dissetante bevanda presso il Mercato del pesce. Chiudete gli occhi un attimo e accendete la vostra fantasia. Immaginate calde e romantiche sere d’estate, al chiaro di luna, sotto un manto di stelle, a degustare con la vostra dolce metà questo prelibato nettare afrodisiaco, per un appassionato bacio al sapore di sale. Ed ancora… il profumo del mare, una leggera brezza marina, un tappeto di barche ormeggiate al porticciolo, la luna riflessa sullo specchio d’acqua, che fanno da sfondo a chiacchierate smielate davanti ad un calice o ad un cicchettino di “sciroppo di sarde” by GR.
Ma vi dirò di più. Sembra che lo “sciroppo di sarde” abbia pure proprietà terapeutiche. Ne basta solo un cucchiaio per digerire anche le castronerie pronunciate dallo stesso consigliere Rubino ad ogni Consiglio comunale.
A quanto pare, la posologia del foglietto illustrativo, che accompagna la sensazionale ed innovativa formula miracolosa di estratto di sarde by GR, prevede l’assunzione di un cucchiaio di sciroppo, 10 minuti prima di ogni Consiglio comunale, e di un secondo cucchiaio, 10 minuti dopo la fine della seduta.
La prima somministrazione preserverà sia i cittadini presenti in aula che gli utenti collegati in streaming da eventuali attacchi di riso, dovuti agli esilaranti quanto inconsistenti interventi del consigliere, mentre il secondo cucchiaio pare possa agevolare il processo digestivo, riducendo l’urticante reflusso da frasi indigeste.
Insomma, un vero e proprio toccasana per chi vuole rimanere indenne alle imbarazzanti uscite (verbali e fisiche) del consigliere di Fratelli d’Italia. Eh già, non poteva che essere proprio lo “sciroppo di sarde” la generica bevanda a cui si fa effettivamente riferimento nel regolamento del Mercato del pesce! E l’unico che lo ha realmente compreso è proprio lui, il consigliere Rubino. Un degno plauso alla sua arguta perspicacia.
In 6 mesi non ha avuto il tempo di leggere il regolamento
Dopo avere sfruttato il suo intervento per fare ripetutamente pubblicità occulta al suo nuovo brand, il consigliere Rubino afferma di aver letto in ritardo il regolamento e quindi di non aver potuto presentare emendamenti, salvo, poi, correggersi, quando il Sindaco giustamente lo riprende, dicendo che, dopo 6 mesi di tempo, è inconcepibile che un consigliere non abbia avuto il tempo di leggerlo.
Infatti, successivamente, il consigliere Rubino precisa che, in realtà, si è espresso male e che avrebbe voluto dire «forse» che lo aveva letto, ma che non aveva avuto il tempo di fare gli emendamenti. Ma è sempre la solita solfa: tutte le volte, prima fa una precisa affermazione e, poi, quando gli altri gli fanno notare la gaffe clamorosa, cerca di correggere il tiro, esclamando «Avrei voluto dire…», come se non ci fossero le registrazioni online delle sedute consiliari pronte immediatamente a smentirlo.
Da quando ha assunto le vesti di capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, ogni suo intervento sbagliato è tutto un “Avrei voluto dire…”. Ogni volta, è quasi possibile percepire, in aula consiliare, il fastidioso rumore delle sue unghie che stridono nel disperato tentativo di arrampicarsi sugli specchi.
Dal suo canto, il sindaco Nevoloso fa notare a Rubino che, se realmente avesse letto il regolamento, si sarebbe sicuramente accorto che, a pagina 2, c’è scritto: “somministrazione di alimenti e bevande nelle ore pomeridiane e serali, quale villaggio gastronomico per l’esclusiva valorizzazione del pescato locale”.
Nevoloso conclude, suggerendo che, qualora si volesse, si potrebbe anche emendare il regolamento, specificando, nel testo, di intendere come “pescato locale” le parole “cibi” o “alimenti”. Tuttavia, Rubino rincara, citando un passaggio del regolamento in cui si recita che il «concessionario potrà cedere in affidamento» i banchetti dell’area mercato e sostenendo che sia fondamentale sostituire la parola “potrà” con “deve”.
Tuttavia, anche questa è apparsa un’osservazione irrilevante, in quanto è palese a tutti che, a livello regolamentare, nessuna Amministrazione può imporre a chi ha vinto il bando di dovere obbligatoriamente cedere i banchetti. E’ chiaro che è proprio nell’interesse del concessionario cedere i banchetti per la vendita del pesce. Altrimenti, che senso avrebbe per il concessionario partecipare alla gara per avere l’appalto?
Infine, il consigliere Rubino dichiara di essere d’accordo col consigliere Bologna, in merito sia alla non utilità del regolamento che alla necessità di attendere la scadenza della concessione vigente, ribadendo che la generica dicitura “cibi e bevande” potrebbe favorire, nell’area del Mercato, il sorgere di pub e discoteche, che, con la musica, potrebbero generare «caciara».
Eppure, a detta di molti, pare proprio che il consigliere non disdegnasse, almeno fino all’estate scorsa, la sua tanto biasimata «caciara», dimostrandosi assiduo frequentatore di un pub che sorgeva proprio nell’area immediatamente adiacente al Mercato del pesce. Per carità, è sempre lecito cambiare idea.
Che c’è sotto?
O forse la sua opposizione al regolamento nasconde una precisa volontà di salvaguardare gli interessi familiari di qualche amica consigliera, a fronte di una eventuale futura concorrenza? Sì, perché è chiaro che, qualora il concessionario del Mercato del pesce decidesse di utilizzare quell’area anche nel pomeriggio o la sera, magari qualcuno lì vicino potrebbe storcere il naso.
In un’ottica di sviluppo turistico del territorio, invece, andrebbero perseguiti sempre gli interessi della comunità e non quelli del singolo. Questo è quello che, in teoria, dovrebbe fare un buon consigliere o un buon amministratore. Ma, a qualcuno forse sfugge la pratica, perché per fare teoria c’è sempre Facebook.
Vani sono stati i tentativi del consigliere Dionisi di spiegare al suo collega di partito che “somministrazione di cibi e bevande” altro non è che una dicitura di legge, di uso comune, che inquadra un determinato tipo di attività commerciale, senza alcuna pretesa di avallare la vendita di altri prodotti se non quelli previsti dall’esercizio.
Niente da fare. L’ostinato consigliere Rubino, autoconvincendosi ogni giorno di più di essere il detentore della verità assoluta o forse imboccato da qualcuno, non si fida nemmeno più del suo compagno di squadra, facendo emergere una mancanza di coesione e di unità di intenti tra loro, e rimediando anche una pessima figura per sé e per il partito da lui rappresentato in Consiglio comunale.
Dopo una momentanea sospensione della seduta, richiesta dal consigliere Pagano per confrontarsi con i consiglieri Rubino e Bologna fuori dall’aula, il punto all’ordine del giorno, sempre su richiesta di Pagano, viene rinviato a data da destinarsi, al fine di agevolare, per l’ennesima volta, la presentazione di eventuali emendamenti.
Il consigliere Rubino, forse indispettito anche dalle divergenze col suo collega di partito, non rientra più in aula, non prendendo parte alla votazione. Palese è risultata la volontà del consigliere Bologna e del suo gruppo quanto meno di astenersi dalla votazione per l’approvazione del regolamento, altrimenti non si spiegherebbe la successiva richiesta del consigliere Pagano di volere rinviare nuovamente la trattazione dell’argomento ad una successiva seduta consiliare.
Di certo, se avesse ravvisato la possibilità di avere, in Consiglio, i numeri necessari per l’approvazione del regolamento, Pagano non avrebbe chiesto il rinvio. Il presumibile astensionismo di facciata di Bologna e company (dichiarato anche a telecamere spente, durante la sospensione), in ogni caso, sarebbe equivalso ad una votazione contraria nei confronti del regolamento, dal momento che 5 su 10 consiglieri presenti in aula, prima della sospensione, appartenevano al gruppo “Un’altra Isola…Sì”.
Se Bologna avesse avuto realmente l’intenzione di approvare il regolamento, avrebbe potuto farlo benissimo, anche col voto contrario di Rubino.
A questo punto, cari lettori, per il gustosissimo “sciroppo di sarde” by GR occorrerà attendere ancora un po’ di tempo, a meno che il suo inventore non decida di cedere il brand agli altri locali presenti nell’area portuale, obbligandoli a non vendere altre bevande che possano trasformarli in pub o discoteche.
Daniele Fanale