Isola, approvato il Regolamento per l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata
Il Natale ha portato un bellissimo regalo sotto l’albero ai cittadini di Isola delle Femmine. Infatti, in occasione della seduta consiliare del 24 dicembre 2021 (già rinviata il giorno precedente per mancanza del numero legale), è avvenuta l’“approvazione del Regolamento per la disciplina dell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, facenti parte del patrimonio indisponibile del Comune di Isola delle Femmine”.
Il Consiglio comunale si è svolto con la sola presenza del presidente Rappa, dei consiglieri della Lista “CambiAmo Isola” e del sindaco Nevoloso. Assente ingiustificata in aula la compagine facente capo al consigliere Bologna.
Le origini del Regolamento
Questo regolamento nasce dal lavoro straordinario condotto dalla Prefettura di Palermo in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), la Presidenza della Regione Siciliana, ANCI Sicilia, il Consorzio Sviluppo e Legalità, il Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo, le segreterie provinciali di CGIL-CISL-UIL, il Forum del Terzo Settore e numerose associazioni antimafia (Libera, Acli, Addio Pizzo, Arci, Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, Centro Studi Pio La Torre, Centro Impastato, Fondazione Costa, Fondazione Chinnici, Fondazione Falcone).
Tutto scaturisce dall’esigenza di fornire una maggiore trasparenza alle informazioni relative ai beni confiscati e di evitare criticità nella loro gestione, soprattutto alla luce della recente relazione (RimanDATI) dell’associazione Libera, secondo la quale solo 23 comuni della Provincia di Palermo su 50 assicurano un’adeguata pubblicità sulle proprie pagine web istituzionali, solo 19 indicano il sito di ubicazione e solo 9 specificano se è già avvenuta la fruizione del bene.
Lo schema di regolamento è stato presentato nel corso del Seminario “I beni confiscati sono beni comuni”, svoltosi il 5 novembre 2021 a Monreale, presso l’Aula consiliare “Biagio Giordano” della Civica Galleria d’Arte. Anche il Sindaco Nevoloso era presente, in qualità di partecipante, ai lavori di presentazione.
Durante l’incontro, i dirigenti dell’ANBSC hanno descritto l’ingente patrimonio confiscato a disposizione, sottolineando che una sua oculata e proficua gestione avrebbe sicuramente delle importanti ricadute all’interno della comunità.
I punti più salienti di questo Regolamento sono:
1) L’istituzione dell’Ufficio Beni Confiscati (UBC) responsabile della gestione, custodia ed assegnazione dei beni confiscati;
2) Il potenziamento dell’attività di pianificazione del Comune finalizzata all’acquisizione, destinazione ed utilizzo dei beni;
3) La regolamentazione del processo di acquisizione del bene da parte del patrimonio comunale;
4) La costituzione di una Consulta Civica finalizzata alla valorizzazione del ruolo dei soggetti legittimati all’utilizzo del bene;
5) Il rafforzamento dei meccanismi di trasparenza, anche mediante la pubblicazione sul sito istituzionale del Comune dell’elenco delle risorse patrimoniali trasferite e di una scheda informativa sui singoli beni;
6) L’attuazione di specifiche procedure per l’assegnazione del bene, sia a titolo gratuito che oneroso;
7) La valorizzazione dei beni confiscati attraverso incentivi a favore dei soggetti che eseguono interventi di manutenzione straordinaria sugli stessi;
8) L’accertamento dei requisiti dei beneficiari e la determinazione degli obblighi del concessionario, delle cause di decadenza della concessione e dei poteri di controllo dell’Amministrazione comunale.
Il sindaco Nevoloso
«L’obiettivo è quello di dare un maggiore impulso alla gestione ed alla valorizzazione di questo patrimonio», ha dichiarato il sindaco Nevoloso, durante il suo intervento introduttivo nella seduta consiliare del 24 dicembre scorso. «Nonostante il Comune di Isola delle Femmine non abbia un grandissimo numero di beni confiscati, tuttavia vuole dotarsi di questo strumento per dare un segnale chiaro e forte del percorso che questa amministrazione vuole intraprendere nella lotta alle mafie.
Si tratta di uno strumento di trasparenza che metterà i cittadini nelle condizioni di conoscere chi sono i destinatari dei beni confiscati e come questi verranno gestiti», ha proseguito il Sindaco.
Infine, il sindaco Nevoloso ha espresso rammarico per l’assenza in aula del gruppo di opposizione “Un’altra Isola…sì”, capeggiato dal consigliere Bologna, mostrandosi fiducioso del fatto che anche la compagine avversaria, qualora fosse stata presente, avrebbe espresso voto favorevole per adottare all’unanimità questo importante documento, a prescindere da qualunque faziosità politica.
L’assenza della minoranza
Dal canto suo, durante il Consiglio comunale del 30 dicembre 2021, il consigliere Bologna ha giustificato la sua assenza e quella del suo gruppo alla precedente seduta consiliare, ritenendo che, a fine anno, meritasse maggiore attenzione la trattazione di un argomento più importante quale la situazione contabile del Comune e l’approvazione del bilancio di previsione.
Se questa giustificazione può risultare plausibile in riferimento agli altri punti all’ordine del giorno, tuttavia risulta incomprensibile di fronte alla necessità di adottare uno strumento fondamentale per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, soprattutto da parte di uno come il consigliere Bologna che, negli ultimi anni, ha fatto della lotta alla mafia il suo vessillo di ostentazione, professandosi in non poche occasioni paladino della legalità e dell’Antimafia.
Delude soprattutto il comportamento della consigliera Antonella Uva, nonché Presidente della Commissione consiliare Ambiente e Sviluppo del Territorio, che, sia nei suoi sporadici e scarni interventi in Consiglio comunale che in quelli decisamente più frequenti e prolissi sui social, ha sempre cercato di dare di sé l’immagine di una donna libera da condizionamenti ed impegnata nel sociale in difesa del bene comune.
Di certo, la sua assenza stride con il suo ruolo all’interno della Commissione consultiva, dal momento che la destinazione di un bene confiscato alla criminalità organizzata potrebbe avere interessanti ricadute sullo sviluppo del territorio.
Ma stride ancora di più il fatto che, proprio a Giugno 2021, in occasione di una riunione della Commissione di cui la consigliera Uva è presidente, uno dei punti all’ordine del giorno era “Terreno confiscato alla mafia, iniziative per la creazione di un centro comunale di raccolta rifiuti”, riguardante la destinazione di un’area sita presso la Strada Statale 113, di fronte il Giardino della Memoria.
Certo appare alquanto contraddittorio ed incoerente discutere sulla realizzazione di un progetto relativo ad un bene confiscato alla mafia e poi disertare la seduta consiliare in cui si approva lo strumento principale che ne regolamenta la gestione.
A prescindere dall’esito (scontato) della votazione in Consiglio comunale, indipendentemente dalle presenze o assenze, occorre, in queste particolari occasioni, pretendere di esserci, metterci la faccia, dare valore a quella (spesso robotica) alzata di mano, altrimenti si rischia di predicare bene e razzolare male.
Purtroppo, il gruppo di opposizione ha decisamente perso un’occasione importante per dare coerenza alle parole ed ai proclami di questi anni.
La lotta alla mafia è un valore che deve andare oltre l’appartenenza politica e le bagarre in Consiglio. La lotta alla mafia è uno stile di vita, è l’approccio comportamentale che ognuno di noi ha nel quotidiano, nelle piccole cose.
E’ facile, al giorno d’oggi, ricordare e commemorare, ma ciò che contano sono i fatti. Non serve scrivere post sui social e partecipare alle parate antimafia per mera facciata, per mantenere pulita ed inossidabile la propria immagine o perché ormai fa tendenza e spesso rappresenta un’ottima vetrina per acquisire maggiore visibilità e consensi popolari. Ciò che contano sono i gesti, anche quelli piccoli.
«C’era una volta l’antimafia: specchio limpido di coscienze, striscioni e passione. Nacque in mesi cruenti di stragi. Ora ci sono i cocci sparsi dell’opacità, i riflessi di una mistificazione, i vetri colorati di un’impostura che nessuno prende a sassate».
Daniele Fanale