Cartelle TARI: la paternità “rinnegata” dell’ex sindaco Bologna
Da qualche mese a questa parte, un arcano mistero aleggia tra le vie del nostro paese. Ad ogni angolo, si vocifera e ci si interroga per trovare una soluzione ad un enigma rimasto ancora insoluto.
Qualcosa non va. Il comportamento del consigliere Bologna, negli ultimi tempi, appare quanto mai insolito e bislacco.
E’ ormai risaputo che l’ex sindaco Bologna si è sempre distinto in politica per la continua, affannosa e spasmodica ricerca di visibilità a tutti i costi. Si racconta in giro che, ahinoi, anche quando, nel lontano passato, aveva perso lo scettro e la fascia da Sindaco, era solito intrufolarsi, con astuzia, agli eventi politici o presentarsi nelle stanze in qualità di Primo cittadino.
Anche in veste di consigliere comunale lo abbiamo visto recentemente dare il peggio di sé, pur di mettersi in mostra ed ottenere il ruolo di prima donna, a discapito di un confronto politico serio e produttivo, volto alla risoluzione congiunta dei problemi del nostro paese. Siamo stati spesso abituati a vederlo cimentarsi, in ogni dove, nell’arte dell’autoelogio, sempre affetto da una sorta di estasi mistica autocelebrativa.
Puntualizzare e polemizzare sui social ed in consiglio comunale, per accaparrarsi meriti, è diventato il suo pane quotidiano. Lo abbiamo visto, inoltre, accorrere là dove c’era la possibilità di avere un prolifico ritorno in termini di visibilità politica, per rivendicare paternità di ogni genere. Ma, soprattutto, lo abbiamo visto precipitarsi, all’occorrenza, per marcare il territorio, specialmente quando qualcuno voleva intestarsi paternità che, a suo dire, erano solo e soltanto sue.
Il “Sindaco taglia nastri”
Qualcuno, anni fa, addirittura, lo definì “il Sindaco taglia-nastri”, perché, là dove c’era da inaugurare un’opera pubblica, una piazza, una strada, un marciapiede, una statua, un palo della luce, un tombino nuovo, un tubo dell’acqua sostituito, una lampadina, lui era sempre lì, pronto, come “Edward mani di forbice”, con le forbici in mano a tagliare il nastro, durante la cerimonia inaugurale, con l’intento di assumersi la paternità della realizzazione, anche quando altri erano stati i fautori.
Negli anni, siamo stati abituati a vederlo “imbucarsi a tutte le feste” senza alcun invito, al pari di un quindicenne che vuole fare il figo davanti alla sua combriccola di amici, in preda a morbosi deliri di protagonismo ed onnipotenza. Non ultima, la sua mistica e divina apparizione, insieme al suo fido scudiero, durante l’apertura del cantiere lavori per la rimozione della fatiscente piattaforma Cafè del Mar, da anni in stato di incuria, dopo che il sindaco Nevoloso aveva reperito i fondi necessari, risolvendo, una volta per tutte, con i fatti e non a parole, l’annosa questione.
Politicamente parlando, lo abbiamo visto anche professarsi amico degli amici, ma soprattutto amico dei nemici, pur di elemosinare un tozzo di celebrità. Insomma, è sempre stato il nostro deus ex machina, colui che atteggiandosi a divinità salvifica, discendeva dall’alto, come nel teatro antico, per risolvere le situazioni difficili di noi, poveri mortali Isolani, per poi reclamarne i meriti.
Ma, adesso, cos’è successo? Che ne è rimasto di quell’uomo lì? Che fine ha fatto il nostro “Pippo Baudo” isolano? Perché non si palesa di fronte all’arrivo delle cartelle TARI, per pretendere ciò che è suo e di cui è pioniere ed artefice? Il mistero si infittisce.
La Delibera di accertamento TARI del 2019
Il 19 dicembre 2019, la Giunta Bologna, con Delibera n.184, affida ad una ditta esterna, la società Studi e Servizi s.r.l. (subentrata alla ditta NOVARES S.p.a.), «il servizio di recupero dell’evasione e dell’elusione della tassa sui rifiuti (TARI) per un maggiore recupero dell’evasione e dell’elusione, mediante un incremento dell’attività di accertamento dell’Ufficio Tributi […]».
L’intenzione della Giunta Bologna è chiara: scovare quei contribuenti che non hanno mai pagato la TARI o che l’hanno pagata sempre in maniera ridotta, grazie ad una dichiarazione di superficie nettamente inferiore a quella reale.
Un regalo di Natale sicuramente poco gradito agli evasori, ma un segnale importante da parte della Giunta Bologna nella lotta all’evasione, finalizzato a garantire il rispetto dei principi di legalità, giustizia fiscale ed equità.
Tuttavia, i mesi passano, le elezioni comunali del 2020 si avvicinano, ma stranamente nessuna cartella per il recupero della TARI evasa ed elusa arriva ai cittadini. Che queste pratiche siano state verosimilmente dimenticate dentro qualche cassetto per un errore di distrazione? No, impossibile.
E quale sarebbe, poi, il motivo per non ricordarsi del frutto di un’azione amministrativa così rilevante per la salvaguardia dei principi di legalità ed equità fiscale dell’Ente, privandosi di mostrare concretamente alla cittadinanza, proprio in prossimità delle elezioni del 2020, le capacità gestionali di un’amministrazione?
Perché dimenticarsi di adottare uno strumento di lotta all’evasione che poteva fare la differenza durante le elezioni comunali passate? Ah, è vero…Tutta colpa della pandemia e dei provvedimenti messi in atto per fronteggiare i disagi economici e sociali.
La riscossione dei tributi in concessione a privati
In realtà, tutto ha inizio nel lontano 2016, quando la Giunta Bologna, con Deliberazione del 28.12.2016, decide di affidare in concessione il «Servizio di Riscossione Coattiva dei Tributi comunali e delle sanzioni per violazione del Codice della Strada, demandando al Responsabile del VI Settore, Ufficio Tributi (Cfr. Rappa Rocco), la predisposizione e l’approvazione di tutti gli atti necessari per l’affidamento».
Per l’aggiudicazione del servizio, il Responsabile del Settore, con determinazione n.12 del 13.02.2017, indice una procedura aperta che si conclude con l’affidamento alla ditta NOVARES S.p.a. (Determinazione n.554 del 23.11.2017).
In data 03.05.2018, viene stipulato il contratto di affidamento con la suddetta ditta, la cui durata prevista è di 3 anni, a partire dalla consegna della documentazione necessaria per l’espletamento del servizio, ovvero dal 30.09.2018 al 30.09.2021.
Nel frattempo, la società Studi e Servizi s.r.l. subentra alla ditta NOVARES S.p.a. e la Giunta Bologna, prima ne prende atto con la Delibera n.83 del 31.05.2019, e, poi, con un atto di indirizzo, le affida il servizio (Delibera n.184 del 19.12.2019), con scadenza sempre al 30.09.2021.
La Giunta Nevoloso si insedia e trova…
Pertanto, l’Amministrazione Nevoloso, ad ottobre 2020, si insedia ed il contratto con la ditta Studi e Servizi s.r.l. per la riscossione della TARI è ancora attivo. In seguito ad una successiva richiesta di proroga del contratto per ulteriori 18 mesi da parte della stessa società (nota prot. n.10557 del 10.11.2021), la Giunta Nevoloso concede il prolungamento, fissando la nuova scadenza alla data del 31.03.2023 (Delibera n.110 del 10.11.2021 e Determinazione n.546 del 22.11.2021), al fine di permettere lo svolgimento dell’attività di riscossione coattiva non attuata in precedenza, perché sospesa dai vari DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) emanati dal Governo, durante la pandemia.
Un atto dovuto, considerando il fatto che, per oltre un anno, la ditta era rimasta ferma per disposizioni dello Stato. Inoltre, la nuova Giunta Nevoloso non può fare altro che sposare le scelte della precedente Giunta Bologna, che erano finalizzate alla lotta all’evasione/elusione della TARI, soprattutto in virtù della disastrosa situazione economica e finanziaria trovata al Comune.
Un diniego al prolungamento del contratto non sarebbe stato in linea con l’indirizzo politico-amministrativo di questa nuova amministrazione improntato alla tutela della legalità e della trasparenza amministrativa.
Un rifiuto della proroga avrebbe fatto giustamente storcere il naso a non pochi che, in questo paese, parlano tanto di lotta alla mafia, ergendosi a paladini della legalità, per poi lamentarsi quando devono pagare le tasse.
Sì, perché la lotta alla mafia, per alcuni, è solo quella dei cortei e delle sfilate, quella di cui si parla in televisione e per la quale ci si infervora a tavola, quella del tritolo e delle stragi, per le quali ci si indigna sui social.
E’ chiaro che, se ci sono degli errori di accertamento della TARI, questi vanno assolutamente contestati e corretti. Dal punto di vista finanziario, invece, il recupero delle somme evase/eluse, secondo quanto previsto, potrebbe permettere di iscrivere in bilancio, per l’anno 2022, un’entrata straordinaria, in grado di azzerare il debito con l’AGESP di circa 500.000€, ereditato dalla precedente Amministrazione Bologna.
Il “disconoscimento della paternità”…
Ma, allora, a ragion di ciò, perché il consigliere Bologna, stavolta, non reclama la sua “creatura”?
E’ innaturale che un “padre” rinneghi il proprio “figlio”! L’indifferenza ed il disinteresse mostrati dall’ex sindaco Bologna nei confronti di questo suo “figlio”, chiamato TARI, lascia alquanto perplessi e stupefatti allo stesso tempo. Che, dopo aver “covato il suo uovo”, per così tanto tempo, già a partire dal 2016, e dopo tanta attesa, il consigliere Bologna si sia forse pentito di aver generato questo suo “brutto anatraccolo” ed abbia deciso di ripudiarlo?
Tuttavia, c’è davvero tanta preoccupazione in giro per questa paternità non reclamata e per questo irragionevole silenzio. Per bazzecole lo abbiamo visto scendere in campo, agguerrito come non mai, al fine di difendere, con le unghie e con i denti, anche ciò di cui non era l’artefice, gridando al mondo intero “Questo l’ho inventato io!” e, giusto adesso che deve rivendicare una sua sacrosanta paternità, cosa fa il consigliere Bologna?! Non si presenta a ritirare il premio e le onorificenze che meritatamente gli spettano?! Ma stiamo scherzando?! Questa è un’ingiustizia! Occorre assolutamente fare qualcosa per dare la dovuta visibilità ed il giusto plauso a quest’uomo, riconoscendogli il merito di avere contribuito alla lotta all’evasione ed all’elusione nel nostro paese.
Dedicato a te
Questo articolo è dedicato a te, caro consigliere Bologna, che, per una volta, con tanta umiltà e generosità, hai rinunciato inaspettatamente – guarda caso – a quel classico minuto di celebrità, a cui non hai mai voluto rinunciare nel corso della tua lunghissima carriera politica, e che, però, stavolta, ti appartiene di diritto. Te lo meriti, perché è giusto “dare a Cesare quel che è di Cesare”, ma è ancor più giusto dare a Bologna la paternità di queste cartelle TARI che in questi mesi sono arrivate a tutti i cittadini di Isola. Standing ovation ed applausi per Stefano Bologna.
Daniele Fanale