10 Settembre 2024
CariniPrimo piano

In ricordo di Nino Mannino

Ad un mese dalla sua scomparsa, ho voluto scrivere un breve pensiero in ricordo di Nino Mannino.

Ho conosciuto Nino quando diventò sindaco di Carini. Ne avevo sempre sentito parlare, ma non avevo mai avuto modo di conoscerlo direttamente, se non marginalmente durante la campagna elettorale per quelle elezioni comunali di metà degli anni 90.

Qui non voglio ricordare il Nino Mannino politico, farò solo un incipit in relazione alla sua esperienza di sindaco di Carini. Voglio ricordare il Nino Mannino uomo, amico, persona di grande cultura.

Sindaco di Carini

Appena diventato sindaco lo andai a trovare. Io ero il responsabile del circolo di Legambiente di Carini e, così come avevo fatto con i precedenti Commissari Comunali, andai a presentarmi ufficialmente al nuovo sindaco, dando la mia piena disponibilità a collaborare per cercare di risolvere i problemi del territorio.

Ricordo ancora quell’incontro come se fosse oggi, fu molto cordiale e collaborativo. Consegnai al nuovo sindaco due piccoli dossier che avevamo realizzato come Legambiente: uno riguardava gli scarichi a mare lungo la fascia costiera; il secondo era sull’abusivismo edilizio ed in particolare sulle case del lungomare che ne impedivano financo la visibilità.

Nino Mannino quando fu Sindaco di Carini

Un lavoro che avevamo portato avanti con i commissari comunali, prima con il dott. Pioppo ed il dott. Di Martino dopo, durante la loro reggenza e relativo all’accesso al mare che era impedito ormai da anni.

Quel lavoro ci aveva portato ad individuare tutta una serie di varchi di accesso al mare che erano stati nascosti e chiusi con cancelli e mancava soltanto della parte finale del lavoro, ovvero la loro apertura dopo aver realizzato il censimento, i rilievi, la cartografie e istituito il capitolo di bilancio mettendo i soldi per gli interventi.

Il nuovo sindaco si impegnò a proseguire subito quel lavoro e a trovare delle soluzioni di lì a poco. Dopo quasi quarant’anni di impedimento di accesso al mare, Carini riconquistava, parzialmente, il suo mare. Sarebbe stato possibile finalmente tornare a vedere il mare dietro quella muraglia che era l’autostrada che attraversa il territorio. La prosecuzione fu il cominciare a demolire gli abusi.

Se io oggi sono quello che sono, in parte lo devo anche a Nino Mannino, ai confronti ed alle lunghe chiacchierate che negli anni ci siamo scambiati.

Il politico di esperienza

Un paio di anni dopo il nostro primo incontro un giorno mi chiamò e mi disse: “Ci dobbiamo vedere. Ma non al palazzo comunale. Vediamoci là davanti e poi vediamo”.

Arrivai incuriosito all’appuntamento. Mi prese sottobraccio e cominciammo a passeggiare lungo il corso Umberto nel tratto classico dei carinesi: dal Miramare a Piazza Duomo, da Piazza Duomo al Miramare.

Camminammo per una buona mezz’ora, parlando. Aveva preso una decisione importante e che avrebbe portato a “polemiche e mal di pancia” per qualcuno. C’era da nominare il nuovo direttore della Biblioteca Comunale, dopo il pensionamento del prof. Tanino Pecoraro, ed io ero uno dei papabili.

La biblioteca non era proprio del comune: era in parte della Chiesa e in parte del comune e quindi spettava al Sindaco nominare il Direttore Bibliotecario, che era un incarico praticamente di volontariato, su una terna di nomi presentata dalla Arcipretura. E lui aveva scelto me.

Mi fece un discorso molto pacato, tranquillo, di storia, di bisogno di cambiamento, di futuro. Lo apprezzai tanto, anche se chiarii subito che mai avrei rinunciato alla mia libertà di pensiero e trasparenza. Ci capimmo al volo e qualche giorno dopo arrivò la nomina a direttore. Ovviamente non mancarono le polemiche e gli attacchi politici e non solo, ma era stato messo in conto.

Proprio in Biblioteca ho avuto modo di approfondire la mia conoscenza del territorio, cercando di far fare finalmente un salto nel futuro alla biblioteca comunale, da decenni immobile e senza risorse. Ed i risultati li vediamo oggi, frutto di anni di lavoro.

Se oggi la biblioteca ha una sede prestigiosa, se il suo patrimonio antico è stato recuperato, se esiste un piccolo museo che è l’embrione di quello che sarà il futuro Museo Civico di Carini, tutto si deve a quella passeggiata nel corso Umberto.

La grande occasione… mancata

Col senno di poi e con l’analisi della storia contemporanea, l’esperienza di Nino Mannino sindaco io oggi la rileggo come una grande occasione mancata per Carini, ma non per colpa di Nino.

Per il periodo storico in cui l’evento si è manifestato, per la sua lunga assenza da Carini negli anni in cui fu deputato al Parlamento e per i cattivi consigli che probabilmente allora gli furono dati da chi aveva sete di vendetta e di rivalsa. Ma questa è un’altra storia.

Sempre attivo ed instancabile

Nino Mannino ed il Centro “Pio La Torre”

In questi ultimi anni Nino era tornato a vivere a Carini insieme all’inseparabile Gemma e, nonostante i problemi di salute, è stato promotore di decine di iniziative di coinvolgimento collettivo per cercare di far crescere la sua Carini. Lo aveva fatto anche a Palermo negli anni, promotore di decine di iniziative sociali in particolare sul fronte della lotta alla mafia.

Ad ogni evento pubblico dove si dibatteva su mafia e antimafia, era una certezza trovarci Nino, sempre pronto ad intervenire in maniera precisa e puntuale.

Tra le tante iniziative la fondazione a Carini di un circolo dell’AUSER e l’istituzione della “Università del tempo libero”, una vera e propria “palestra intellettuale” dove tener allenata la mente e condividere saperi. E non mi stupii quando pochi mesi dopo la costituzione venni invitato a collaborare.

Bastò un incontro di pochi minuti con Franca, Gemma e Rosa per definire cosa e come fare. Avrei dovuto tenere un paio di incontri sulla storia del territorio, per cercare di coinvolgere il più possibile gli iscritti e far si che ne crescesse il numero.

Ovviamente gli incontri non furono un paio, ma già dal primo divennero una vera e proprio programmazione quasi universitaria. In pratica un intero semestre con incontri quindicinali dove Nino non mancava mai, nonostante le grandi difficoltà a deambulare. Sempre in prima fila e sempre a stimolare l’incontro, con interventi eruditi come suo solito. Ad ogni incontro non mancavano aneddoti e racconti del passato.

Era un piacere stare quelle 2 ore tutti insieme. Evidentemente un piacere per tanti, visto che alla fine agli incontri partecipavano sempre più persone ed aumentavano gli iscritti al sodalizio culturale, arrivando ad avere oltre i 25 partecipanti ad incontro.

Ovviamente il successo ci suggerì di riproporre il percorso l’anno successivo, e Nino anche in questo caso non mancò mai. Ogni tanto nella discussione affiorava la sua storia di famiglia, la tradizione del teatro dei pupi di suo nonno, la capacità di racconto innata.

Anche nelle vicende politiche locali abbiamo avuto interessanti confronti, ma rimarranno nel privato dei nostri discorsi, e non sono mancate mai le parole giuste in momenti delicati.

Con la dipartita di Nino Mannino abbiamo perso una grande persona ed io un amico con cui confrontarmi. Un abbraccio forte ed affettuoso a Gemma, donna inesauribile ed instancabile, ed ai figli.

Ambrogio Conigliaro

Giornalista pubblicista, guida AIGAE ed esperto di educazione ambientale, nel 2005 fondo Il Vespro dopo aver collaborato per anni con Carini Oggi. Lavoro per Legambiente nella Riserva Naturale Grotta di Carburangeli.

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