Isola delle Femmine celebra la Festa del Pescatore
Con la prima edizione del “Pescatore Fest”, svoltasi lo scorso 22 dicembre, abbiamo assistito all’ennesimo evento che porta il marchio di Isola delle Femmine.
Forse, dopo tanto tempo, l’affascinante golfo Isolano, meta turistica prevalentemente estiva, sta diventando un brand adatto a tutte le stagioni.
Un grande riconoscimento va al sindaco Orazio Nevoloso ed all’amministrazione comunale, che, in più occasioni, hanno dimostrato di credere fortemente nel carattere identitario del borgo marinaro, cercando di sfruttare al massimo le sue potenzialità, tanto da riuscire a portarci al mare anche nel periodo natalizio.
Una manifestazione a “3 fasi”
La manifestazione si è svolta in tre fasi, ma ha avuto come protagonisti assoluti il mare e i suoi migliori amici, i pescatori.
Il progetto è nato dalla collaborazione tra Assessorato regionale alle Attività Produttive, Management municipale di Isola ed il Media Partner “IoComproSiciliano”.
L’evento ha preso il via, alle prime luci del mattino, con il transito, lungo il molo di Isola delle Femmine, delle storiche “Lancitedde”, tipiche imbarcazioni, utilizzate dai pescatori locali, che animano la vita del porticciolo.
Ed è proprio qui che ha inizio la seconda fase dell’evento, precisamente nella nuova struttura comunale del “Mercato e Marinerie del pescato”, comunemente nota, in passato, col nome di Mercato del pesce. Quest’area, finalmente, dopo circa dieci anni di inattività, è stata riqualificata ed impiegata per disciplinare e valorizzare nuovamente il commercio del pescato locale.
La lingua del mare e le sue marinerie
La manifestazione è, poi, proseguita, nel pomeriggio, presso i locali della Biblioteca comunale, con il workshop “La lingua del mare e le sue marinerie”, che ha visto la presentazione del volume “Nomi, cose, città (e contrade). Ricerche onomastiche in Sicilia con gli studenti di Italianistica dell’Università di Palermo”.
Il libro, curato da Marina Castiglione, Marco Fragale e Pier Luigi Josè Mannella ed edito dal Centro di studi filologici e linguistici siciliani, per la collana “L’ALS per la scuola e il territorio”, raccoglie complessivamente trenta saggi così distribuiti: dodici interventi sull’antroponimia popolare (Nomi); quattro interventi su crematonimia ed onomastica a scuola (Cose); quattordici interventi di odonimia e toponimia, popolare ed ufficiale (Città e contrade).
Ciascun autore racconta la propria comunità attraverso l’antroponimia, la crematonimia, la toponomastica, restituendo uno spaccato linguistico-culturale autentico e tradizionale.
L’evento, rivolto a tutta la popolazione, è stato dedicato anche ai più piccoli, grazie alla presentazione del libro “Il mio primo Abbecedario Siciliano” di Roberto Villino, un videomaker e professionista di illustrazioni digitali.
A coordinare il workshop, Giovanni Callea, editore del sito web giornalistico “Sicily.eu”.
L’intervento del Prof. Giovanni Ruffino
Tra i presenti all’evento, il Presidente del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, Prof. Giovanni Ruffino, due dei tre curatori del volume, la Prof.ssa Marina Castiglione e il dott. Marco Fragale, tre autori, la dott.ssa Ivana Vermiglio, il dott. Mario Chichi, la dott.ssa Giulia Tumminello, il Prof. Giuseppe Disclafani, in veste di referente regionale dieta mediterranea, e Davide Morici, fondatore di “IoComproSiciliano”.
«Agli studenti si fa lezione e si pronuncia il topos ‘Isola delle Femmine’ – ha dichiarato il Prof. Ruffino, nel corso del suo intervento introduttivo – Sono qui con molto interesse ed un pizzico di commozione, anche per una delle promettenti presenze della linguistica siciliana. Essere presente nel vivo delle comunità è ciò che noi facciamo sempre».
Il sindaco, figlio di pescatori da generazioni
Durante l’incontro, il sindaco Nevoloso, figlio di pescatore ed appartenente ad una delle più antiche e conosciute famiglie della marineria isolana, è intervenuto per sottolineare quanto forte sia il legame con le sue origini, tale da renderlo emotivamente molto legato a questa manifestazione. «Credo molto nella possibilità di continuare a parlare di Pesca e di tradizioni marinare ad Isola delle Femmine – ha asserito – Anche se il paese si evolve verso una connotazione più turistica, un modo di vivere la Pesca diversamente rispetto a quella che era la forza lavoro e l’attività principale, non si deve perdere il collegamento con il nostro passato».
Infine, Nevoloso ha riportato che Isola è tra i primi paesi a rientrare nel Registro dei Borghi Marinari in Italia e primo in Sicilia.
L’occasione del dibattito ha consentito alla comunità isolana di venire a conoscenza di un lavoro di ricerca, condotto, tra i pescatori del porto, dalla compaesana Ivana Vermiglio, la quale ha partecipato all’incontro con un intervento dal titolo “I toponimi marinari di Isola delle Femmine (Pa). Calati e signali p’ammarinàrisi”.
La studentessa-studiosa fatta in casa…
Sicuramente, è motivo di grande orgoglio, per il nostro territorio, che tra i dottorandi di Studi Umanistici dell’Università di Palermo, che hanno contribuito al libro, ci sia proprio la presenza di Ivana Vermiglio, con uno studio realizzato sui toponimi delle Marinerie, quali Isola delle Femmine, Sferracavallo e Mondello.
Il libro è un insieme di trenta differenti ricerche condotte da alcuni studenti. Nello specifico, il contributo della dottoressa Vermiglio si intitola “Toponimi del mare a Isola delle Femmine”.
Durante il suo intervento, Ivana ha evidenziato che, spesso, anche due comunità limitrofe possono chiamare un oggetto o un luogo in maniera differente, rivelando che il suo primo informatore è stato proprio papà Giovanni, grazie al quale è stato possibile iniziare a cartografare e georeferenziare questi toponimi, veri e propri nomi dati sullo specchio dell’acqua, attraverso segnali ben precisi.
«Il pescatore usa una triangolazione precisa per nominare questi spazi – ha affermato – Può farlo in base alla geomorfologia del fondale marino, alle caratteristiche del litorale o anche sulla base di un elemento antropico del territorio, per esempio, una casa o in base ad alcuni allineamenti visivi. Mio padre mi riferiva che su questo litorale c’è una zona che loro definiscono ‘a stampa’, una macchia di vegetazione. È davvero importante salvaguardare questo patrimonio».
Ivana, alla domanda “Cosa ti spinge alla ricerca continua?”, risponde: «La passione e la curiosità, ma soprattutto il fatto di essere nata in una famiglia in cui il mio papà è pescatore. Forse, andare a recuperare le mie origini è una missione che mi sono imposta e che voglio portare avanti».
La giovane si è mostrata più che mai determinata a continuare il suo lavoro, sottolineando che tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi è solo l’inizio, dal momento che intende portare avanti la sua ricerca nelle isole minori della Sicilia, quindi Eolie, Egadi, Pelagie, Pantelleria, e, infine, spingersi fino a Malta per un confronto linguistico.
Successivamente, la dottoranda Giulia Tumminello è intervenuta, spiegando di aver condotto, invece, uno studio sui nomi dei mestieri che stanno via via scomparendo, mentre Marco Fragale si è occupato, nel corso delle sue attività di ricerca, dei cognomi e soprannomi siciliani.
«Noi conosciamo il mondo, se lo sappiamo tradurre linguisticamente – ha spiegato la Prof.ssa Castiglione, curatrice del volume – Tutto ciò che riusciamo a tradurre acquista una sua definitezza, un suo perimetro, un’esistenza in vita evidente per tutti. La lingua ha due aspetti: uno che incide nel cognitivo, cioè cosa riusciamo a pensare, e poi nella cultura che si trasforma in civiltà».

Il pesce e la Dieta Mediterranea
In seguito, il Referente Tavolo Regionale Dieta Mediterranea, Giuseppe Disclafani, ha spiegato come il rapporto più intimo che si ha con il pesce avvenga tramite la tavola e che dai nostri mari è nata la dieta Mediterranea, bene immateriale dell’Umanità, riconosciuto dall’Unesco nel 2010.
Disclafani ha sottolineato la necessità di tramandare le tradizioni ai più giovani: «La Dieta Mediterranea alla base non ha il cibo, ma la convivialità. Il metodo sarebbe tramandare le ricette mentre si sta a tavola. Bisogna coinvolgere i bambini nella preparazione dei piatti».
L’Abbeccedario Siciliano
Nel corso della presentazione del volume “Il mio primo Abbecedario Siciliano”, l’autore Roberto Villino, oltre a dichiarare come abbia rivalutato la lingua siciliana, considerandola un pilastro della lingua italiana, ha raccontato che la sua idea è nata proprio in seguito alla vista di un abbecedario che si trovava a casa delle sue nipoti. «Tutta questa passione – ha affermato – penso che si possa trasmettere ai bambini, se insegniamo ai piccoli quanto è bella la nostra terra partendo dalla lingua. Sono sicuro che, crescendo, ogni gesto che compiranno sia degno della bellezza della loro terra».
A conclusione dell’evento, lo scrittore, sceneggiatore ed attore Sandro Messina ha parlato di ciò che solitamente porta in scena, attraverso una scrittura rigorosamente in lingua siciliana, che affronta il tema della pesca, tramite suggestivi e surreali dialoghi tra pescatori e pesci.
Daniele Fanale