Isola delle Femmine in festa tra devozione e tradizione
Si sono da poco conclusi, ad Isola delle Femmine, i festeggiamenti in onore di San Pietro (29 giugno) e Maria Santissima delle Grazie (2 luglio), due figure religiose che, per motivi differenti, sono state, da sempre, molto care a tutti i cittadini isolani.
Due feste patronali che, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, hanno pervaso l’intera settimana di un vivace fermento spirituale e culturale nonché affollato le strade e le piazze del paese di un folto stuolo di cittadini, pellegrini e turisti.
La storia
In passato, il culto di San Pietro, fondatore della Chiesa cattolica e protettore dei pescatori per antonomasia, prevedeva festeggiamenti che coinvolgevano tutto il paese, dato che, per la maggior parte degli abitanti, la pesca era l’attività lavorativa più praticata.
Per l’occasione, era usanza dell’epoca donare alla propria fidanzata un dolce a forma di chiave, prodotto dai pasticcieri locali e chiamato “Chiave di San Pietro”. Essendo San Pietro considerato il custode delle chiavi del Paradiso, ovvero colui che ne consentiva l’accesso, questo regalo alla propria amata simboleggiava il desiderio da parte del fidanzato di volere aprire il suo cuore.
In aggiunta, la ragazza veniva omaggiata anche di un ventaglio di merletto, simbolo di eleganza e raffinatezza, che poteva usare con l’approssimarsi della calda stagione estiva.
1977 – la festa abolita
Tale tradizione, risalente alla prima metà del 1800, si protrasse fino al 1977, anno in cui la festa di San Pietro fu abolita a livello nazionale. Pertanto, con il passare degli anni, gli usi e le tradizioni di Isola delle Femmine cambiarono, causando l’abbandono di questa antica tradizione religiosa popolare, a vantaggio del solo culto di Maria SS delle Grazie, che divenne la Patrona incontrastata del borgo marinaro.
La devozione verso San Pietro e la tradizione popolare ad essa associata sono state recuperate solo negli ultimi anni, soprattutto per merito dell’attuale parroco Don Calogero Governale, il quale, con l’aiuto di alcuni pescatori locali, si è impegnato, in prima persona, affinché ciò avvenisse.
Eppure, già nel 2006, molti cittadini auspicavano vivamente il ripristino della festa popolare nell’immediato futuro, affidando i loro desideri e le loro speranze alla redazione di un noto giornale locale di Isola delle Femmine, chiamato “Il Notiziario” (di cui faceva parte anche l’attuale sindaco Orazio Nevoloso), che aveva sollevato il “problema” del Santo Patrono “dimenticato”, accendendo i riflettori su questa questione, mostrando l’immagine del carrello della vara di San Pietro abbandonato nei fondali del porticciolo e chiedendosi il perché la festa fosse stata abolita (PDF prima pagina Notiziario 30.06.2006).
Da quel lontano 2006 ne è dovuta passare di acqua sotto i ponti per sradicare certe supponenti convinzioni, frutto di un bigotto fanatismo religioso poco incline al recupero delle antiche tradizioni, prima di poter recuperare il carrello della vara dal fondale e ripristinare definitivamente, intorno al 2010, il culto del primo Santo Patrono del borgo marinaro.
Due Santi Patroni
Pertanto, il paese, ad oggi, può vantare ben due Santi Patroni, che possono essere entrambi festeggiati e venerati.
Nel corso degli anni, grazie all’uscita del simulacro dalla chiesa, alla piccola processione ed alla Santa Messa celebrata al porticciolo, il culto religioso di San Pietro è andato via via consolidandosi sempre più, anche tra le nuove generazioni.
Alla fine della celebrazione eucaristica dello scorso 29 giugno, il sindaco Nevoloso, nel ricordare ai presenti che questa festività di San Pietro è stata ripristinata proprio con l’arrivo, nella comunità parrocchiale, di Don Calogero, al quale ha rivolto i suoi più sentiti ringraziamenti a nome della collettività, ha affermato: «Celebrare la Messa al porto è come ricondurre il nostro paese al suo anno zero. E’ come un reset spirituale ed etnologico che ci riporta laddove tutto è partito. Il nostro porto, le nostre barche, i nostri pescatori e il nostro mare: tutto sembra riconciliato e immutato nel tempo. A San Pietro chiediamo di benedire questo mare, che dà sostentamento a molte nostre famiglie ed è fonte di reddito per l’intera comunità».
Ma, per il Sindaco, questa è stata anche l’occasione per porre l’accento su alcuni potenziali pericoli che incombono sulla marineria.
«Ancora una volta – ha dichiarato Nevoloso – un mestiere della tradizione marinara siciliana e italiana rischia di essere messo al bando per sempre dalla Comunità europea, con l’inevitabile effetto della contrazione delle marinerie italiane e la consequenziale riduzione dei posti di lavoro. Io credo che le leggi, i regolamenti e le norme devono essere sorretti sempre da un principio di tutela che deve mettere d’accordo sia la sostenibilità ambientale degli ecosistemi marini sia la continuità del mestiere che ha fatto grande il nostro paese».
La “Chiave di San Pietro”
In seguito, per onorare la tradizione popolare, il Sindaco e l’Amministrazione comunale hanno personalmente offerto ai presenti un’enorme torta colorata, a forma di chiave di San Pietro, ottenuta come composizione di più dolci della tradizione siciliana, fra i quali una torta al cannolo e profiteroles al pistacchio.
La “Chiave di San Pietro”, prima di essere distribuita ai cittadini, è stata benedetta, al cospetto della statua del Santo, che, per l’occasione, è stata condotta presso Piazza Pittsburg, prima del rientro in parrocchia. Tale evento, che, rispetto agli anni precedenti, ha visto una sempre più crescente partecipazione dei cittadini, ha destato grande entusiasmo nella popolazione.
Fuochi d’artificio, luminarie, coperte bianche e azzurre, coccarde ed una banda in festa hanno, invece, accompagnato, nel giorno del 2 luglio, una lunga processione, che ha coinvolto l’intera comunità isolana (e non solo), tra devozione e folklore.
La Patrona “Maria SS. delle Grazie”
Ad Isola delle Femmine, è arrivato finalmente il giorno tanto atteso, quello dedicato all’altra Patrona del paese, Maria Santissima delle Grazie.
L’aria di festa si percepisce già da qualche settimana: le giornate vengono scandite da eventi e celebrazioni che si susseguono fino al giorno fatidico che, come da tradizione, prende il via con gli “spari” alle prime luci dell’alba, la classica alborata. Spari che risvegliano il cuore degli isolani, per ricordare loro che è il giorno della Madonna delle Grazie, che è il giorno della loro festa.
Come tutte le festività locali che si rispettino, infatti, la ricorrenza ha, da sempre, assunto un valore religioso e culturale particolarmente sentito da tutta la collettività isolana, ma anche dai pellegrini provenienti dal capoluogo palermitano e dai vari paesi limitrofi. Usando una metonimia, la Madonna, rivestita del suo preziosissimo manto e posta su un’artistica vara argentea, nel giorno della sua venerazione, appare splendente e carica di spiritualità dalla porta “grande’’ della Casa del Signore, pronta per indicare ai fedeli un cammino mistico di fede e devozione.
L’attesa del popolo
Ad aspettarla, lungo le vie del paese, tutta la popolazione isolana, tra preghiere, tamburi ed applausi.
Molti affollano i balconi, aspettando il passaggio solenne del simulacro, mentre percorre le strade isolane con maestosità e senza indugi.
La processione è lunga, le strade sono tante, ma i fedeli, spinti da amore, fervore e tradizione, sono pronti ad unire le loro forze, affinché si possano rendere gli ossequiosi onori alla Regina delle Grazie. Si tratta di una tradizione ormai consolidata nel cuore degli isolani che, fin da piccoli, hanno sempre vissuto questo giorno un po’ come i bambini aspettano il Natale, come un giorno di festa, gioia e comunione.
Tuttavia, la storia di tale venerazione è relativamente recente. Sebbene tale culto abbia radici molto più antiche, solo dal 1995 la Chiesa Maria SS. delle Grazie di Isola delle Femmine è stata consacrata Santuario della Madonna delle Grazie.
La leggenda
Si racconta, infatti, che già nei primi secoli della diffusione del cattolicesimo in Sicilia, i nostri antenati si riunivano per pregare Maria SS delle Grazie in una sorta di casetta (cappella) adiacente all’antica Tonnara.
Semplici preghiere di devozione, che rivolgevano anche a S. Pietro e S. Andrea, i pescatori per eccellenza, prima di affrontare i pericoli del mare, durante ogni battuta di pesca.
Devozione nata probabilmente, perché una leggenda racconta che i marinai della borgata trovarono miracolosamente il simulacro della Madre di Gesù davanti alla porta dell’allora piccola chiesa.
Con il tempo, la Tonnara si fece paese e la “casetta”, in cui ci si riuniva per andare a pregare, si fece cappella, fino a quando, nel 1840, fu ampliata e, poi, pian piano, assunse l’attuale aspetto.
Sicuramente, per tutti gli isolani, è stata una settimana di gioia e serenità, vissuta all’insegna della religione e della tradizione, della fede e del folklore. Un’opportunità unica per incontrare qualche amico o compaesano che non si vedeva da tempo.
Per chi volesse, è possibile, rivedere lo spettacolo pirotecnico, in onore della Madonna, grazie alla webcam panoramica installata dal nostro concittadino Antonio Cataldo e consultabile gratuitamente al seguente link.
Daniele Fanale