Carini, spiaggiati altri pezzi del “pennello a mare”.
Le forti mareggiate dei giorni scorsi hanno riportato a riva altri pezzi del “pennello a mare“, che periodicamente riaffiora dai fondali del Golfo di Carini.
Istallato nella seconda metà degli anni ’90, quale sistema di emergenza per lo smaltimento dei reflui di Carini in caso di malfunzionamento del depuratore, durò come si suol dire in questi casi “da Natale a Santo Stefano“.
Tutto ebbe inizio nel 1986
Era stato previsto nel PARF (Piano di Attuazione della Rete Fognaria) approvato nel lontano 1986 ed inizialmente era previsto nei pressi dell’ex Lido Azzurro in prossimità del luogo dove doveva realizzarsi il depuratore di Carini. Poi tutto venne spostato al confine con Capaci, in località Torre Ciachea (accanto al centro commerciale Poseidon), quando l’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente suggerì che era meglio quel sito per realizzare così un impianto di depurazione più grande ed a servizio di più comuni.
La gara per la sua realizzazione venne bandita nei primi anni ’90 con una somma a disposizione di circa 12 miliardi di lire (poco più di 6 milioni di euro) e l’impianto venne realizzato ai tempi della Giunta Mannino, con l’attuale Sindaco assessore ai lavori pubblici.
Visto che all’epoca dei fatti il progetto del depuratore era ancora bloccato, il “pennello a mare” venne progettato con una vasca di pretrattamento per i reflui e doveva scaricare il tutto a 3.800 metri di distanza dalla costa, ad una profondità di circa 100 metri, dove la forte pressione del mare e le correnti avrebbero disperso i reflui.
Si tratta di una tecnologia e tecnica ormai obsoleta contestata da biologi e ambientalisti, anche perché non avrebbe senso lo scarico a mare di reflui bonificati, quindi acqua riutilizzabile, un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto quando si fanno le pulizie.
Carini ed il suo Depuratore
Intanto partirono i lavori anche del depuratore e così alla fine degli anni ’90 Carini si ritrovò ad avere un impianto di depurazione biologico dotato di una condotta sottomarina a pressione che avrebbe smaltito le acque depurate lontano dalla costa.
Nessuno ha mai saputo quanti metri di condatta siano stati effettivamente collocati, visto che poche settimane dopo che venne messa in funzione alla prima mareggiata sulla spiaggia di Ciachea fecero la comparsa pezzi della stessa.
Sono trascorsi quasi 30 anni da allora e ad ogni mareggiata degna di questo nome, pezzi di condotta lunghi qualche metro si depositano regolarmente nel tratto di mare nei pressi dell’uscita autostradale di Carini.
Benvenuti a Carini
Il luogo è particolare e tutti coloro che vivono a Carini sentono il profumino di benvenuto che li accoglie non appena imboccano l’uscita autostradale. Nella prima caletta, ben visibile dal cavalcavia, da almeno un trentennio si è accumuluta una discreta quantità di Posidonia in decomposizione. Ma la caletta accoglie tutto quanto viene trasportato dalle correnti marine che si scontrano al centro del Golfo di Carini, come se fosse un punto di raccolta, tant’è che alcuni anni fa vi si spiaggiò un Capodoglio morto.
Oggi, in bella mostra, ci sono invece alcuni pezzi del “pennello a mare”, in attesa che qualcuno prima o poi li rimuova.