Isola delle Femmine, “lavori in corso” per il nuovo Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo.
Durante la seduta consiliare del 23 gennaio scorso, il Consiglio Comunale è stato chiamato a discutere in merito all’aggiornamento del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (P.U.D.M.) del Comune di Isola delle Femmine ed alla proposta di revisione della Dividente Demaniale.
5 km di costa da pianificare
Per Isola delle Femmine, che vanta un waterfront di circa 5 km, il P.U.D.M. sicuramente rappresenta uno strumento di pianificazione del territorio di considerevole importanza.
Proprio pochi giorni prima della fine del 2023, la Regione Siciliana, su impulso del Governo nazionale, ha deciso di prorogare le concessioni balneari fino al 31.12.2024, sebbene l’Italia non si sia ancora adeguata alla riforma europea dettata della direttiva Bolkestein, che impone l’affidamento delle attività balneari solo mediante gare pubbliche e non più attraverso una proroga automatica.
Considerata la complessità dell’argomento, il Presidente Rappa, sin da subito, ha anticipato la volontà di proporre, dopo le relazioni tecniche e gli interventi, un rinvio della seduta, per consentire ai gruppi consiliari di avere il tempo necessario per presentare eventuali emendamenti.
Nel corso del suo intervento introduttivo, il sindaco Nevoloso ha sottolineato come il P.U.D.M. rappresenti uno strumento di garanzia sia per i fruitori del mare e della spiaggia, cioè i bagnanti, sia per le imprese che lavorano avvalendosi di queste risorse naturali.
Sul fronte politico, il Sindaco ha precisato come si sia arrivati finalmente a questo momento, dopo 3 anni di confronto con gli altri gruppi politici, cercando di dare continuità alle linee programmatiche generali, tracciate dalla precedente amministrazione, e tenendo conto anche della mancanza di una maggioranza netta in Consiglio comunale, che, di fatto, non avrebbe potuto permettere uno stravolgimento del Piano.
Le prooposte nel PUDM
Nello specifico, si è avuta una convergenza di intenti su tre punti principali:
1) Proposta di revisione della Dividente Demaniale (la linea immaginaria che segna il confine tra le aree appartenenti al demanio marittimo e quelle di proprietà di soggetti pubblici o privati). Allo stato attuale, la Dividente Demaniale occupa parzialmente o totalmente parte della viabilità che costeggia il lungomare. Ad esempio, tutto il lungomare di Via Vespucci ricade in area demaniale
Lo spostamento in avanti della Dividente Demaniale, qualora fosse approvato dall’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente (A.R.T.A.), comporterebbe la sottrazione al demanio di un’area di circa 21.644 m2. Nelle tavole del progetto, la Dividente Demaniale, attualmente in vigore, viene indicata con una linea di colore arancione, mentre quella proposta dall’Amministrazione con una linea di colore rosso.
2) Conferma delle attuali concessioni demaniali presenti nella zona costiera rocciosa, con superficie massima consentita di 1.000 m2, senza possibilità di ulteriori concessioni di altre aree demaniali.
La Giunta Nevoloso aveva già disposto, in precedenza, la cancellazione dal P.U.D.M., come area demaniale concedibile, del tratto di scogliera, in cui precedentemente sorgeva la struttura denominata “Café del Mar” (Delibera Giunta n.44 del 17.05.2021).
Pertanto, questo significa che in quell’area non potrà essere più installata nessun’altra pedana o solarium.
3) Riduzione drastica del numero di cabine in zona Spiaggia.
L’Architetto Mallia, responsabile della redazione della proposta, ha spiegato tutte le tappe del lungo iter procedurale che, essendo partito da una fase iniziale di pre-adozione da parte della Giunta comunale, dovrebbe portare, in seguito, all’adozione finale del P.U.D.M. da parte del Consiglio comunale, sancita, infine, da un decreto assessoriale della Regione Siciliana. Il funzionario ha, inoltre, rimarcato che la revisione della Dividente Demaniale risulta di fondamentale importanza, dal momento che Isola delle Femmine ha una porzione di arenile di proprietà privata.
Successivamente, nel corso della sua relazione tecnica, l’Ingegnere Puleo, progettista del nuovo P.U.D.M., ha descritto i punti più salienti che dovrebbero caratterizzare la proposta, in accordo alle direttive della Regione Siciliana:
- Sono escluse dalla pianificazione alcune aree del demanio marittimo, quali il Porto, l’Isolotto, tre aree date in concessione diretta al Comune (L1, L2 e L3), un’area assegnata, nel 2004, al C.R.A.L. (Circolo Ricreativo Aziendale dei Lavoratori) della Regione Sicilia, ecc.
- Le aree attrezzate per la balneazione, secondo i limiti imposti dalla Regione Siciliana, devono contenere:
- 1) non più di 8 cabine o spogliatoi collettivi;
- 2) almeno 3 servizi igienici pubblici (di cui uno destinato ai portatori di handicap);
- 3) un magazzino;
- 4) docce all’aperto (almeno una con interruzione automatica dell’erogazione dell’acqua);
- 5) servizi per la sicurezza della balneazione;
- 6) servizi per la raccolta dei rifiuti;
- 7) eventualmente, anche punti di ristoro e relativi spazi ombreggiati e/o giochi e attrezzature per attività ludiche sportive a carattere stagionale. Tuttavia, la superficie coperta non può essere superiore al 5% di quella assegnata in concessione.
I nuovi parametri per le aree attrezzate
Nel rispetto di questi limiti, sarà l’Amministrazione, in futuro, a definire, nello specifico, i parametri che dovranno caratterizzare le aree attrezzate per la balneazione.
- E’ obbligatorio predisporre, all’interno del P.U.D.M., almeno un’area attrezzata per l’accesso di animali di affezione, che potrà contenere: 1) un’area gioco e un’area lavoro/addestramento, ciascuna di dimensioni non superiori ai 200 m2 e adeguatamente recintata con tavolato alto 1,50 m; 2) massimo 10 box (dimensioni 1,40 x 1,40 m con altezza massima di 1,40 m), realizzati in legno e con copertura in canne (o simili), per il soggiorno all’ombra dei cani.
- Occorre individuare punti di ristoro, con superficie massima di concessione pari a 250 m2 e chiosco con superficie non superiore ai 120 m2.
- Sono necessarie aree di ormeggio, rimessaggio e noleggio natanti, cioè porzioni di Demanio o specchi d’acqua per la sosta o lo stazionamento delle imbarcazioni, dotati di almeno 2 servizi igienici (di cui uno destinato ai portatori di handicap), un magazzino e servizi per la raccolta differenziata (superficie totale occupata dalle strutture: massimo 50 m2). Queste aree possono contenere un numero massimo di 3 cabine spogliatoio e doccia collettivi, un bar con annesso magazzino, e altre strutture.
- Sono fondamentali per il libero transito i punti di accesso al demanio marittimo, che devono avere una larghezza di almeno 5 m ed essere presenti ad intervalli non superiori ai 150 m l’uno dall’altro.
L’Amministrazione Nevoloso ha disposto che le strutture a servizio degli stabilimenti o delle aree attrezzate debbano essere posizionate perpendicolarmente rispetto alla strada, in modo tale da non costituire una barriera visiva al litorale, al fine di valorizzare il contesto naturale paesaggistico.
Tali strutture possono essere montate a partire dall’1 giugno di ogni anno e devono essere smontate e rimosse dall’area demaniale entro il 30 settembre di ogni anno, salvo ulteriori successive disposizioni.
Il territorio comunale, identificato nel P.U.D.M., è stato suddiviso in 2 macro-aree: area “Spiaggia” ed area “Costa” (o Scogliera), che, a sua volta, è stata ripartita in 4 zone (C1, C2, C3 e C4):
In zona C2 non è stato previsto il rilascio di alcuna concessione, in virtù del suo valore paesaggistico ed ambientale. Anche le altre 3 zone, ad eccezione dei lotti già assegnati in concessione, saranno fruibili solo come scogliera libera.
In ogni caso, secondo specifiche disposizioni, sarà vietato, nell’area scogliera, costruire eventuali piattaforme di balneazione o parti di esse direttamente sul marciapiede “a vermeti” (quella parte che sta tra la scogliera e il mare) e usare materiali in ferro e/o cemento per la loro costruzione (è obbligatorio usare solo materiali in legno).
Al termine della stagione balneare, la rimozione completa delle strutture sarà esclusivamente a carico del concessionario.
Per quanto concerne l’area “Spiaggia”, una delle tre aree date in concessione diretta al Comune (e quindi non oggetto di pianificazione nel P.U.D.M.) è stata designata dall’Amministrazione come area attrezzata per la fruizione sociale del mare per minori e persone con disabilità.
In generale, le aree attrezzate per la balneazione e gli stabilimenti balneari di nuova concessione devono trovarsi ad una distanza minima di 25 m gli uni dagli altri.
Nel corso della seduta consiliare del 23 gennaio scorso, il Sindaco Nevoloso ha preannunciato che il tratto di scogliera di viale Marino, comunemente chiamato “Pietra Campana”, era oggetto di avvio di decadenza della concessione.
Infatti, proprio qualche settimana dopo, il Dipartimento Regionale dell’Ambiente (Assessorato Territorio ed Ambiente – Servizi Territoriali Ambientali Palermo), tramite apposito decreto (D.R.S. N.84 del 07.02.2024), ha dichiarato estinta la Concessione Demaniale Marittima rilasciata alla società che aveva in concessione quell’area.
La decadenza di tale concessione può, a questo punto, gettare i presupposti affinché l’Assessore al Demanio, Luisa Tricoli, come già fatto egregiamente in passato col solarium “Café del Mar”, attivi l’iter per uno smontaggio coattivo della pedana, rimasta abbandonata, da tempo, in condizioni di degrado.
Senza questo passaggio fondamentale, non era percorribile nessun’altra strada.
I consiglieri mal consigliati…
Ma è bene spiegarlo anche ai due consiglieri Rubino e Dionisi, che, in un’interrogazione rivolta al Sindaco, alla fine della scorsa estate, scrivevano: “Noi di Fratelli d’Italia ci chiediamo come si intende procedere per porre fine a questo scempio e come si intende recuperare i pezzi rotti e le sdraio ancora abbandonate nella scogliera”.
Domanda di natura marzulliana, che, però, nasconde involontariamente un fondo di verità.
Sì, perché è proprio vero che i consiglieri di Fratelli d’Italia avrebbero dovuto rivolgere la domanda a loro stessi e non a nessun altro. Bastava semplicemente conoscere l’ter burocratico e amministrativo della questione, per comprendere a chi realmente dovesse essere posto il quesito.
Infatti, all’epoca, il consigliere Rubino, invece di fare proclami social pseudo-populisti con tanto di foto, avrebbe potuto benissimo chiedere direttamente ai suoi referenti politici di partito, se, da capogruppo consiliare preparato e attento, avesse saputo che la vicenda dipendeva dall’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente, che, guarda caso, è guidato da Elena Pagana, Assessore in quota Fratelli d’Italia.
Invece di perdere tempo con inutili interrogativi “riflessivi” rivolti ad altri, bastava fare un’azione concreta e sollecitare i propri organi di partito sulla risoluzione della problematica, magari informandosi sulle tempistiche necessarie alla decadenza della concessione demaniale. Questo significa incidere concretamente sul territorio. Il resto è solo fuffa.
Il Consigliere Bologna propositivo in continuità
Nel corso del suo intervento, il consigliere Bologna, mostratosi finalmente con un atteggiamento pacato, collaborativo e propositivo, si è dichiarato contento di questa scelta da parte dell’Amministrazione di dare continuità all’operato precedente.
Inoltre, ha suggerito al Sindaco di chiedere all’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente che l’area di spiaggia ricadente sull’ex Lido Battaglia venga data in concessione diretta al Comune, in modo da creare una quarta area comunale da indicare come L4.
Sicuramente fa piacere assistere a questa proficua unità di intenti, scevra da sterili ed inutili polemiche, ma finalizzata esclusivamente al futuro del paese ed al bene della collettività.
Alla fine, tutto è stato rinviato a data da destinarsi, in attesa di eventuali emendamenti da parte dei gruppi consiliari che possano definire meglio i dettagli relativi alla pianificazione del nuovo P.U.D.M.
Daniele Fanale