Quale futuro per Partinico? Ricchezza dal territorio o pattumiera dell’aria?

La notizia che il 21 luglio, al Territorio e Ambiente, verrà discussa in Conferenza dei Servizi, l’autorizzazione a un nuovo impianto di trattamento di rifiuti speciali e non, con annesso inceneritore per produrre energia, lascia sgomenti. Partinico che ha sopportato da anni, i fumi della Bertolino, potrebbe veder nascere un nuovo impianto che prevede emissioni nell’aria. Emissioni ‘pulite’ si dirà, ma sempre sostanze nell’aria in un territorio che dovrebbe fare una svolta verso altre prospettive economiche, turistiche e culturali. Come nel caso dell’impianto di compostaggio e stoccaggio di rifiuti in contrada Paterna a Terrasini, è anche qui un privato che inizia un iter concessivo con lo strumento della Conferenza Regionale dei Servizi che una volta ottenuti i pareri del Comune, praticamente si sostituisce ad essa. A Terrasini nacque un Comitato Cittadino “Comitato per la Salvaguardia di Paterna – Zucco”. che dovette sobbarcarsi la nomina di un legale, procedendo prima con una denuncia penale, poi con il ricorso al Tar e al Cga, con una clamorosa vittoria che salvò, per il momento, le campagne produttive dell’agro dello Zucco. A Partinico la zona prescelta è ancora contrada S. Anna, già oggetto delle mire della Bertolino per la delocalizzazione. Qui, un Prg vecchio e superato, prevedeva una vasta zona industriale, ormai anacronistica e dannosa. Infatti nel tempo, la Piana di Partinico si è ripresa il ruolo che ha avuto fin dall’antichità, quello di campagna produttiva di pregio, con produzioni di limoni, ortaggi,  frutta tropicale, fragole, zafferano, orzo, olive. In questo contesto in espansione, sono sorte attività ricettive, agriturismi, b&b, che hanno tenuto altro il nome di Partinico e rappresentano il presente ed il futuro dell’economia. Una città che dovrebbe espandersi verso il mare che ha perduto e spingere al massimo l’agricoltura, sua vocazione storica. L’art. 202 del Codice dell’Ambiente,  stabilisce che l’Autorità d’Ambito, ex Ato ora SRR, aggiudica il Servizio di gestione integrata di rifiuti urbani, mediante gara disciplinata dai principi e dalle disposizioni comunitarie e, in particolare al comma 5 stabilisce che “I nuovi impianti vengono realizzati dal soggetto affidatario del servizio o direttamente, ai sensi dell’articolo 113, comma 5-ter, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove sia in possesso dei requisiti prescritti dalla normativa vigente, o mediante il ricorso alle procedure di cui alla legge 11 febbraio 1994, n. 109, ovvero secondo lo schema della finanza di progetto di cui agli articoli 37 bis e seguenti della predetta legge n. 109 del 1994”. La procedura che segue la Regione Siciliana è dunque corretta? Può un privato sostituirsi al Pubblico senza un bando di finanza-progetto? Dove il privato può proporre un progetto ritenuto di interesse pubblico ma lo stesso va poi a bando pubblico per garantire la concorrenza, in special modo nel settore dello smaltimento dei rifiuti e nello stabilire le tariffe. Partinico ancora una volta terra di conquista in un assordante silenzio, con le eccezioni meritevoli di Rifondazione Comunista prima fra tutti, Europa Verde e Movimento Civico On.

Antonio Catalfio