Isola delle Femmine, il consigliere Dionisi ancora una volta “messo nel sacco” da Stefano Bologna
“La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”, diceva il filosofo ed economista tedesco Karl Marx.
Nel nostro caso specifico, in riferimento a quanto accaduto nella seduta consiliare dell’1-2 Febbraio 2024, forse sarebbe più opportuno sostituire la parola “farsa” con “barzelletta”.
Sì, perché la situazione è apparsa talmente ridicola da indurci a credere di poterci trovare di fronte ad una vera e propria barzelletta. Non che la prima volta la circostanza avesse i toni della tragedia greca. Anzi! Anche in quel caso, forse, il termine più corretto sarebbe stato “pagliacciata”.
Il tentativo dell’ennesima mozione di sfiducia a Rappa
Ma di cosa si tratta? Un argomento nuovo, direi. L’ennesima mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Rappa, con contestuale proposta di nomina del consigliere Dionisi quale nuovo Presidente del Consiglio comunale.
Quel povero Rappa non riesce ad avere un po’ di pace. Questo suo incarico è nato proprio sotto una cattiva stella. Conquistare la vetta per lui è stato facile e veloce già all’indomani della competizione elettorale, mantenerla gli sta risultando più difficile e faticoso del previsto. Ma questo è il dazio da pagare, quando ci si è macchiati di alto tradimento nei confronti di sua Maestà il Re Stefano Bologna.
Dopo la fumata nera della seduta consiliare del 18 maggio 2023, che decretò, per un solo voto, la bocciatura della mozione di sfiducia, infrangendo i sogni di gloria (e di indennità) del consigliere Dionisi, ecco arrivarne un’altra.
Ebbene, dopo quasi 9 mesi da quel fatidico 18 maggio 2023, sono abortite le illusorie speranze del consigliere Dionisi. Il tanto agognato “parto” non è avvenuto. Sì, è vero: di fatto, la “gestazione” di questo piano strategico non è stata delle più semplici e delle più ordinarie, ma è durata molto di più di una classica “gravidanza”.
La pruriginosa idea, concepita durante un “amplesso” politico-amoroso tra Dionisi e Bologna, scaturisce da un’inaspettata ed irrefrenabile attrazione fatale tra i due, producendo in Dionisi i sintomi di una “gravidanza isterica”, le cui deliranti manifestazioni si sono potute osservare, ahinoi, nel corso delle precedenti sedute consiliari.
Come tempistiche, forse è più paragonabile alla gestazione di un elefante africano, se è vero, come riferito in passato da Rossella Puccio, che, già nell’agosto 2022, Dionisi e Bologna “amoreggiavano”, accordandosi anzitempo per una mozione di sfiducia nei confronti di Rappa.
Sedotto e abbandonato…
A differenza della volta precedente, in cui Bologna accompagnò il suo concubino politico fin dentro la “sala-parto” consiliare, per supportarlo insieme al suo gruppo di Re Magi e al dormiglione del Presepe, adesso, invece, pare proprio che, dopo averlo sedotto, lo abbia abbandonato durante il “corso pre-parto”, lasciandolo da solo, col frutto del succccco peccato, a gestire la sua “gravidanza dionisiaca” da ragazzo-padre.
A niente sono servite tutte quelle grasse risate al bar, “tra un bicchier di Coca e un caffè”, tirando fuori i suoi “perché” e proponendo i suoi “farò”, se, poi, al momento della mozione di sfiducia, Bologna e “gli altri se ne stanno a casa”.
A questo punto, è verosimile pensare che Dionisi, affranto dal dolore, ferito nell’orgoglio e consapevole dell’abbandono, per salvare il suo onore, abbia deciso lui stesso di non portare più avanti la “gravidanza”, chiedendo aiuto alla sua “levatrice” di partito.
In poche parole, la seduta consiliare è andata quasi deserta, a causa dell’assenza di Bologna, dei suoi quattro consiglieri e, paradossalmente, dello stesso Dionisi e del suo collega di partito, Giuseppe Rubino.
Operazione “scippa poltrona”
Ed è così che l’ennesima operazione “scippo-poltrona” ai danni di Rappa, orchestrata a tavolino da tempo da parte della premiata ditta Bologna-Dionisi, è miseramente naufragata.
Quel Rappa, ancora una volta, riesce a farla franca, salvandosi in extremis e dimostrando di avere più vite di un gatto.
Massima solidarietà, invece, al consigliere Dionisi, per i suoi eminentissimi sforzi politici, finalizzati esclusivamente alla sua persona. Perché…Vi sembra che sia stato facile illudersi per ben due volte di potercela fare? Sapete quante camicie ha dovuto sudare, il povero consigliere Dionisi, per avvicinarsi alla meta, senza mai raggiungerla?
Voi che fate presto a giudicare, sapete forse il dispendio di energie che ha dovuto impiegare, quel pover’uomo, per cercare di agguantare questa tanto ambita poltrona, con annessa indennità di carica?
Voi che fate presto a criticare, sapete forse quante immani fatiche ha dovuto affrontare, quel poveretto? Inciuci a destra e inciuci a sinistra. Compromessi di qua e compromessi di là. Riunioni segrete à gogo. Tradimenti politici “a tignitè”. Voltafaccia a profusione. Incoerenza, nemmeno a parlarne. Vi pare poco, forse?!
Ah sì, è vero…forse avete ragione: non gli sarà costato, poi, così tanto sforzo, dato che tutto ciò gli è sempre venuto naturale farlo. Però, dovete ammetterlo: non è da tutti ripetere pedissequamente le stesse identiche azioni, così tante volte, nel corso della propria carriera politica.
Sicuramente, ci vuole coraggio ad intraprendere percorsi di siffatta incoerenza. Un consiglio ai gruppi politici che si presenteranno alle prossime elezioni amministrative: è più conveniente farlo candidare nella lista avversaria, perché tanto, dopo 1-2 anni, comincia a mostrare immotivati segnali di insofferenza ed insoddisfazione, per poi passare automaticamente dalla parte opposta. In poche parole, se lo volete dalla vostra parte, è meglio farlo candidare altrove!
I numeri per la sfiducia
Come già appurato nella seduta consiliare del 18 maggio 2023, una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio, per essere approvata, necessita del voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri, ovvero 8 consiglieri su 12. Se, durante la seduta consiliare dell’1 Febbraio 2024, i consiglieri proponenti erano 5 (Dionisi, Rubino, Pagano, Scarpa e Catania), vuol dire che ne occorrevano altri 3 favorevoli.
Escludendo Rappa e Rossella Puccio, che ovviamente non avrebbero mai potuto approvare la proposta, non rimane che ipotizzare che quantomeno altri 3 voti favorevoli sarebbero dovuti pervenire dalle file di Bologna. E non può che essere così, altrimenti Dionisi non avrebbe mai fatto un passo del genere, senza avere la certezza che Bologna gli prestasse il fianco in questa impresa.
Fare affidamento su Bologna?
Solo che l’ingenuo Dionisi non si è fatto bene i conti, dimenticando che su Bologna non si può fare affidamento. Avendo probabilmente saputo in anteprima dell’assenza di Bologna e del suo gruppo, da cui si aspettava l’appoggio, Dionisi decide di non presentarsi, confermando, qualora ci fossero dubbi, che c’era un sodalizio tra i due che andava avanti da tempo, nonostante lui continui a negare l’evidenza.
Se così non fosse, Dionisi e Rubino si sarebbero presentati ugualmente in Consiglio comunale, scoprendo, in quel preciso momento, l’assenza di Bologna. Risultato: Dionisi, ancora una volta, messo nel sacco da Stefano Bologna! Ennesima pessima figuraccia di entità colossale!
Ma c’è di più. Lo scorso 18 maggio 2023, la mozione di sfiducia nei confronti di Rappa, con contestuale indicazione del nominativo di Dionisi come Presidente, era stata presentata solo da Bologna e dai suoi consiglieri.
All’epoca, Dionisi negò che ci fosse un accordo pregresso con Bologna risalente all’agosto 2022, dichiarando di non essere stato lui a cercare Bologna, ma di essere stato quasi un fruitore passivo di questa proposta a suo favore (link dal minuto 1:16:30 a 1:17:15). A distanza di quasi 9 mesi, la stessa identica mozione viene presentata proprio da lui stesso.
Questa altro non è che la prova che, già all’epoca, il consigliere Dionisi mentiva, sapendo di mentire. E’ la palese dimostrazione dell’esistenza di quell’accordo con Bologna che lui ha sempre negato. Se, in quell’occasione, Dionisi ci aveva rimesso il posto da Vicepresidente del Consiglio, il gruppo politico di origine e soprattutto la tanto ambita poltrona da Presidente, stavolta, oltre al resto, ha perso irrimediabilmente faccia e credibilità.
Come si cambia per non morireeee….
Ma c’è un altro aspetto da considerare. Quest’ultima mozione di sfiducia è stata presentata anche con l’avallo dei consiglieri di CambiAmo Isola, che all’epoca si erano fermamente opposti, esprimendo voto contrario durante la votazione. Che dietro questo comportamento anomalo ed oggettivamente incoerente dei consiglieri di CambiAmo Isola ci sia la paventata ipotesi di una mozione sfiducia nei confronti del sindaco Nevoloso ad opera di Rossella Puccio, Giuseppe Rubino, Bologna e il suo gruppo, di cui si vocifera già da qualche mese?
Che questi consiglieri siano stati costretti a scegliere il male minore? Davvero Dionisi potrebbe aver barattato il suo voto di sfiducia nei confronti del sindaco Nevoloso per la poltrona di Presidente del Consiglio? Non c’è altra spiegazione che ritenere che dietro a questa inversione di rotta da parte di CambiAmo Isola ci sia una sorta di ricatto politico.
La verità è che, finora, per certi personaggi, la politica isolana ha ruotato sempre e solo attorno alle loro ambizioni personali e alle loro smanie di potere.
Niente a che vedere col bene del paese e della collettività. Di mezzo ci sono sempre state poltrone, incarichi e indennità.
Tralasciando il consigliere Bologna, che ormai è risaputo soffrire di crisi di astinenza da fascia tricolore, coloro che, più di tutti, hanno mostrato, in questi anni, una certa dipendenza da poltrona sono essenzialmente tre: Rappa, Rossella Puccio e Dionisi.
Tuttavia, mentre Rappa, una volta conquistato il suo trono dorato, ha cercato di collaborare fattivamente per migliorare la gestione della Cosa pubblica, invece gli altri due, dalla fine della scorsa competizione elettorale, invece di pensare a prodigarsi seriamente per il bene del paese, più che altro hanno speso e continuano a spendere le loro energie e il loro tempo per trovare una collocazione vantaggiosa, che dia loro quell’agio politico e quella patinata visibilità di cui sono da sempre alla spasmodica ricerca.
La loro avida cupidigia ed il loro smisurato senso di attaccamento alla poltrona sono stati tali da alterare qualunque tipo di equilibrio politico, influenzando spesso decisioni cruciali al vaglio del Consiglio comunale.
E Lady Golpe?
Rossella Puccio, ex aspirante viceSindaca, rimasta a bocca asciutta e costretta ad occupare un umile scranno “senza portafoglio”, ciclicamente torna a vestire i panni di Lady Golpe, alla ricerca di un posto d’onore nell’Olimpo della politica isolana, che le garantisca incarichi di rilievo e indennità. «Non mi sento più di condividere certe posizioni politiche», dichiarava nel suo comunicato stampa del 16 settembre 2022, mediante il quale prendeva le distanze da Bologna e dal suo ex gruppo.
Ed eccola, a distanza di circa un anno, subito fare dietrofront e rinsaldare alleanze passate, riabbracciando le posizioni politiche precedentemente rinnegate, pur di tornare ad avere la corona da regina, i suoi sudditi, i suoi zampognari non remunerati, ma soprattutto la succulenta indennità di carica.
«Vedo, più che altro, rabbia e una voglia di vendetta per quello che è successo nell’Ottobre 2020, alle elezioni comunali. Non ho visto nessuna nomina che riguarda i consiglieri che hanno vinto queste elezioni» (link dal minuto 10:35 a 12:00), dichiarava Lady Golpe, il 18 Maggio 2023, riferendosi a Bologna, salvo, poi, tramare insieme a Bologna proprio alle spalle del sindaco Nevoloso, contro quegli stessi consiglieri «che hanno vinto queste elezioni».
Un concentrato politico di incoerenza ed opportunismo. Politicamente infedele per natura (ne sa qualcosa Stefano Bologna). In questo, sembra proprio l’alter ego femminile del consigliere Dionisi. Chissà se una proposta di Assessorato da parte dell’attuale Amministrazione avrebbe placato questo suo famelico desiderio di incarichi istituzionali remunerati.
E, dulcis in fundo, c’è Dionisi, che non è poi così diverso dagli altri due, sebbene abbia cercato sempre, dall’alto del suo fragile pulpito di cartapesta, di farci credere il contrario, prendendo le distanze e travestendosi da predicatore di strada e moralizzatore delle piazze. Anzi, pare proprio che Dionisi si possa tranquillamente specchiare nelle figure degli altri due, più volte da lui stesso definiti “opportunisti e mercenari” della politica isolana.
In questi anni, il suo impegno in politica, ad uso e consumo della sua persona, gli è servito solo per cercare poltrone, incarichi e ritorni in termini professionali. Se fai la morale agli altri, predicando bene e razzolando male, rischi di finire moralizzato.
Probabilmente, la poltrona di Presidente del Consiglio, più di altri alti incarichi, sarebbe stata più congeniale ad una personalità come la sua, particolarmente incline agli inciuci politici e ai continui voltafaccia e dietrofront, come ampiamente dimostrato dalla sua storia politica.
Questo ruolo, col minimo sforzo, avrebbe potuto consentirgli di stare al centro di più fazioni politiche e di dialogare con due piedi in una scarpa, permettendogli di trarre i maggiori benefici. Ma, anche stavolta, come in tutta la sua carriera politica, ne esce da perdente, rimanendo ancora una volta “vittima” del suo nemico amatissimo Bologna.
Alla luce dei fatti e di tutte queste considerazioni, riformulando e adattando all’uopo la frase di Karl Marx, potremmo concludere che è vero che “la storia si ripete sempre due volte”, ma la prima volta come pagliacciata, la seconda come barzelletta.
E la terza volta? Visto che “non c’è due senza tre”, adesso rimaniamo in trepidante attesa dell’ennesima buffonata in Consiglio comunale.
Daniele Fanale
Come al solito questo pseudo giornalista nn descrive i fatti con prove e testimonianze ma racconta le notizie con interpretazione propria e allusioni nn veritiere.
Io mi chiedo come si fa a pubblicare questi articoli privi di fondamento e pieni di pereri personali?
Come si fa a dare il patentino di giornalista ad una persona che nn fa giornalismo ma solo pettegolezzo.
Inviterei il direttore di questo blog a indagare su gli articoli di questo pseudogiornalista e accertarsi che i fatti vengano raccontati con cognizione di causa e non con personali deduzioni.
I fatti sono più che riscontrati e documentati, altrimenti non sarebbe stato pubblicato nulla, non come quelli certi “comunicati stampa” su finte testate giornalistiche che esistono solo sui social. E’ questa la differenza tra una testata giornalistica VERA, registrata presso il Tribunale e per la quale scrivono persone preparate e documentate.
Cordialmente,
Il Direttore Responsabile