Per la morte del piccolo Gabriele Conigliaro nel “Parco Sofia” chiesto il processo per il Sindaco Monteleone ed il Vicesindaco
Il prossimo lunedì 8 luglio saranno trascorsi esattamente TRE anni da quel pomeriggio in cui il piccolo Gabriele Conigliaro morì travolto dalla pesante porta da calcio in ferro del “Parco Sofia” a Carini.
Giorno 11 luglio il Sindaco di Carini, Giovì Monteleone, ed il suo Vice, Salvatore Badalamenti si dovranno presentare davanti al GUP: per l’accusa è omicidio colposo.
28 mesi di “silenzio assordante”.
Lo scorso anno, a 2 anni dalla morte di Gabriele, avevamo scritto del silenzio assordante sulla vicenda, entrando nel dettaglio della storia del cosidetto “Parco Sofia”
Qualche mese dopo, i primi di novembre 2023, era arrivata la notifica della chiusura indagini da parte della Procura di Palermo, ne avevamo scritto lo scorso 8 novembre, ed oggi si arriva alle prime fasi dell’eventuale processo.
TRE anni in attesa del processo, e siamo ancora alla richiesta di Rinvio a Giudizio davanti al G.U.P. il prossimo 11 luglio, quasi in concomitanza con l’anniversario.
TRE anni solo per accertare le potenziali responsabilità di chi ha realizzato il parco, di chi ne ha seguito i lavori, di chi lo ha collaudato, di chi doveva vigilare affinché tutto fosse a norma ed in regola.
TRE anni in attesa di giustizia, di una giustizia che probabilmente i genitori ed i fratelli di Gabriele non avranno mai, visto che il reato contestato è quello di “omicidio colposo” il cui reato si prescrive trascorsi 6 anni dal giorno dell’omicizio se non si è arrivati a SENTENZA DEFINITIVA, ovvero tutti e 3 i gradi di giudizio previsti dalla legislazione italiana.
La richiesta di rinvio a giudizio prolunga i tempi della prescrizione al gennaio 2029. Mancano ancora 4 anni e mezzo ma ne sono già trascorsi 3 solo per arrivare agli inizi.
La prescrizione incombe.
Considerato che giorno 11 luglio è previsto uno sciopero nazionale degli avvocati penalisti, la data dell’incontro con il G.U.P. verrà rinviata.
Ad Agosto il mondo giudiziario si ferma, quindi è probabile che l’udienza si terrà non prima di ottobre-novembre. A quel punto si saprà come si procederà: con il rinvio a giudizio per Sindaco e Vicesindaco, con l’archiviazione (improbabile visto che è morto un bambino e le responsabilità sembrano esserci e pure gravi), o con l’aggiunta di altri soggetti?
Altri potenziali colpevoli?
In questi mesi, dalla chiusura delle indagini avvenuta lo scorso novembre, diversi funzionari apicali del Comune di Carini sono stati sentiti dal Pubblico Ministero, pare su indicazione degli accusati i quali hanno cercato di demoltiplicare le responsabilità dell’accaduto su vari uffici comuali.
Ma è emerso che del fantomatico “Parco Sofia” non esista un progetto. Non esiste una gara di appalto per la sua realizzazione, non esiste un direttore dei lavori e nemmeno un collaudo con un responsabile del collaudo.
NULLA!!!
Anche perché l’area del parco ricade quasi per intero all’interno dei 200 metri di rispetto del cosidetto “vincolo cimiteriale”, che non consente attività di modifica dei suoli, fatto questo evidenziato da qualche funzionario comunale quando, su input dell’amministrazione, il “Parco Sofia” venne inserito in un bando di potenziale affidamento ad associazioni del territorio.
La “regola del 3”.
Quando la Procura della Repubblica si deve occupare di reati penali attinenti direttamente o indirettamente l’amministrazione comunale di Carini, i tempi si dilatano.
TRE anni per arrivare al processo per dare giustizia al piccolo Gabriele.
TRE anni, poi diventati 4, per arrivare al processo sulle centinaia di firme false ed irregolarità che consentirono al Sindaco Monteleone di candidarsi nel 2015 e poi vincere le elezioni. Reato prescritto per i tempi lunghi della giustizia.
E dire che in questo ultimo caso la DIGOS aveva concluso le indagini pochi mesi dopo la denuncia, identica cosa che hanno fatto i Carabinieri di Carini, che in meno di 6 mesi avevano consegnato tutto.
Non vorremmo arrivare alle stesse conclusioni, Gabriele non lo merita, la sua famiglia non lo merita.
Mi pare di aver sentito che il povero Gabriele aveva scavalcato il cancello chiuso .Mi domando allora perché i genitori non siano considerati ,anch’essi, colpevoli per la mancata educazione del figlio al rispetto delle regole .
Ciò non di meno è veramente triste che un bambino per tentare di giocare abbia perso la vita .
Sulla vicenda c’è, purtroppo, tanta disinformazione. Il cancello era parzialmente aperto, così come è sempre stato sino al giorno dell’incidente.
Una catena con catenaccio chiudeva il cancello dando la possibilità di accedere singolarmente ed impedendo l’accesso ai motorini.
In ogni caso buona parte del perimetro del cosidetto “parco” era sprovvisto di recinzione, dando la possibilità di accesso da vari punti. Un parco aperto con tanto di custode comunale si presume sia a norma, quindi un genitore si fida anche se il proprio figlio va quando il custode è assente.
E se invece il custode fosse stato presente in quel momento, cosa avrebbe potuto fare?
Oggi, probabilmente, si sarebbe ritrovato lui accusato di omicidio colposo, visto che era totalmente all’oscuro del fatto che di quel parco non esisteva alcun progetto, nessun collaudo, nessuna certificazione di sicurezza.