6 Dicembre 2024
CronacaIsola delle Femmine

Rinviati a giudizio l’ex sindaco Bologna e l’ex Comandante della Polizia Municipale Croce.

Oggi si è svolta presso il Tribunale di Palermo l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio, che, nei mesi scorsi, su disposizione dei Pubblici Ministeri dott.ssa Giorgia Spiri e dott. Andrea Zoppi, era stata notificata dalla Procura della Repubblica di Palermo all’ex sindaco di Isola delle Femmine Stefano Bologna, al suo consulente dell’epoca Antonino Colletto ed all’ex Comandante della Polizia Municipale Antonio Croce, attualmente sospeso in via cautelare.

I fatti contestati risalgono al 2017, quando, all’epoca della precedente Amministrazione guidata da Bologna, il Consiglio comunale approvò un bilancio di previsione, finito sotto la lente di ingrandimento prima della Corte dei Conti e successivamente della Procura.

Ne avevamo scritto lo scorso dicembre quando venne notificata la richiesta da parte del Pubblico Ministero (clicca qui per l’articolo).

I fatti:

La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, all’epoca, scrisse che «nel periodo 2014-2019, l’azione finanziaria/contabile del Comune [..] è avvenuta in un contesto di diffusa inosservanza delle basilari norme giuscontabili», aggiungendo che «con la deliberazione n.51/2017 si è accertato che l’ente versava in squilibrio strutturale difficilmente recuperabile con le ordinarie misure previste dal TUEL; l’accertamento si è rivelato difficoltoso a causa della confusione e del ritardo con cui l’ente ha redatto i documenti contabili».

Oggi Croce e Colletto erano chiamati a rispondere davanti al GUP del Tribunale di Palermo, la Dott.ssa Cristina Lo Bue, dell’accusa di aver falsificato le entrate e le uscite del bilancio di previsione, al fine di far quadrare i conti ed evitare la dichiarazione di dissesto finanziario.

Presunte entrate mai realmente avvenute e previsioni di uscita sottostimate non corrispondenti alla realtà.

Croce doveva anche rispondere del reato di peculato e peculato d’uso.

I reati contestati a Bologna e Croce.

Per l’ex sindaco Stefano Bologna e l’ex Comandante della Polizia Municipale Antonio Croce, nella veste di Responsabile del Settore Economico e Finanziario dell’epoca, il capo di imputazione contestato era quello di “falso in atto pubblico congiuntamente a più persone”, in violazione degli artt. 110 e 479 del Codice Penale, in relazione all’art. 476 comma 2 dello stesso codice, «… per avere, in concorso morale e materiale tra loro… attestato falsamente nella nota del 12/07/2021, formulata su richiesta della Corte dei Conti, Sezione di Controllo per la Regione Siciliana, che non sussistevano le condizioni per la dichiarazione di dissesto del Comune di Isola delle Femmine, circostanza non rispondente al vero data la sottovalutazione negli atti contabili dell’ente del fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE)…».

In poche parole, secondo gli inquirenti, Bologna e Croce, pur sussistendo per il Comune di Isola delle Femmine le condizioni per la dichiarazione di dissesto finanziario, si sarebbero sottratti volontariamente a tale obbligo, dichiarando il falso in una nota inviata alla Corte dei Conti, nella quale attestavano sia «l’assenza di condizioni conducenti alla dichiarazione di dissesto del Comune, nei termini richiesti dalla pronuncia n.40/2019» sia la possibilità di «garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili e fare fronte ai debiti con le modalità ordinarie [..] nonché provvedere ai pagamenti dei debiti fuori bilancio come previsto dalla deliberazione n. 2/2018, modificata dalla deliberazione n. 38/2018».

Tale attestazione viene, però, successivamente smentita dalla Corte dei Conti stessa, mediante la pronuncia 107/2019, che evidenziava «le difformità del modus operandi dell’ente» e la non attuazione delle «dovute misure correttive».

Le strategie dei legali difensori.

Durante l’udienza preliminare di oggi, gli avvocati difensori dei tre indagati hanno replicato alle accuse dei Pubblici Ministeri, negando che gli atti prodotti sotto la precedente legislatura fossero stati falsificati e parlando più che altro di errori contabili.

L’avvocato di Bologna ha dichiarato che nulla può essere addebitato all’ex Sindaco, in merito alla nota da lui firmata “attestante il falso” e inviata alla Corte dei Conti, in quanto essa si basava su dati forniti dai tecnici del Comune.

Il difensore ha, inoltre, sottolineato come non ci fosse da parte dell’ex sindaco Stefano Bologna alcuna influenza sulle decisioni prese dall’allora Responsabile Economico Finanziario Antonio Croce.

L’avvocato di Antonino Colletto ha chiesto il non luogo a procedere nei confronti del suo assistito, in quanto ha dichiarato che l’esperto nominato dal sindaco non è da considerarsi un Pubblico Ufficiale, ma semplicemente un assistente e coadiutore del sindaco, che si rapporta a lui in qualità di subordinato.

Le difese non convincono il GUP: tutti a processo.

Una volta sentite le repliche degli avvocati difensori e terminata l’udienza preliminare, il GUP Cristina Lo Bue ha accolto l’istanza dei Pubblici Ministeri Giorgia Spiri e Andrea Zoppi, rinviando a giudizio tutti e tre gli indagati.

La prima udienza del processo è prevista per il 2 dicembre 2024.

Daniele Fanale

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