10 Settembre 2024
Isola delle FemminePolitica

Il consigliere Bologna ed il suo “nemico immaginario”

C’era una volta, in un paesino ridotto allo sfacelo, un ex sindaco di nome Stefano che, dopo tanti anni, aveva perso la sua adorata fascia tricolore.

La mancanza di questo accessorio, per lui così prezioso, gli aveva fatto perdere trono, scettro, corona, potere…e non solo. Come Sansone privato dei suoi capelli, anche lui aveva perso la sua forza senza la sua autorevole e magica fascia. Questa tragica perdita gli procurava un’immane sofferenza interiore ed un profondo senso di impotenza, provocato anche dall’abbandono di molti dei suoi fedeli sudditi.

Per colmare questo senso di vuoto e di solitudine, ma soprattutto per trovare un alibi alla sua cattiva gestione amministrativa, il triste amministratore rimasto “senza portafoglio”, un bel giorno, si creò nella sua mente un “nemico immaginario”, ovvero un’entità sconosciuta, invisibile agli altri, che viveva soltanto nella sua immaginazione.

A questa presenza, molesta per la sua astuta strategia politica populista, diede un «nome di fantasia» e la chiamò Daniele Fanale.

In realtà, però, secondo quanto da lui stesso affermato durante l’ultimo Consiglio comunale del 13.4.2022, dietro questa figura fittizia, sconosciuta a tutti, si nascondevano altre due menti eccelse, quella del Sindaco Nevoloso e quella del consigliere Pagano. Pertanto, dietro un nome inventato si celavano più “nemici immaginari”, di cui il povero Stefano era vittima indifesa.

Bologna ed il suo nemico immaginario…

Ma, così come Geppetto aveva reso umano il suo Pinocchio nel romanzo di Collodi, così anche Stefano aveva fornito un’anima al suo “nemico immaginario”, dando visibilità ad «una persona che non esiste» ed una identità ad un «nome di fantasia».

Grazie, consigliere Bologna.

Se non ci fosse lei a nominarmi, non esisterei. Rimarrei solo un nome astratto capace di farle perdere le staffe! E di certo non deve essere facile lottare con un “nemico immaginario”, con uno che è solo frutto della sua fantasia. Purtroppo per lei, invece, come diceva Cartesio, “Cogito ergo sum” (“Penso, quindi sono”). E, visti i suoi frequenti ed inopportuni sproloqui durante le sedute consiliari, capisco che pensare, prima di parlare, deve risultarle alquanto difficile.

Comprendo pure che, per sua esperienza personale, le risulta davvero complicato credere che esistano “sconosciuti” come me, liberi, con un proprio carattere ed una spiccata personalità, capaci di avere una propria opinione, di esprimerla senza paura, di non alzare la mano a comando, di non farsi manovrare, in grado di informarsi, studiare e ricercare approfonditamente (anche al di là delle proprie specifiche competenze), ma soprattutto capaci di comprendere anche ciò che a lei appare incomprensibile.

Eh no, mi sa che è proprio impossibile per uno come lei. Non è abituato ad avere accanto persone del genere.

Eppure il visionario Bologna, forse in preda ad allucinazioni causate da crisi di astinenza da fascia tricolore e da sconfitta elettorale, parla continuamente di una persona inesistente, dispensa, con la “classe” e l’“eleganza” che ormai lo contraddistinguono, pubblici gesti volgari ad una persona immaginaria (davanti a testimoni), minaccia querele contro un «nome di fantasia».

Il “corteggiamento” elettorale

Guarda caso, quello stesso sconosciuto che proprio il consigliere Bologna, durante le ultime elezioni comunali del 2020, aveva “corteggiato” per mesi, con lusinghe di ogni genere.

Quello stesso individuo «che nessuno conosce» che Bologna voleva candidare a tutti i costi nella sua lista (chissà, poi, se avrebbero mai convalidato i voti ad uno con un «nome di fantasia»).

Quello stesso «nome di fantasia» di cui Bologna riferiva di sentirsi onorato di avere nella sua compagine politica. Che queste sue continue manifestazioni di simpatia per il suo “carnefice immaginario” fossero causate da una conclamata sindrome di Stoccolma?

Quello stesso Daniele Fanale che, nel 2014, già candidato nella lista avversaria con Nino Rubino, era stato contattato, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, col beneplacito di Bologna, dalla candidata Rossella Puccio (aspirante vice Sindaca sia nel 2014 che nel 2020, ma divenuta, ahimè, solo Assessore della Giunta Bologna nel 2014 e rimasta solo con un pugno di mosche in mano nel 2020) con la proposta di candidarsi con Bologna e “tradire” il suo gruppo, in nome di una vittoria sicura.

Offerta rifiutata e rimandata al mittente, sonora sconfitta, ma grande fierezza e dignità.

Certo per il consigliere Bologna, per il suo amor proprio e per il suo incommensurabile ego non deve essere stato tanto gratificante ricevere, non uno, non due, non tre, ma più di 100 “NO” da parte di una persona inesistente!

Un duro colpo per il suo orgoglio ferito. Uno smacco allucinante per uno che si vanta di orbitare da trent’anni nella politica isolana e di conoscere i trucchi del mestiere.

Nessuno

Eppure, “Nessuno” (alias Ulisse) non si è fatto catturare dal ciclope Polifemo né ammaliare dal canto delle Sirene e dalle arti magiche della Maga Circe.

Il “perfetto sconosciuto” non ha mai barattato la sua coerenza ed i suoi principi né per una facile vittoria né per nessun’altra promessa. Chissà se quello sconosciuto senza nome può aver fatto la differenza durante la scorsa campagna elettorale, attirandosi l’ira funesta del Bologna furioso. Chissà se quel «nome di fantasia» è la causa di tutti i suoi mali post-elettorali.

Certo appare proprio sintomatico di uno stato di acuto malessere citare, di punto in bianco, nel bel mezzo di un’importante seduta consiliare, senza alcun nesso logico e con il silenzio-assenso del compiacente Presidente del consiglio Rappa (a cui forse in quel momento si era inceppata la sua tanto amata campanellina) nome e cognome di un cittadino, peraltro “sconosciuto”, che nemmeno era presente in aula.

Ma, si sa, questo fa parte della tanto rinomata “etica” dell’integerrimo Bologna.

No, qualcosa non va.

Al pari della vicenda di Pamela Prati con Mark Caltagirone, Bologna sta cercando di rendere reale una persona che «non esiste» e che «nessuno conosce».

Il “nemico immaginario”

Lotta contro un nemico immaginario che nessuno ha mai visto.

Che sia stato colto dallo stesso vittimismo e dagli stessi sintomi di Pamela Prati? Che siano gli effetti postumi di una cocente sconfitta elettorale maldigerita? Che siano i segni di un disturbo post-traumatico da stress?

Effettivamente, il consigliere Bologna appare ultimamente alquanto provato da tutte le vicende che lo vedono coinvolto, in primis le indagini in atto sul suo conto da parte della Corte dei Conti e di altri organi preposti, per non parlare poi, a quanto pare, della costante perdita del consenso popolare.

L’ansia e la paura che la sua carriera politica possa essere giunta sul viale del tramonto probabilmente accrescono ancor di più questo suo stato di stress. E’ comprensibile. Eppure, già altre volte ho cercato da “amico” (seppur immaginario) di consigliarLe delle utili pratiche di rilassamento, come la meditazione, lo yoga, il training autogeno. Ma niente.

Ahi, questo “sconosciuto” che Le fa perdere il sonno!

«Nome di fantasia» alias

Daniele Fanale

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