Isola delle Femmine, bocciata la proposta di dissesto finanziario

Durante la seduta consiliare del 13.4.2022 (qui il video) è stata sottoposta al parere del Consiglio comunale una proposta di delibera dell’Amministrazione Nevoloso, a firma del Responsabile del settore economico-finanziario Deborah Puccio, per far fronte alle criticità finanziarie rilevate dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti con Deliberazione n.133/2021/PRSP del 03.11.2021, che aveva precedentemente richiesto all’Ente adeguate misure correttive per ripristinare ed assicurare gli equilibri di bilancio.

Il sindaco Nevoloso, oltre a ricordare che questa vicenda risale al lontano 2016, durante l’Amministrazione Bologna, quando già altre pronunce di accertamento della Corte dei Conti avevano evidenziato l’incapacità della precedente amministrazione di assicurare con strumenti ordinari una corretta gestione in grado di garantire la stabilità economico-finanziaria dell’Ente, ha sottolineato che alcune criticità sono state affrontate e risolte con l’approvazione del Rendiconto 2019 (seduta consiliare dell’11.2.2022).

Le “bacchettate” della Corte dei Conti

«La ritrosia dell’ente – si legge nella Delibera della Corte dei Conti n.133/2021/PRSP ad intraprendere un percorso improntato a un’ottica di sana e avveduta gestione finanziaria, nel rispetto dei principi di contabilità armonizzata, emerge osservando la reale portata delle misure correttive adottate per garantire il rispetto complessivo degli equilibri di bilancio».

In pratica, come specificato dal sindaco Nevoloso, «la Corte dei Conti afferma che, negli anni precedenti, l’Ente ha dimostrato con misure correttive palliative di avere una ritrosia a correggere queste storture contabili». «Adesso, l’Ente ammette che non ci sono più i margini per un’alternativa al dissesto finanziario», prosegue Nevoloso, ribadendo che l’alternativa forse poteva esserci nel 2016, quando per la prima volta, si prospettava l’ipotesi di un dissesto, in seguito all’approvazione del “documento unico di programmazione e schema di bilancio di previsione triennale 2016-2018” da parte dell’ex Sindaco Bologna insieme alla sua Giunta comunale con delibera n.165 del 07.12.2016.

In quell’occasione, la Giunta Bologna dispone di «dare atto che l’approvazione dello schema di bilancio 2016-2018 risulta unicamente funzionale rispetto all’esigenza di assicurare la formazione dello strumento di programmazione finanziaria, quale presupposto imprescindibile al fine di potere accedere alle “procedure di riequilibrio finanziario pluriennale” di cui all’art. 243-bis e seguenti del TUEL».

Il predissesto fantasma del 2016

In pratica, la Giunta Bologna, nel 2016, decide di attivare le procedure di predissesto con la successiva approvazione in Consiglio comunale da parte dei suoi 10 consiglieri di maggioranza ed il beneplacito dell’allora Collegio dei Revisori. Tuttavia, per motivi rimasti ignoti, successivamente l’Amministrazione Bologna fa retromarcia ed il piano di riequilibrio finanziario non vede luce.

Nel corso della seduta del 13.04.2022, è intervenuta anche la dott.ssa Puccio per confermare quanto già detto dal Sindaco, ma, al contempo, per sottolineare come la Corte dei Conti abbia ravvisato delle gravi irregolarità contabili durante la verifica dei Rendiconti 2017 e 2018 e dei Bilanci 2018-2020 e 2019-2021, in seguito anche alla riapertura, revisione e riapprovazione da parte dell’Amministrazione Bologna, nel 2018, di bilanci consuntivi (anni 2014, 2015, 2016) e di previsione (anni 2015, 2016/2018 e 2017/2019) consolidati negli anni precedenti.

Il Rendiconto 2019

«Il Rendiconto di gestione 2019, approvato a Febbraio scorso, sicuramente ci dà una fotografia sullo stato di cattiva salute dell’Ente – ha affermato la dott.ssa Puccio – mettendo in luce una deficitarietà di cassa che risulta insostenibile. Queste criticità, evidenziate dalla Corte dei Conti, sicuramente non ci consentiranno di chiudere il Bilancio 2020-2022 in equilibrio e di trovare soluzioni valide attraverso gli strumenti ordinari proposti dal TUEL. L’Ente dovrà necessariamente ricorrere a strumenti straordinari come il dissesto, anche perché il Rendiconto 2019 ha evidenziato un disavanzo molto corposo (8.028.961,11€)».

In poche parole, da quanto riportato, dal Rendiconto 2019 si evince un disavanzo di circa 8 milioni di euro, il Comune attualmente non ha soldi, il problema è da imputare ad una cattiva gestione risalente agli anni dell’Amministrazione Bologna ed oggi non c’è altra soluzione se non il dissesto finanziario (vedi nostro articolo).

Bene, siamo alla frutta!

Dal canto suo, il consigliere Bologna, con i suoi soliti toni poco garbati a cui ci ha abituato, prima attacca la dott.ssa Puccio ed il consulente a titolo gratuito, dott. Tabbone, e successivamente il Sindaco ed il consigliere Pagano, rei, a suo dire, non solo di avere «falsificato le carte», ma di avere indotto con degli esposti la Corte dei Conti ad emettere l’ormai famosa delibera.

In altre parole, discredita, riducendo a fantoccio nelle mani di Nevoloso e Pagano, un organo di controllo supremo quale è la Corte dei Conti.

Forse i magistrati della Sezione di controllo della Corte dei Conti non ne sarebbero poi così felici. Successivamente, Bologna minaccia di tirare il telefonino all’avv. Pagano, qualora affermasse di nuovo, in merito alla vicenda Lo Bianco/Lo Jacono, che la dichiarazione di dissesto avrebbe potuto provocare, all’epoca, l’abbattimento di una significativa quota percentuale del debito, sostenendo, invece, che chi è creditore del Comune non ha l’obbligo di accettare la riduzione delle somme.

Atti dal passato…

Chissà, allora, se Bologna, durante la seduta consiliare del lontano 18.11.2016, lanciò il telefonino al suo consigliere nonché assessore avv. Giuseppe Caltanissetta, quando, in merito a tale debito, dichiarò che era «possibile una transazione poiché la controparte sa bene che l’esecuzione della sentenza porterà al dissesto l’Ente e con il dissesto il pagamento si abbasserebbe al 20%, 30% circa della somma originaria. Per cui vi sono fondate ragioni per raggiungere un accordo» (Delibera Consiglio Comunale N.44 del 18.11.2016).

Infine, Bologna accusa Nevoloso di avere prodotto, in un anno e mezzo di amministrazione, solo il Rendiconto 2019 e lo incolpa di avere perso troppo tempo, omettendo però di dire, come evidenziato poi da Pagano, che l’approvazione di tale rendiconto spettava proprio a lui ed alla sua passata amministrazione.

In un secondo intervento, il sindaco Nevoloso risponde al consigliere Bologna che il vero coraggio, che tanto millanta, sarebbe stato quello di essere presente ad un precedente Consiglio comunale per approvare il Rendiconto 2019 di sua pertinenza e non di presentarsi, dopo 6 anni di amministrazione, nuovamente con la proposta di un piano di riequilibrio che, all’epoca, non volle attuare.

Meglio il Dissesto che il Riequilibrio

Infine, Nevoloso sottolinea che il piano di riequilibrio ha una durata trentennale che impatterebbe negativamente sulle amministrazioni e generazioni future, mentre «il dissesto è una misura più forte, meno politica, più tecnica, con un’incidenza di durata inferiore». In pratica, il predissesto, più “comodo” dal punto di vista politico, consentirebbe di spalmare in 30 anni il “fardello” ereditato, gravando tuttavia sul futuro, mentre col dissesto ci si assumerebbero nel presente delle responsabilità non proprie, a vantaggio, però, delle generazioni future.

In conclusione, nella proposta di delibera presentata nella seduta del 13.04.2022, viene suggerita come misura correttiva finale la dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente. Assente il consigliere Maurilio Puccio. Bologna ed i suoi restanti consiglieri esprimono voto contrario, mentre Pagano ed i suoi votano favorevolmente. Piero Rappa, invece, al momento della votazione, sveste prontamente i panni del Presidente del Consiglio per indossare la toga di Ponzio Pilato e calarsi appieno nel clima pasquale della Settimana Santa in corso. Quindi, esce dall’aula per astenersi dal voto, lasciando la gestione della seduta al Vice Presidente Dionisi. A questo punto, la proposta viene bocciata (5 voti favorevoli e 5 contrari).

Pertanto, proprio il consigliere Bologna, ovvero colui che oggi non perde occasione di puntare il dito contro il sindaco Nevoloso, accusandolo di essere da sempre fautore del piano di riequilibrio (ovvero del predissesto) e di «decretare la morte di Isola delle Femmine col dissesto», proprio lui, già nel 2016, insieme alla sua Giunta ed alla sua maggioranza consiliare, aveva favorevolmente votato per l’approvazione del predissesto.

Come al circo…

Quindi, Bologna prima vota a favore del predissesto, poi non lo attua quando ha la possibilità di farlo essendo lui amministratore, ed ora che il sindaco Nevoloso e la sua Giunta propongono il dissesto finanziario vuole il predissesto. Chi lo capisce è bravo! Alla faccia della coerenza!

Coerente, invece, appare il comportamento del sindaco Nevoloso che, nel 2016, da capogruppo della minoranza, insieme alla sua compagine, aveva votato in maniera contraria al predissesto, ritenendo che sussistessero già allora le condizioni per attivare direttamente il dissesto.

Forse questa ferma opposizione del consigliere Bologna al dissesto finanziario è da imputare più alla sua recondita paura di dover rispondere personalmente, mettendo mani alle proprie tasche, al danno erariale che si potrebbe configurare, qualora le indagini della Corte dei Conti e degli organi preposti dovessero accertarne le responsabilità?

Forse dietro questo accanimento contro la dichiarazione di dissesto e dietro questa tanto ostentata benevolenza dichiarata verso i cittadini isolani si celano biechi intenti di convenienza personale?

Certo è che se durante la seduta consiliare il gruppo capeggiato da Bologna avesse votato favorevolmente alle misure correttive che prevedevano il dissesto sarebbe stata una vera e propria ammissione di colpa. E sappiamo bene che questo non è minimamente contemplato dal brand “Bologna & Co.”.

Ultimamente, in giro si sente dire e scrivere troppo spesso, soprattutto relativamente alle ultime vicende politiche locali che hanno evidenziato una situazione economico-finanziaria disastrosa, ereditata dalla precedente amministrazione Bologna, che il passato non conta e che bisogna concentrarsi sul presente.

Invece, il passato conta…eccome!

Altrimenti non esisterebbero i libri di storia. Se noi esseri umani siamo il prodotto della nostra storia, di ciò che abbiamo vissuto, se siamo il frutto delle nostre esperienze pregresse, come si fa a sostenere che il passato non conta?

Come affermava il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, “Noi siamo quello che siamo perché siamo stati ciò che siamo stati”.

Il passato condiziona il nostro presente, ma soprattutto il nostro futuro. Qualunque cambiamento è un processo lento e graduale, che ha bisogno di tempo e che è strettamente dipendente dal passato. Se vogliamo comprendere come e perché siamo giunti ad un certo punto della nostra storia, è necessario voltarsi indietro, analizzare le decisioni passate, identificare i responsabili, capire chi o cosa ha condizionato il nostro presente e condizionerà il nostro futuro, conoscere il passato per poter cambiare in meglio il nostro futuro.

Quando c’ero io…

Troppo comodo per alcuni politici locali e per i loro accaniti sostenitori appellarsi ad un qualunquistico invito all’oblio all’insegna dello “scurdammoce ‘o passato”, soprattutto, poi, quando dal passato si cerca di selezionare, estrapolare e sottolineare solo i meriti, tralasciando il fardello delle proprie colpe.

Caro consigliere Bologna, se si cerca spasmodicamente e ripetutamente di assumersi la paternità delle migliori cose passate, occorre, però, trascinarsi dietro tutto il carico, nel bene e nel male, non tralasciando gli aspetti negativi del proprio operato, ammettendo i propri errori e facendo un mea culpa.

Chiamasi onestà intellettuale, questa sconosciuta.

Daniele Fanale