Dissesto al Comune di Isola delle Femmine: se non ora, quando?

La seduta consiliare del 5 Aprile scorso (qui il video della seduta), per intenderci, quella relativa alla dichiarazione di dissesto finanziario, si apre con la lettura della diffida del Commissario ad acta, dott. Giuseppe Petralia (protocollata in data 03.04.2023): «Considerato che l’approvazione della dichiarazione di dissesto finanziario, ai sensi dell’articolo 246 del D.L. n.267 del 2000, è un adempimento obbligatorio; considerato che la mancata approvazione di dissesto finanziario […] costituisce grave nocumento per la sana gestione amministrativo contabile dell’Ente comunale […] si diffida il Consiglio Comunale ad approvare la proposta di dichiarazione di dissesto finanziario […] entro il termine massimo di 30 giorni dalla data di disposta adunanza, prevista per giorno 05.04.2023Si avvertono i signori Consiglieri che, decorso infruttuosamente detto termine, si provvederà, in via sostitutiva, all’approvazione della dichiarazione di dissesto finanziario, degli atti propedeutici e connessi […] che l’esercizio dell’azione sostitutiva […] comporterà la sanzione dello scioglimento del Consiglio comunale» (dal minuto 2:00 fino a 12:30).

Praticamente, la diffida non lascia spazio a dubbi. Si tratta, piuttosto, di una vera e propria “sentenza”: non c’è altra via d’uscita per il Comune di Isola delle Femmine se non la dichiarazione di dissesto finanziario.

Ma come mai ora e non prima?

Perché aspettare fino al 2023, quando si poteva procedere sin da subito, immediatamente dopo l’insediamento da parte della nuova amministrazione?

Dall’insediamento ad oggi

Fermo restando che i nuovi amministratori si insediano ad Ottobre 2020 (praticamente, neanche il tempo di giurare e siamo già nel 2021), che una fase di rodaggio e di adattamento non si nega a nessuno (soprattutto, poi, per questioni così delicate e difficili da trattare) e che occorreva ancora approvare il Rendiconto 2019 (leggi il nostro articolo di allora), di pertinenza della precedente Amministrazione Bologna (approvato, poi, l’11 Febbraio 2022, solo dai consiglieri di CambiAmo Isola, in assenza di Bologna e del suo gruppo), la risposta è semplice.

Così come per tutti gli altri atti amministrativi che passano dal Consiglio Comunale, per approvare una dichiarazione di dissesto ci vogliono i numeri, ovvero occorre che la maggioranza dei consiglieri presenti in aula sia favorevole alla proposta.

Già l’anno scorso, precisamente il 13 Aprile 2022, un tentativo da parte dell’Amministrazione Nevoloso di mettere fine a questa annosa situazione era stato fatto, senza, però, sortire alcun effetto (leggi articolo).

Infatti, viene presentata in Consiglio comunale una delibera, che suggerisce, come misura correttiva finale, la dichiarazione di dissesto finanziario.

La proposta di “dissesto” bocciata

La proposta riceve 5 voti favorevoli dai consiglieri di Nevoloso (G. Pagano, V. Dionisi, M.R. Catania, G. Rubino, G. Scarpa) e 5 contrari dal gruppo Bologna (S. Bologna, G. Billeci, Benedetto Nevoloso, Rossella Puccio, A. Uva), di conseguenza viene bocciata.

In quell’occasione, il Presidente Rappa decide di non prendere parte alla votazione, abbandonando temporaneamente l’aula, mentre si registra l’assenza del consigliere Maurilio Puccio, che, qualora fosse stato presente e avesse votato in linea con il suo gruppo, avrebbe, in ogni caso, reso irrilevante l’eventuale voto favorevole di Rappa.

Fino ad allora, con la consigliera Rossella Puccio ancora nel gruppo e che vota secondo le direttive, è sempre Bologna che fa il bello ed il cattivo tempo in Consiglio comunale, perché tutte le proposte non passano in caso di parità tra voti favorevoli e voti contrari.

Pertanto, fino a quel momento, con Rappa sempre reticente a schierarsi in merito a questioni di bilancio (come dimostrato anche in seguito), la palla rimane sempre tra le mani di Bologna ed è lui che muove le pedine della partita.

L’Amministrazione Nevoloso, anche volendo, non avrebbe mai potuto far approvare, prima di adesso, una dichiarazione di dissesto finanziario, perché non aveva i numeri in Consiglio per farlo.

Cambia tutto

Infatti, la situazione cambia solamente quando Rossella Puccio, nel settembre 2022, si distacca da Bologna per entrare nel “Gruppo Misto”, sposando la stessa linea politica di Piero Rappa, che la porterà a non presentarsi, insieme al suo compagno di partito, in occasione della seduta consiliare in cui verrà dichiarato il dissesto finanziario (leggi qui il nostro articolo).

Se la consigliera fosse rimasta nel gruppo di Bologna, chissà cosa avrebbe fatto.

D’altro canto, anche il consigliere Maurilio Puccio, forse per paura di restarne “invischiato”, nella malaugurata ipotesi che le cose, un giorno, dovessero mettersi male, rimane sempre restio a prendere una posizione netta in merito a vicende pregresse riguardanti bilancio e dissesto (come dimostrato in occasioni precedenti).

Contestualmente, la sopraggiunta diffida del commissario ad acta probabilmente scoraggia e fa desistere anche la consigliera Uva, che, in passato, invece, si era sempre accodata alla linea politica ed alle decisioni di Bologna, pur essendo estranea alle vicende.

Infatti, i consiglieri Antonella Uva e Maurilio Puccio decidono di abbandonare l’aula al momento della votazione sulla dichiarazione di dissesto.

A quel punto, al fine anche di scongiurare un eventuale azzeramento del consiglio comunale e conseguentemente perdere la poltrona consiliare, Bologna non può fare altro che mollare la presa ed arrendersi (si fa per dire), esprimendo voto contrario, insieme ai suoi due più fedeli “moschettieri”: Benedetto Nevoloso e Giovanna Billeci.

Approvato il dissesto

Alla fine, la dichiarazione di dissesto finanziario viene approvata con 5 voti favorevoli dei consiglieri di CambiAmo Isola e 3 contrari del gruppo “Un’altra Isola…Sì”. Per chi, fino ad oggi, non l’avesse ancora capito o fosse in cerca di pretesti, ecco presto spiegato il motivo dell’“Hic et Nunc” (“qui ed ora”) del dissesto finanziario.

Naturalmente, il tutto avviene non senza la solita, convulsa e sterile polemica, a cui il consigliere Bologna ci ha spesso abituati, condita da qualche supercazzola qua e là, sempre utile, al bisogno, per confondere le acque e spostare l’attenzione verso il vuoto cosmico.

Il consigliere perditempo, ad un certo punto, parte proprio per la tangente, lanciandosi in interventi privi di contenuto. Dapprima, probabilmente in preda allo sconforto per la mancanza di accoliti al seguito, se la prende, per l’ennesima volta, con gli astanti in aula, colpevoli di applaudire gli interventi del Sindaco Nevoloso.

In secondo luogo, colto dalle consuete ed immotivate manie di persecuzione, accusa il Responsabile economico-finanziario, Deborah Puccio, non solo di essere incompetente, ma di aver cambiato le carte in tavola, per «sposare il progetto nefasto di Nevoloso», finalizzato alla sua eliminazione politica.

Offese a “go gò”

Successivamente, offende il consigliere Pagano, mentre questo è intento a fare il suo intervento, dandogli dello «squilibrato» e del «deficiente», ed accusa gli amministratori di essere «abusivi».

Infine, addirittura, se la prende pure, con toni poco carini, con la sua stessa consigliera Antonella Uva, rea, a suo dire, di rivolgere troppa attenzione agli interventi di Pagano e Nevoloso. «Non li guardare in faccia! Guarda me!», la ammonisce, stizzito.

Inizialmente, la consigliera Uva distoglie lo sguardo, abbassandolo per una manciata di secondi in direzione del proprio cellulare, per poi rivolgerlo nuovamente al consigliere Pagano, che, in quel momento, stava completando il suo intervento.

Finalmente, dopo tanto tempo, la consigliera, mostrando una certa dose di carattere, decide di “togliersi il burqa” e fare un po’ come le pare, senza farsi pilotare dal consigliere Bologna.

Libertà?

Finalmente, seppur con qualche tentennamento iniziale (lo sguardo, per una questione di rispetto verso se stessa, non avrebbe dovuto abbassarlo nemmeno per un secondo), per la prima volta, la sua presa di posizione ci restituisce l’immagine di una donna volitiva, libera da condizionamenti, che non si piega di fronte alla volontà di un uomo che vuole imporle il suo pensiero, riducendo il ruolo della donna, in politica, a quello di una semplice comparsa secondaria.

E’ un piccolo segnale di rinascita, ma già è tanto.

Purtroppo, non è la prima volta che il consigliere Bologna cerca di “imbavagliare” la sua consigliera.

E, sfortunatamente, ahinoi, in quell’occasione, la consigliera non si mostrò così risoluta e caparbia nell’affermare con coraggio le sue idee. Era il 14 settembre 2021, quando, durante una seduta consiliare (qui il video della seduta), il consigliere Dionisi propone una discussione generale sullo stato dell’arte del Parco Giochi “Madre Teresa di Calcutta”, sollecitando la collaborazione della consigliera Uva, che, sin dal suo insediamento, si era mostrata sensibile all’argomento.

Un gentile invito che le viene successivamente rivolto anche dal consigliere Pagano (dal minuto 6:20 a 6:40) e, infine, dal sindaco Nevoloso (dal minuto 6:55 a 11:00), il quale propone la costituzione di una piccola commissione consiliare, formata da un consigliere del gruppo di opposizione, uno del gruppo di maggioranza e l’Assessore di riferimento Maria Grazia Puccio.

Sull’interesse comando io

Non l’avesse mai detto! Il consigliere Bologna immotivatamente perde le staffe, non appena sente nominare il nome della sua consigliera, ergendosi a rappresentante e tutore del pensiero della Uva: «L’interesse della consigliera Uva non è per le turbe di Dionisi. Non c’è unità di intenti. La linea politica la rappresento io. Noi non abbiamo da fare nessuna commissione. Questa opposizione non farà commissioni, specialmente quelle proposte da Dionisi», conclude Bologna (dal minuto 11:00 a 16:30).

In pratica, replica bellicosamente, sostituendosi alla sua consigliera, che rimane, inizialmente, in silenzio, a guardare, per poi scambiare con lui una fugace conversazione nel segreto degli scranni.

E, quando finalmente prende la parola, la consigliera Uva che fa? Liquida in questo modo le garbate proposte di collaborazione, lavandosene le mani: «Ho preso a cuore la situazione del Parco Giochi, ma non da ora che sono diventata consigliera, ma da tanto tempo, perché altre volte abbiamo fatto questa interrogazione…Se ci sono dei problemi, vanno risolti. Abbiamo portato l’argomento in Commissione Ambiente il 9 giugno…quindi, buon lavoro!» (dal minuto 16:33 a 17:30).

E’ difficile pensare che da una persona interessata e sensibile all’argomento possano uscire parole di disinteresse e di rifiuto verso una gentile ed innocua proposta di proficua collaborazione, se non con l’attenuante che si sia lasciata parecchio influenzare da quanto affermato dal suo capogruppo.

Speriamo che il recente avvenimento non rimanga l’unica isolata occasione di riscatto da parte della consigliera.

Auspichiamo che ci siano altri episodi, meno banali e più di spessore politico, in cui la consigliera Uva possa mostrare la sua personalità, finora rimasta in ombra.

Daniele Fanale