“L’isola che non c’è” A Lampedusa oltre 10.000 gli sbarchi in quattro giorni, con l’hotspot ormai al collasso e i migranti in strada a cercare il cibo. Il Sindaco Mannino “abbiamo una sola speranza: quella di non essere lasciati soli”

Uno dei barchini utilizzati dai migranti negli sbarchi dei giorni scorsi. Foto Michelangelo Marino

Lampedusa è allo stremo: nelle ultime 72 ore l’isola e i suoi abitanti hanno fatto fronte con ogni mezzo ad una marea umana di disperati, oltre 10.000, che hanno invaso un lembo di terra in mezzo al mare che l’Italia e l’Europa sembrano, ancora una volta, avere dimenticato.

Quella che si sta verificando in queste ore, è una vera emergenza umanitaria, l’ennesima, avvenuta nonostante le numerose promesse fatte in campagna elettorale e i diktat tuonati contro l’ Unione Europea dall’attuale governo di centro-destra in merito alla soluzione del problema dell’immigrazione e che oggi, invece, rimane impotente di fronte al susseguirsi delle notizie sugli sbarchi che ora dopo ora arrivano a Roma.

L’hotspot di Lampedusa, intanto, è al collasso: a fronte di una capienza massima di 480 posti, la struttura di Contrada Imbriacola gestita dalla Croce Rossa Italiana ha registrato una presenza di 6.762 migranti: una situazione che ha portato a momenti di tensione tra le forze dell’ordine e diverse centinaia di migranti che hanno scavalcato le recinzioni per riversarsi in strada alla ricerca di cibo.

Striscioni di protesta presenti sul viale principale del paese. Foto Michelangelo Marino

Sull’isola sale la tensione anche tra gli abitanti: i lampedusani si sentono abbandonati dal governo nazionale e dall’ Unione Europea e a ribadirlo è il sindaco dell’isola Filippo Mannino che durante la fiaccolata di ieri sera organizzata per la morte avvenuta per annegamento di una neonata guineana di 5 mesi, ha ribadito che “Lampedusa, di fronte all’ennesima morte avvenuta in mare, non vuole più ricevere morte”.

“Lampedusa -continua Mannino- ha dato una lezione di umanità al mondo intero e alla politica. C’è un popolo stanco e stremato al quale è stata data una croce troppo pesante da portare. Abbiamo una sola speranza: quella di non essere lasciati soli”. ha dichiarato Filippo Mannino.

Nella giornata di ieri sono iniziati i primi trasferimenti di migranti verso le altre strutture di accoglienza presenti in Sicilia con lo scopo di alleggerire la situazione sull’isola.

Quasi 2.000 le persone interessate che saranno trasferite in nave e che strano destinate ai centri di Trapani, Augusta, Porto Empedocle e Catania. Si proseguirà nella giornata di oggi con il trasferimento di altri 2.270 migranti.

Michelangelo Marino